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“L’amore al tempo dell’odio” di Florian Illies
Un ritratto sull’orlo del baratro

Florian Illies
Florian Illies | Foto (dettaglio): © Patrick Bienert

Un caleidoscopio culturale che ci mostra un quadro mentre viene dipinto, una fotografia mentre viene scattata e un romanzo o una poesia mentre vengono scritti, un nuovo amore mentre sboccia. “L’amore al tempo dell’odio” di Florian Illies, edito in Italia da Marsilio, è il ritratto vivissimo dell’élite artistica e intellettuale della Germania e non solo, sulla soglia, e oltre, del baratro degli anni Trenta del secolo scorso.

Di Giovanni Giusti

IL 1933, IL “PRIMA” E IL “POI”

L’amore al tempo dell’odio - Copertina del libro L’amore al tempo dell’odio di Florian Illies, Marsilio 2022, traduzione di Francesco Peri. Titolo originale: Liebe in Zeiten des Hasses. Chronik eines Gefühls 1929–1939, S. Fischer Verlag 2021. | © Marsilio 2022 C’è un “Prima” e c’è un “Poi”, lo dichiara apertamente Illies, indicando così la parte iniziale e quella finale del libro che racconta il decennio tra il 1929 e il 1939. Quello che c’è in mezzo, quello a cui è riferito il prima e il poi, è il 1933, un anno drammatico, di svolta, che si apre con la nomina di Hitler a cancelliere del Reich il 30 gennaio e prosegue con l’incendio del Reichstag, il parlamento tedesco, il 27 febbraio e il conseguente decreto che abolirà, di fatto, i diritti civili in Germania.

Ma se siamo al tempo dell’odio, contro gli intellettuali che non si uniformano al regime, contro gli ebrei, i comunisti, contro i promotori di un’arte definita “degenerata”, contro persone che magari sono alcune di queste cose insieme, o se siamo, semplicemente, al tempo dell’odio contro tutto il genere umano che porterà alla tragedia della guerra, al centro del libro c’è l’amore, carnale, sfrenato, trasgressivo, raramente spirituale o platonico, che come una specie di febbre contagia tutti i protagonisti.

LEGGEREZZA E ACCURATEZZA STORICA

Illies rappresenta l’intera scena culturale dell’epoca con una serie di bozzetti dedicati al privato, all’intimo si direbbe meglio, dei vari personaggi che affollano il racconto, inquadrati con precisione nei fatti mentre questi accadono, mescolando inevitabilmente il loro privato al pubblico, mescolando leggerezza e accuratezza storica anche con gli amori di una sola notte. Alcuni sono seguiti in un maggior numero di episodi, come Thomas Mann e la sua famiglia o Marlene Dietrich, ma tutti sono trattati con lo stesso riguardo, senza scadere mai in uno scontato gossip, senza dimenticare mai la loro arte, anche quando saltano dal letto di un amante occasionale ai sedili di una Opel decappottabile, ai tavolini di un caffè per soli uomini o per sole donne o quando affidano piaceri e dispiaceri all’alcol e alle droghe. Con una scrittura sempre piacevole e informale che spesso strizza l’occhio al lettore, quasi, come si direbbe al cinema, a far cadere la “quarta parete” tra chi agisce sullo schermo, sulla carta in questo caso, e il pubblico.

UN RACCONTO SEMPRE VIVO

La corsa a perdifiato verso l’abisso del 1939 comincia dieci anni prima in una sala da tè di Parigi dove i giovani Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre si dovrebbero finalmente incontrare, prima di dare vita a uno dei mille matrimoni aperti che punteggiano il libro, come quello descritto subito dopo della poetessa Mascha Kaléko e delle sue avventure nei caffè dell’Ovest berlinese. E prosegue senza sosta la corsa, negli anni che diventano sempre più bui, con artisti e intellettuali costretti alla fuga dalla Germania man mano che gli eventi precipitano, ma il racconto di Illies è sempre vivo, come i protagonisti che sono sempre vivi nel loro presente. Lotte Lenya continua la sua storia con Kurt Weill e continua a cantare le sue canzoni, mentre anche le altre storie vanno avanti, quella dello scrittore Erich Maria Remarque, o del tennista Gottfried von Cramm, della pittrice Tamara de Lempicka o dell’attrice Pamela Wedekind. Ma si perde il conto delle decine di ritratti. Ci vorrebbe molto spazio per citare tutti i personaggi descritti da Illies e ben elencati alla fine del libro, insieme a una corposa bibliografia che testimonia il grande lavoro di ricerca per un’opera che è riuscita a trasformare le biografie in storie che il lettore vuole assolutamente sapere come andranno a finire.

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