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Spiccatamente... integrati
Che fine hanno fatto le proteste?

Il nuovo governo tedesco posa nella Cancelleria federale per la foto di gruppo in occasione della riunione costitutiva di gabinetto. Il Bundestag vanta una quota elevata e ineguagliata di persone con origine migratoria. La società tedesca nel suo complesso comprende il 26% di persone con origini migratorie ma i deputati sono solo l’11,3%.
Il nuovo governo tedesco posa nella Cancelleria federale per la foto di gruppo in occasione della riunione costitutiva di gabinetto. Il Bundestag vanta una quota elevata e ineguagliata di persone con origine migratoria. La società tedesca nel suo complesso comprende il 26% di persone con origini migratorie ma i deputati sono solo l’11,3%. | Foto (dettaglio): Michael Kappeler © picture alliance / dpa

Il nuovo governo tedesco si è presentato all’inizio del dicembre 2021 e la presenza ridotta di persone con origini migratorie nel nuovo gabinetto diretto dal Cancelliere federale Olaf Scholz è palese. Sineb El Masrar ci aiuta a interpretare il significato di questo dato di fatto per la Germania.

Di Sineb El Masrar

Nel mese di settembre 2021 la Germania ha votato il nuovo governo federale. La destituzione del governo rosso-nero condotto dalla cancelliera Angela Merkel (si noti bene che è stata la prima donna ad essere cancelliera), così come il suo addio a capo del governo non sono le uniche trasformazioni di questo periodo. Il passaggio del testimone alla “coalizione semaforo” per l’attività politica parlamentare va di pari passo con un passaggio del testimone ad un Bundestag che invece vanta una quota di persone con origini migratorie molto alta e ineguagliata nella storia della Repubblica Federale. Mentre la società tedesca nel suo insieme vanta circa il 26% di persone con origini migratorie, nel caso dei deputati la percentuale scende all’11,3. Il politico dei Verdi Cem Özdemir ricoprirà un incarico federale come Ministro dell’Agricoltura, ma è l’unico rappresentante con origini migratorie. Alcuni ne gioiscono, altri sono disorientati e si chiedono che fine abbia fatto la protesta in una società post migratoria come quella tedesca.

Le lotte e i percorsi per ottenere una rappresentanza femminile più elevata nelle cariche di responsabilità sono stati lunghi e tortuosi, prima nelle più svariate funzioni di partito, poi nei ministeri; le une ottenute attraverso le quote, le altre mediante un sostegno individuale mirato. Attualmente, la Cancelleria vanta otto ministri e nove ministre federali, alle quali vanno aggiunte altre due donne: la responsabile federale per l’integrazione e la ministra della cultura. Una viene dalla Baviera, mentre la famiglia dell’altra proviene dall’Iraq. Uno dei progressi raggiunti è che le politiche attive ai giorni nostri possono assumere incarichi storicamente contesi dai rappresentanti di sesso maschile di tutti i partiti e non devono più accontentarsi di funzioni considerate “roba per donne”, come le definì a suo tempo Gerhard Schröder: tanto per fare un esempio, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero degli Interni,  affidati per la prima volta a persone di sesso femminile. Del resto, spesso ruota tutto intorno a una questione: le eventuali candidate sono all’altezza dell’incarico e dispongono delle conoscenze corrispondenti? Non dimentichiamo che per molti anni Angela Merkel è stata sottovalutata alla stregua di numerosi discendenti di grandi lavoratori immigrati.

Stelle splendenti della rappresentanza

Cem Özdemir è un politico esperto e apprezzato da tutti gli schieramenti politici. Molti figli sottovalutati della prima e seconda generazione migratoria lo considerano una stella splendente in quel “firmamento” in cui il paese sembra offrire tutte le possibilità a chi arriva, ma a tutt’oggi è l’unico ministro con origini migratorie. In Germania, i mulini della rappresentanza macinano con grande lentezza. La politica di partito è un’attività quotidiana ardua ed estenuante che non tutti sono disposti a svolgere fino ai limiti estremi, e il discorso vale per tutti, indipendentemente dalle origini, anche se ci sono comunque uomini e donne che da anni hanno incarichi politici di responsabilità.

A livello regionale e comunale ci sono sindaci e politici locali con origini migratorie che hanno le mani in pasta in tutti i partiti, da sinistra a destra. La vera integrazione implica che anche la maggioranza della popolazione non immigrata si senta rappresentata da questa classe politica, e ciò avviene sempre più spesso nei luoghi in cui essi si candidano. Tanto per fare qualche esempio, sono stati eletti a sindaco i politici di Bündnis 90/Die Grünen Belit Onay a Hannover o il primo sindaco nero della Germania, John Ehret, eletto a Mauer nel distretto della Svevia. Oppure il politico della CDI Ashok-Alexander Sridharan a Bonn. Citiamo infine il rappresentante dell’SPD Karamba Diaby, che  non solo è stato il referente del Ministero del Lavoro del Sachsen-Anhalt, ma è anche stato eletto nel Bundestag della Repubblica Democratica Tedesca.

Di conseguenza, la nostra società multiculturale è giovane e allo stesso tempo lenta, vecchia e al contempo evoluta. Continuiamo ad essere in movimento, così come il futuro della politica e della società sarà sempre dinamico e inarrestabili. La rotta si sceglie tutti insieme.
 

“Spiccatamente…”

Per la nostra rubrica “Spiccatamente…” scrivono, alternandosi settimanalmente, Sineb El Masrar, Susi Bumms, Maximilian Buddenbohm e Margarita Tsomou. Sineb El Masrar descrive l’immigrazione e la società multiculturale in Germania: cos’è rilevante, cos’è estraneo, dove può nascere una comprensione reciproca interessante?

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