L’apostrofo
Quel segnetto che fa tanto discutere

Merkel’s Imbiss: l’apostrofo è corretto, secondo la nuova regola ortografica tedesca, che ne prevede l’utilizzo quando la costruzione risultante costituisce un nome proprio. | © picture alliance/dpa/dpa-Zentralbild | Stephan Schulz
Se in tedesco l’uso dell’apostrofo è sempre fonte di dubbio e discussioni, sulle incertezze ha messo la parola fine l’ente che regolamenta l’ortografia tedesca. Chiarezza è finalmente fatta, come ci spiega l’ex caporedattrice dell’autorevole Duden.
Di Kathrin Kunkel-Razum
Non so perché, ma mi viene sempre un dubbio sull’articolo da usare per la parola “Apostroph” in tedesco: sarà neutro o maschile? Capita anche a voi di aver già cercato un’infinità di volte la stessa cosa e di continuare a farlo? Capita addirittura a persone come l’ex direttrice di redazione del Duden, anche su questioni linguistiche.
Nel segno della confusione
Come mai l’apostrofo ha suscitato così tanti dibattiti in Germania, guadagnandosi anche un discreto spazio mediatico negli ultimi tempi? Nonostante si tratti di un segnetto così piccolo, infatti, ultimamente gli sono state dedicate intere pagine web, anche con titoli poco edificanti, come ad esempio deppenapostroph.info, chiaramente dedicata all’“apostrofo degli imbecilli”.In tedesco, l’apostrofo è stato discreditato negli ultimi decenni perché usato troppo, e spesso a sproposito, ad esempio come -’s a fine parola al posto della semplice -s del plurale, scrivendo quindi “Short’s” invece di “Shorts”, come se lo scrivente sentisse l’impellente necessità di elidere una parte della parola.
L’apostrofo indica che una parte di una parola non si deve o non si può esprimere con le lettere corrispondenti.
Le 4 categorie per l’uso dell’apostrofo
La prima riguarda nomi propri che terminano in -s, -ss, -ß, -x, -z o -ce, utilizzati senza articolo al genitivo: la -s del genitivo si omette e quest’elisione va indicata con l’apostrofo: Miles Davis’ Jazz, Franz’ und Moritz’ Leistungen in der NBA.Anche la seconda categoria riguarda nomi propri in forma aggettivata con il suffisso -sch: se il nome si mantiene maiuscolo, questo -sch va preceduto da apostrofo per delimitare il morfema, come in die Duden’schen Regeln, die Razum’sche WhatsApp-Gruppe. In caso di aggettivazione con la minuscola, invece, non si frappone l’apostrofo: die dudenschen Regeln, die razumsche WhatsApp-Gruppe.
La terza categoria include le tipologie di parole più disparate. Si usa ad esempio l’apostrofo per elidere lettere che vengono omesse per rispettare la metrica di una poesia (heil’ge Orte, ‘s regnet schon wieder) o per rendere graficamente un’espressione usata nel linguaggio parlato (‘n guten Morgen; heut’ musst ich etwas früh weg). Le forme di uso frequente si possono scrivere anche senza apostrofo, ad esempio nel caso di heut komm ich später.
La quarta categoria riguarda parole che si fondono insieme: Machen Sie’s doch leichter; … weil sich’s gut liest; auf’m Berg ist ein Gasthaus. Anche qui, le forme usate frequentemente possono essere scritte senza apostrofo: wenns geht, wie gehts ecc.
Il caso più discusso: Peter’s Imbiss
La regolamentazione dell’apostrofo si fa particolarmente interessante nel caso dei nomi propri (di persona): è qui che regnavano – e regnano tuttora – i dubbi più frequenti. Innanzitutto, per i nomi propri sono ammesse grafie anomale, per lo più tradizionali, che prevedono l’apostrofo: Ku’damm per la strada berlinese Kurfürstendamm, o D’dorf per Düsseldorf.Più frequentemente, però, dubbi ed errori riguardano questa regola: si può usare l’apostrofo per formare il genitivo di un nome proprio, “se la costruzione risultante è un nome proprio” (p. 150). Pertanto sono forme corrette sia Milena’s Blumenladen (con apostrofo), sia Milenas Blumenladen (senza apostrofo), e sia Peter’s Imbiss, sia Peters Imbiss, perché l’abbinamento di nome proprio e nome comune costituisce il nome proprio del negozio. Al contrario, sono corrette solo le forme non apostrofate Milenas Mutter o Peters Auto, perché si tratta di abbinamenti di un nome proprio e di un nome comune che insieme non formano un nome proprio.
Quando l’apostrofo non confonde, ma chiarisce
Nella pratica, a volte non è facile distinguere se l’abbinamento di un nome proprio e un nome comune generi davvero un nome proprio. In certi casi, è proprio l’apostrofo a fare chiarezza: se leggiamo sull’insegna di un negozio Andrea’s Boutique, capiamo che la boutique appartiene a una donna di nome Andrea oppure a un uomo che porta il nome italiano Andrea. Se invece leggiamo Andreas’ Männerboutique, sapremo già che la boutique appartiene a un uomo di nome Andreas.Questo segnetto, quindi, è in grado di fornire maggiore chiarezza e va usato solo in casi ben determinati. Il Consiglio tedesco per l’ortografia avrà cura di vigilare.
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