Fiera del Libro di Francoforte
Sfidare i numeri sulle perdite

Less is more, ma non in questo caso: in vista della Fiera del Libro di Francoforte del 2024 si sta delineando un profondo cambiamento strutturale nel settore letterario e anche le nuove pubblicazioni di spicco affrontano le attuali crisi della società.
Di Carsten Otte
Da molti anni, nell’industria libraria tedesca si è soliti lamentarsi del declino del settore. Ma l’umore si è sempre rasserenato a ridosso dell’avvento della Fiera del Libro, che offre l’occasione di discutere delle decisioni delle giurie in merito ai premi letterari, lodare le opere in programma nei padiglioni e celebrare con feste e ricevimenti l’attività tutto sommato esaltante dell’industria del libro. C’era, e c’è ancora, un irrefrenabile desiderio di vivere l’esperienza dal vivo, il che rafforza, nel complesso, un’attitudine generale positiva: il pubblico dimostra un crescente entusiasmo, non solo durante la fiera, assistendo alle letture, alle tavole rotonde e alle sessioni di autografi.
Una questione di prospettiva
La risposta alla domanda su quale sia lo stato di salute della scena letteraria dipende sempre dalla prospettiva: chi trascorre la maggior parte del tempo online ha l’impressione che il mondo virtuale dei libri abbia ricevuto una spinta creativa dallo shock della pandemia. I gruppi target più giovani, in particolare, vengono conquistati dalla lettura attraverso canali come il #booktok. Ciò impressiona anche gli inguaribili pessimisti della cultura, spesso incapaci di comprendere quelle opere che vengono celebrate nelle comunità digitali e che appartengono a generi in crescita, dal new adult al mistery. Tuttavia, il fatto che un giorno le diverse sfere della produzione libraria possano convergere o che continui a prevalere una certa diffidenza ha poca rilevanza per lo sviluppo complessivo dell’editoria. Nel frattempo, il cambiamento strutturale è così evidente che non si presta nemmeno al gossip: quasi tutti i settori dell’industria libraria sono attualmente in fase di ridimensionamento e di riduzione, cosicché – forse per paura – anche i “canti del cigno” si fanno sentire sempre meno.Risparmiare ad ogni costo?
La Fiera del Libro di Francoforte è stata preceduta da un piano di tagli che ha suscitato indignazione: il Ministero della Cultura, guidato da Claudia Roth, vuole ridurre di circa il 30% i fondi per il programma tedesco di sovvenzioni per la traduzione. Questi tagli drastici colpiranno in particolare i piccoli editori che dipendono economicamente da tali sovvenzioni. Circa il 14% delle nuove pubblicazioni annuali sono traduzioni, per un quarto di narrativa e oltre l’80% di fumetti. I compensi per i traduttori sono già bassi. Tuttavia, non si sa se le proteste delle associazioni contro questi tagli saranno utili, in quanto sono già previsti ulteriori tagli ai budget statali. L’associazione di scrittori PEN (“Poets, Essayists, Novelists”) in Germania si sta attualmente battendo contro la riduzione dei fondi destinati agli scrittori perseguitati nell’ambito del rinomato programma Writers in Exile.I libri sembrano divenire sempre meno rilevanti non solo per l’agenda politica, ma anche nei media: da anni i giornali riducono le sezioni dedicate alle recensioni; la critica letteraria classica è disponibile solo in poche edizioni cartacee; nel servizio radiofonico pubblico stanno scomparendo i format in cui vengono presentati i libri e c’è da chiedersi se le nuove tipologie di trasmissioni, perlopiù digitali, raggiungeranno il pubblico sperato.
Come sempre, i dati di vendita pubblicati dall’Associazione tedesca degli editori e dei librai poco prima della fiera sono rivelatori: sebbene si sia registrato un leggero aumento delle vendite rispetto all’anno precedente, grazie all’aumento dei prezzi, il numero di persone che acquistano libri in Germania è di nuovo in calo, come accade ormai da molti anni, e questo processo generale di riduzione sembra inarrestabile. Gli stand nei padiglioni fieristici sono sempre più piccoli e i responsabili delle case editrici si chiedono sottovoce se continuare a investire nella macchina fieristica.
Contro il malumore
Ma che senso ha deprimersi? Fortunatamente, ci sono voci rassicuranti contro il malumore. Per quanto il profondo cambiamento del mercato librario sia per molti una minaccia esistenziale, “la lamentela per la perdita di importanza del libro, per l’irrilevanza della letteratura e dell’editoria”, ha scritto l’editore di Klett-Cotta Tom Kraushaar in un saggio molto discusso sul giornale Frankfurter Allgemeine, “non solo si fonda su motivazioni non sufficientemente razionali, ma è anche dannosa”. Kraushaar ha condannato l’“autodenigrazione” di una professione e il relativo piagnisteo, del tutto controproducente: “Chiunque mandi al mondo il segnale che il proprio settore è una nave che affonda” non deve poi sorprendersi se i giovani non riescono più a immaginare di fare qualcosa con i libri (come si diceva una volta).Per altri esperti del settore, l’ottimismo di Kraushaar non corrisponde alla reale situazione economica. L’agente letterario Matthias Landwehr, ad esempio, ha risposto delineando gli equilibri di potere nel mercato librario: “I piccoli editori letterari non sono più nemmeno invitati dai principali acquirenti come Thalia o Hugendubel a presentare i loro libri, per non parlare di aggiungerli ai loro cataloghi. ... Cosa possono fare tutti gli appassionati produttori di libri ... per contrastare il vorace potere di mercato di questi gruppi di vendita al dettaglio?”.
Non è certo facile superare queste previsioni negative, ma le perdite di profitto non devono distogliere il nostro sguardo dalle pubblicazioni che invece spiccano nell’attuale periodo di crisi. Non è un caso che le opere più notevoli dell’autunno letterario trattino, da un lato, i conflitti sempre più violenti della società e, dall’altro, gli effetti delle crisi sul microcosmo di ciascun individuo. Si nota inoltre che un gran numero di nuovi libri farà parlare di sé al di là della stagione in corso.

Libri e lettrici curiose a uno degli stand della Fiera del Libro di Francoforte | Foto (Detail): © picture alliance / epd-bild | Thomas Lohnes
Fuori dall’ordinario
Con il suo Vierundsiebzig (Settantaquattro), Ronya Othmann ha realizzato un’opera fondamentale di narrazione documentaria sul genocidio degli yazidi, perpetrato dai terroristi dello Stato Islamico nel 2014. All’inizio del libro si legge: “L’assenza di parole struttura il testo scritto, ne determina la grammatica, la forma, le parole”. Quest’opera, della scrittrice nata a Monaco nel 1993 è una narrazione esemplare di un crimine spietato perché il suo silenzio non implica una mancata riflessione sul linguaggio. Con questo romanzo commemorativo, importante non solo dal punto di vista politico ma anche estetico, Ronya Othmann è entrata nella storia della letteratura tedesca, indipendentemente dal fatto che l’opera riesca a vincere o meno il Deutscher Buchpreis (Premio letterario tedesco).È una letteratura da una prospettiva diversa quella di Reinhard Kaiser-Mühlecker, il cui nuovo romanzo Brennende Felder è stato candidato all’Österreicher Buchpreis (Premio letterario austriaco). È la conclusione di una trilogia che tratta di esperienze profonde di perdita in un ambiente rurale. I cambiamenti climatici, l’erosione dei legami familiari e di paese, ma anche la durezza della vita agreste quotidiana sono descritti nei libri di Kaiser-Mühlecker con dettagli vividi, sorprendenti e stilisticamente convincenti. Questo fa dell’autore, che parallelamente alla gestione dell’azienda agricola di famiglia si dedica alla scrittura, uno dei più importanti rappresentanti della letteratura austriaca contemporanea.
L’ospite d’onore della Fiera del Libro di Francoforte è l’Italia. Al di là del dibattito politico su come e con quali autori il Paese si presenterà, sarà l’occasione per scoprire numerose opere pubblicate per l’evento. Da notare la riedizione di libri storici, come La casa nel vicolo (titolo tedesco: Das Haus in der Gasse) di Maria Messina, nata a Palermo nel 1887, sulla vita nella provincia siciliana: un romanzo malinconico su una giovane donna che viene data in sposa a un amministratore di beni autoritario, talmente impeccabile dal punto di vista linguistico che sembra di leggere una letteratura mondiale senza tempo.
La Fiera del Libro di Francoforte è sempre stata un evento in cui emergono le connessioni letterarie e politiche con il passato. Chiunque sia interessato a un romanzo familiare tedesco-ebraico, ad esempio, sulle prove e le tribolazioni del presente a confronto coi crimini del passato, può procurarsi il romanzo Noch mal von vorne di Dana von Suffrin: l’autrice scrive con un tono ironico e commovente dello stato confusionario di una generazione perduta di genitori, ma anche delle forze centrifughe che ancora influenzano i figli adulti attraverso le generazioni.
Alla fiera del libro, Dana von Suffrin presenterà anche l’antologia Wir schon wieder con storie ebraiche e riflessioni sull’attuale situazione in Medio Oriente, ma soprattutto sull’antisemitismo dilagante dopo il massacro di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023. Il libro contiene testi toccanti che riportano l’inquietante odio verso gli ebrei in Germania, gli appelli al boicottaggio e un attivismo violento che celebra a gran voce il terrore. Questa perdita di ragione comunicativa deve essere contrastata con argomenti e buona letteratura.
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