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Diversità nei media
“La buona volontà da sola non basta”

“I miei genitori vengono dall'Iraq, vi pare un problema?” è la domanda posta da Dunja Hayali, giornalista con un background di emigrazione, ai manifestanti di una dimostrazione anti-immigrati nel contesto della Pegida 2015. La foto la ritrae durante il dibattito di presentazione del suo libro “Haymatland – Wie wollen wir zusammenleben?” a Colonia nel 2019.
“I miei genitori vengono dall'Iraq, vi pare un problema?” è la domanda posta da Dunja Hayali, giornalista con un background di emigrazione, ai manifestanti di una dimostrazione anti-immigrati nel contesto della Pegida 2015. La foto la ritrae durante il dibattito di presentazione del suo libro “Haymatland – Wie wollen wir zusammenleben?” a Colonia nel 2019. | Foto (dettaglio): © picture alliance/Geisler-Fotopress/Christoph Hardt

Scarseggiano giornaliste e giornalisti con un background di migrazione o provenienti da gruppi sociali svantaggiati. Il fatto che l’industria dei media non sia abbastanza diversificata viene sentito sempre più spesso come un problema, anche e soprattutto dagli stessi professionisti del settore. Ma come garantire una maggiore diversità nelle redazioni? Il network di giornalisti “New German Media Makers” si sta muovendo in maniera concreta.

Di Eleonore von Bothmer

Dopo otto anni di presidenza, la giornalista Sheila Mysorekar è ora nel consiglio direttivo dei Neuen deutschen Medienmacher*innen (NdM). Dopo otto anni di presidenza, la giornalista Sheila Mysorekar è ora nel consiglio direttivo dei Neuen deutschen Medienmacher*innen (NdM). | Foto (dettaglio): © Brigitta Leber Signora Mysorekar, come presidente di lunga data dei Neuen deutschen Medienmacher*innen (NdM), lei ha fatto parte della rete fin dall’inizio. Chi sono gli NdM e come si sono riuniti?

Siamo professionisti del settore dei media, per lo più – ma non solo – con un passato di emigrazione, e ci impegniamo a favore di una maggiore diversità. Quando abbiamo fondato l’associazione, dieci anni fa, volevamo sostenerci a vicenda. Come persone con una storia internazionale, ci sentivamo spesso soli nelle redazioni.

Cosa significa “maggiore diversità nei media” per gli NdM?

Si tratta di personale vario nelle redazioni, rappresentanza medile, tematiche e prospettive, insomma, di buon giornalismo. Viviamo in una società diversificata, eppure le redazioni sono spesso molto omogenee. Se non si ascoltano le voci più diverse, si perdono importanti aspetti della nostra attività di reporter. C’è anche una questione di partecipazione, che però non riguarda solo le minoranze se siamo tutti mal informati.
 
Gli NdM criticano continuamente e apertamente il modo in cui i media riportano le notizie – che si tratti di fatti di cronaca, di servizi sulla società o di notizie dall’estero – ma intendono anche promuovere una maggiore diversità tra i giornalisti stessi. Come cercate di raggiungere questo obiettivo?

Per esempio, abbiamo un progetto di mentoring in cui giornaliste o giornalisti affermati affiancano e accompagnano giovani colleghi provenienti da famiglie immigrate. Nell’ambiente dei media i contatti sono fondamentali, ma molti figli di immigrati non ne hanno. I media forgiano la nostra visione del mondo e più è diversificato un team editoriale, più è ampio il suo sguardo sui diversi contesti socioculturali e, di riflesso, maggiori possono essere le sue competenze.
Delle sue origini si parla spesso e più volte è stata oggetto di reportage: Linda Zervakis, figlia di immigrati greci, ha condotto dal 2013 al 2021 la “Tagesschau”, il primo e più importante telegiornale tedesco. Delle sue origini si parla spesso e più volte è stata oggetto di reportage: Linda Zervakis, figlia di immigrati greci, ha condotto dal 2013 al 2021 la “Tagesschau”, il primo e più importante telegiornale tedesco. | Foto (dettaglio): © picture alliance/ZB/Karlheinz Schindler Quindi occorre grande impegno per accrescere la consapevolezza.

Sì, il progetto di uguaglianza (50:50) della BBC è una buona dimostrazione di come si possa generare consapevolezza: ogni giornalista conta per una settimana quante donne appaiono nei servizi che ha realizzato – quante donne ha intervistato, quante protagoniste ha scelto – e paragona i suoi risultati con quelli di colleghe e colleghi, ed ecco che rapidamente il numero delle donne coinvolte aumenta, semplicemente perché cresce la consapevolezza. Si può fare lo stesso con le persone con un background di emigrazione, o con altri gruppi emarginati sottorappresentati: quanti immigrati, quanti figli di operai, quanti tedeschi dell’est, quante donne appaiono nei servizi? Quanti ne sono stati intervistati? E così la diversificazione cresce su diversi livelli.

Cos’altro è necessario?

In ogni caso è importante la volontà e un chiaro orientamento da parte dai piani alti, perché servono obiettivi concreti, non può bastare la buona volontà dei singoli. Lo vediamo anche nel tentativo aumentare il numero di dirigenti donne, sono processi lenti e duri da portare a vanti. Nelle aziende, oramai lo si sa, le cose cambiano solo quando una minoranza raggiunge la massa critica del 30%.
 
La scarsa diversità viene vista come un problema?

Sì, gli NdM hanno appena pubblicato una Diversity Guide, una sorta di vademecum per imprese mediali che si pongono l’obiettivo di una maggiore diversità. La domanda è altissima, siamo quasi oberati dalle richieste, molti cercano anche ulteriore consulenza, perciò il problema è noto; la questione è come risolverlo. Molti trovano importantissimo anche considerare altri gruppi target, specialmente più giovani; per loro è assurdo che nei programmi appaiano sempre gli stessi uomini, ormai vecchi e imbiancati, e vogliono invece altre facce e altri temi. Chi vuole guardare avanti deve fare attenzione alla diversità.

Quindi si tratta anche di gruppi target?

Il progetto della BBC ha dimostrato che più mostravano donne, più aumentavano le ascoltatrici, il che significa che la diversità è anche portatrice di successo e non solo un “nice to have” o qualcosa di politicamente corretto. È anche un modo per aprire a gruppi target nuovi e in particolare più giovani. Un quarto dei tedeschi ha un background di emigrazione, e tra i più giovani o in determinate città si arriva addirittura a più della metà, perciò ormai non parliamo affatto di minoranze. E questo convince le grandi imprese mediali, come anche quelle più piccole, ecco il perché del forte aumento delle richieste. Siamo l’unica associazione in Germania che rappresenta in questo modo la diversità. 
Dieci anni fa giornaliste e giornalisti con un background di migrazione erano spesso voci solitarie nel deserto. Sentendosi spesso escluse, nel 2012 le giornaliste della Zeit Alice Bota (da sinistra a destra), Khue Pham e Özlem Topcu hanno pubblicato il libro “Wir neuen Deutschen” (Noi nuovi tedeschi). Dieci anni fa giornaliste e giornalisti con un background di migrazione erano spesso voci solitarie nel deserto. Sentendosi spesso escluse, nel 2012 le giornaliste della Zeit Alice Bota (da sinistra a destra), Khue Pham e Özlem Topcu hanno pubblicato il libro “Wir neuen Deutschen” (Noi nuovi tedeschi). | Foto (dettaglio): © picture alliance/dpa/Jens Boldt/Rowohlt È anche importante di cosa trattano i servizi, no?

Questo è il punto, serve più normalità. Le persone con un passato migratorio spesso acquistano visibilità solo in relazione a un crimine. E invece si tratta di sentire anche le loro opinioni riguardo a una pista ciclabile, un progetto architettonico o la situazione nelle scuole dell sono spesso visibili solo in relazione al crimine. Ma si tratta anche di sentire le loro opinioni quando si tratta della pista ciclabile o di un progetto architettonico o della situazione negli asili nido
 
Che ruolo svolge la lingua?

Ci sono ancora molti stereotipi che vengono chiaramente espressi nel linguaggio. Se un bianco uccide la sua famiglia, è una “tragedia familiare”, ma se l’omicida è di origine turca, è un “delitto d’onore”. Come se ne può parlare nei media in maniera non discriminatoria? Uno dei nostri primi progetti è stato un glossario, un ausilio rivolto ai colleghi redattori per sostenerli nelle formulazioni quoditiane, come risposta ai reportage sulla NSU [N.d.T.: gruppo xenofobo di estrema destra]: si parlava ancora di “omicidi del kebab” quando era chiaro da tempo che si trattava di nazisti. Ci si può anche esprimere in maniera diversa. Sono molte le persone interessate al nostro glossario, compresi i sindacati degli insegnanti e la polizia. Ribadire stereotipi negativi rafforza la discriminazione delle minoranze, distorcendo l’immagine e mettendo in pericolo la pace sociale, e questo è un male per la società nel suo complesso.
 
Come si può cambiare questo?

Andiamo nelle redazioni, critichiamo i giornali, discutiamo. Parole come “Islamisierung” (islamizzazione), che provengono da ambienti dell’estrema destra, sono diventate d’uso comune, molti colleghi non ci fanno neanche caso e questo è un problema.
 
La Germania sta attraversando un periodo difficile con la diversità nei media?

La Germania è chiaramente in ritardo. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, la diversità è una questione ovvia, ci fanno esplicitamente attenzione, mentre non trovano affatto strano il fatto che una giornalista porti il velo davanti alle telecamere. Qui in Germania sono state le emittenti private a introdurre già vent’anni fa presentatrici e presentatori afrotedeschi, e la loro fascia di pubblico e sempre stata più giovane.
Khola Maryam Huebsch, giornalista con il velo, già da tempo normale in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, in Germania è ancora un’eccezione. Khola Maryam Huebsch, giornalista con il velo, già da tempo normale in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, in Germania è ancora un’eccezione. | Foto (Detail): © picture alliance/Erwin Elsner Con quello che fate, certamente non avrete solo amici...

No, infatti, subiamo attacchi massicci, con espressioni di odio e vere e proprie minacce dagli ambienti di destra. Una parte la ignoriamo, mentre sporgiamo denuncia contro ciò che si può portare in giudizio, e per il resto prendiamo una chiara posizione contro la destra. Il vento contrario è forte, ma il nostro atteggiamento, inequivocabile e deciso, viene anche onorato e in questo periodo stiamo registrando un notevole aumento degli iscritti.

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