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Reportage fotografico
Qui visse Franz Kafka

Tour fotografico attraverso Praga sulle tracce di Kafka: dove viveva e lavorava, dove trascorreva il suo tempo libero?

Di Petr Machan (foto) e Tomáš Moravec (testo)

Sarebbe riduttivo circoscrivere la vita di Franz Kafka nella capitale ceca delle cento torri, significherebbe trascurare Zürau, il paese boemo dove amava trascorrere il tempo libero, nella tenuta di campagna della sorella, oppure il paese moravo di Triesch, dove passava le vacanze. Significherebbe anche dimenticare Weimar, Parigi, Lugano, Brescia e tutti gli altri luoghi che visitò da solo o in compagnia dell’amico Max Brod, per non parlare di Berlino, Vienna o anche Kierling[1].

D’altronde, così come non si può mai raccontare in maniera esaustiva la storia di una persona, non se ne possono neanche mai seguire tutte le tracce, e perciò dovremo limitarci a parlare della cara, vecchia Praga. A proposito della sua città natale, Kafka scrisse “questa mammina ha gli artigli”, e a distanza di oltre cent’anni si deve sottolineare che queste sue “grinfie” ancora possenti e intrise di aneddoti, in grado di catturare senza più mollare la presa sia chi a Praga è nato, sia chi ci è arrivato dopo, per immigrazione o turismo.

Franz Kafka ha vissuto, lavorato e amato come chiunque altro, frequentando palazzi, appartamenti, caffè, cinema e uffici, senza disdegnare qualche locale di dubbia fama. Diamo un’occhiata a questi posti, seguendo un itinerario storico-architettonico attraverso la vecchia Praga.

Palazzo alla Torre (casa natale)

Náměstí Franze Kafky 3
Palazzo alla Torre – Náměstí Franze Kafky 3, Staré Město (Piazza Franz Kafka 3, Città vecchia)

Palazzo alla Torre – Náměstí Franze Kafky 3, Staré Město (Piazza Franz Kafka 3, Città vecchia) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Partiamo alla scoperta di Praga, esattamente come fece Franz Kafka, nato in questo palazzo angolare che si affaccia sulla Piazza della Città vecchia, Staroměstské náměstí (in tedesco Altstädter Ring). Ma sarà vero? Poche cose della cosiddetta “città delle cento torri” sono effettivamente come appaiono a prima vista, e qui, nell’odierna piazza Franz Kafka, ne abbiamo una doppia conferma.

Kafka nacque il 3 luglio 1883 nel palazzo barocco Am Turm, cioè “alla torre” (quella della limitrofa chiesa di San Nicola) e l’ottavo giorno dopo la nascita, come da usanza ebraica, venne circonciso. Nella sua casa natale poté muovere solo i primissimi passi, visto che la sua famiglia la lasciò già nel 1885, quando Franz aveva solo due anni, a causa della ristrutturazione del vicino Josefov, ghetto ebraico, che riguardò anche il palazzo barocco in cui viveva. Il rifacimento, completato qualche anno dopo, rispettò abbastanza fedelmente l’aspetto originale: nel nuovo edificio, arretrato di qualche metro e leggermente innalzato rispetto al palazzo precedente, vennero integrati il portale barocco e il balcone originari. E quindi è vero che si tratta della casa natale di Kafka? Sì e no: l’edificio non era esattamente questo, ma il suo percorso verso il mondo è effettivamente passato attraverso il portale che possiamo ammirare ancora oggi.

Casa Minutta

Staromestské Námestí 2
Casa Minutta – Staromestské Námestí 2 (Piazza della Città vecchia, 2 )

Casa Minutta – Staromestské Námestí 2 (Piazza della Città vecchia, 2 ) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

La famiglia Kafka si trasferì in un altro paio di appartamenti, prima di spostarsi a soli 190 metri, circa tre minuti a piedi, dal Palazzo alla Torre, nella tardogotica Casa Minutta (in foto, al centro) che oggi colpisce per lo splendido sgraffito rinascimentale della seconda metà del XVI secolo, che però Kafka non vide da bambino, dato che all’epoca la facciata era ancora imbiancata.

Le sue tre sorelle, Gabrielle (Elli), Valerie (Valli) e Ottilie (Ottla), nacquero in rapida successione in questa casa, il cui nome deriva dall’italiano “al minuto” (vi si vendevano infatti piccoli oggetti al dettaglio). E probabilmente era qui il cortile (pavlač, Pawlatsche in tedesco) in cui una notte, per punizione, il padre lasciò il piccolo Franz, che visse così un’esperienza che avrebbe descritto molti anni dopo nella famosa, mai spedita Lettera al padre.

È da questa casa che Franz uscì per andare per la prima volta a scuola, nel settembre 1889. Un percorso non lungo, ma certamente faticoso, attraverso la grande piazza e poi i tortuosi vicoli gotici attorno alla Chiesa di Santa Maria di Týn (Týnský Chrám), attaccato alle gonne della cuoca di famiglia, che lo accompagnava e doveva tirarlo via dagli angoli dei palazzi ai quali si aggrappava, visto che lui, pur non avendone motivo, aveva paura di andare a scuola. Magnifiche descrizioni di questo percorso mattutino si possono leggere nelle sue Lettere a Milena.

Palazzo “Ai tre re”

Celetná 3
Palazzo “Ai tre re” – Celetná 3, Staré Město (Città Vecchia)

Palazzo “Ai tre re” – Celetná 3, Staré Město (Città Vecchia) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

All’età di nove anni, Kafka si trasferì di nuovo, stavolta però in un posto non del tutto sconosciuto: suo padre Hermann, infatti, aveva iniziato già nel 1887 a gestire un negozio e un magazzino al piano terra della Casa “Ai tre re” (in tedesco Dreikönigshaus o Haus bei den drei Königen), che ospita tuttora locali commerciali. Sappiamo che Franz vi si recava molto spesso (del resto erano solo due minuti a piedi dalla Casa Minutta) anche prima che la famiglia vi si trasferisse al secondo piano, in un appartamento di sei stanze.

Kafka trascorse qui tutto il periodo del ginnasio e dell’università. La governante ceca delle sue sorelle ricordava: “Era un giovane alto, magro, serio di natura, poco loquace… la porta della sua stanza era sempre aperta. Vicino alla porta c’era una scrivania con un libro di diritto romano in due volumi”. Anche Reiner Stach ricorda quel libro di diritto romano in due tomi per quasi 2.500 pagine, nel capitolo Seduzioni della prima parte della sua trilogia su Kafka, intitolata Kafka: i primi anni. Si dice che sia stato questo libro a far venire a Kafka la voglia di imparare qualcosa di diverso dalle frasi giuridiche. Dal suo posto davanti al libro di testo, che era appoggiato su un tavolo vicino alla finestra aperta, si dice che guardasse spesso in via Celetná, dove c’era un negozio di abbigliamento con una commessa carina, che a sua volta guardava Franz alla finestra. Il resto sono pettegolezzi, ma una cosa è certa: la graziosa commessa non fu tra le famose quattro donne legate a Kafka.

Palazzo Hrzan von Harras

Celetná 12
Palazzo Hrzan von Harras – Celetná, 12

Palazzo Hrzan von Harras – Celetná, 12 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Nel 1906, Hermann Kafka trasferì nuovamente la sua attività e, poco dopo, tutta la famiglia. Sarebbe esagerato dire che si spostarono dietro l’angolo, perché la nuova abitazione, Palais Hrzan von Harraz, era a soli 60 metri di distanza, sull’altro lato della strada. L’alto edificio barocco realizzato dall’architetto Giovanni Battista Alliprandi, con fondamenta romaniche e nucleo gotico, divenne la residenza di Franz Kafka nel 1907.

In quel periodo Kafka aveva già scritto Descrizione di una battaglia (1904/05) e stava lavorando al racconto Preparativi di nozze in campagna (1907/1908). Abitava ancora in questo palazzo anche quando ad esempio scrisse (e pubblicò!) Conversazione con l’ubriaco (1909) o quando scrisse il reportage Aereoplani a Brescia (1909) nell’ambito del suo viaggio in Italia con Max Brod.

Palazzo Kinský

Staromestské Námestí 3 
Palazzo Kinský – Staromestské Námestí 3 (Piazza della Città Vecchia, 3)

Palazzo Kinský – Staromestské Námestí 3 (Piazza della Città Vecchia, 3) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Nell’ottobre del 1912 Hermann Kafka trasferì per l’ultima volta il suo negozio, sempre nei paraggi e in un posto molto prestigioso, ossia Palazzo Kinský, direttamente in Piazza della Città Vecchia, dove tra l’altro si era celebrato il suo matrimonio e dove si trovava anche il ginnasio di lingua tedesca frequentato da Franz.

La piazza della Città Vecchia (Staromestské Námestí, in tedesco Altstädter Ring e allora chiamata Großer Ring) era il cuore di Praga e perciò vivere o lavorare là, all’indirizzo più ambito, era segno di successo e affermazione sociale. Per la madre di Kafka, Julia nata Löwy, non era una novità: lei ci era cresciuta con la sua famiglia, mentre per il padre Hermann, commerciante proveniente da una famiglia povera della Boemia meridionale, vivere qui o nelle immediate vicinanze era una conferma del suo avanzamento sociale.

Palazzo “Zum Schiff” (Hotel Intercontinental)

Pařížská 36
Casa “Zum Schiff”, oggi Hotel Intercontinental – Pařížská 36, Staré Město (Città Vecchia)

Casa “Zum Schiff”, oggi Hotel Intercontinental – Pařížská 36, Staré Město (Città Vecchia) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Tra il 1907 e il 1913 Franz Kafka e la sua famiglia abitarono al quarto piano del nuovo palazzo in stile liberty “Zum Schiff”, costruito sulle rovine dell’ex ghetto ebraico, a poche centinaia di metri dalla piazza della Città Vecchia. L’edificio fu però distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, più precisamente nell’insurrezione di Praga del maggio 1945, quando i nazisti bombardarono via Pařížská e la Piazza della Città Vecchia dalle colline di Letná, là di fronte. Dal 1974, in questo luogo sorge l’hotel Hotel Intercontinental, esempio di architettura brutalista.

In una notte di settembre, nel 1912, Franz Kafka scrisse qui La condanna (o Il verdetto, o anche Il giudizio; in tedesco Das Urteil), e in quello stesso anno La metamorfosi: leggendo con attenzione il celebre racconto e confrontandolo con ciò che sappiamo del palazzo dell’epoca, ci si rende perfettamente conto che è stato ambientato proprio lì, anche se il famoso appartamento con la stanza di passaggio di Franz, nella quale Gregor Samsa si svegliò una mattina da sogni agitati, non esiste più. Per un’ironia della storia, il luogo in cui è stato scritto La metamorfosi si è trasformato anch’esso e ormai da lungo da tempo, diventando del tutto irriconoscibile.

Palazzo Oppelt

Staromestské Námestí 5 
Palazzo Oppelt – Staromestské Námestí 5 (Piazza della Città Vecchia, 5)

Palazzo Oppelt – Staromestské Námestí 5 (Piazza della Città Vecchia, 5) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Il magnifico Palazzo Oppelt è situato all’angolo tra la piazza della Città Vecchia e l’ex via Mikulášská, oggi via Pařížská. La famiglia di Kafka vi si trasferì nel 1913, ma Kafka vi soggiornò solo per alcuni periodi, caratterizzati da interruzioni sempre più frequenti, anche perché nel frattempo aveva già trent’anni e quindi era arrivato il momento di essere un po’ più indipendente.

Dopo l’insorgere della malattia nel 1917, tornò di tanto in tanto nell’appartamento dei genitori, che distava solo 100 metri dalla casa natale. Una volta mostrò al suo insegnante di ebraico Friedrich Thieberger la vista dalla finestra di Palazzo Oppelt, dicendogli: “Qui c’era il mio ginnasio, là nell’edificio di fronte l’università e un po’ più a sinistra il mio ufficio. È in questo piccolo cerchio” – e proseguì disegnando un paio di cerchietti con un dito – “che si racchiude tutta la mia vita”.

Vicolo d’Oro (Castello di Praga)

Zlatá ulička 22
Vicolo d’Oro (nell’area del Castello di Praga) – Zlatá ulička 22 (Vicolo d’Oro 22)

Vicolo d’Oro (nell’area del Castello di Praga) – Zlatá ulička 22 (Vicolo d’Oro 22) | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Uno dei luoghi di Praga più saldamente associati a Kafka, e quindi grande attrazione turistica, è la graziosa casetta al numero 22 del Vicolo d’Oro, nell’area del Castello di Praga. In questo vicolo vissero la guardie del Castello, gli alchimisti che producevano oro[2] e in seguito una serie di artisti e scrittori, tra i quali Gustav Meyrink, che qui ambientò la trama del suo Golem.

Nell’estate del 1916, la sorella Ottla prese in affitto la casa al civico 22, lasciandola poi a Franz, che vi andò a scrivere dal novembre 1916 al marzo 1917 circa, poiché cercava quella pace e tranquillità che non trovava nel suo appartamento da scapolo alla Casa “Al Pesce d’Oro” in via Dlouhá. Qui, all’ombra della Cattedrale di San Venceslao, nel cuore della capitale, creò un’opera assolutamente non urbana: la raccolta di racconti intitolata Il medico di campagna, ispirandosi per il personaggio del medico allo zio materno, Siegfried Löwy.

Palazzo Schönborn

Tržiště 15
Palazzo Schönborn – Tržiště 15

Palazzo Schönborn – Tržiště 15 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

“All’incirca in quel periodo tornai da Monaco con rinnovato coraggio, andai in un’agenzia immobiliare, dove quasi come prima cosa mi dissero di avere un appartamento per me in uno dei più bei palazzi: due stanze, un’anticamera, metà della quale attrezzata a bagno, per seicento corone all’anno. Era come realizzare un sogno. Ci andai. Le stanze erano belle, con soffitti alti, rosse e dorate come a Versailles, con quattro finestre su un cortile tranquillo e solitario, una finestra sul giardino. E che giardino! Varcando il portone del palazzo, si stenta a credere ai propri occhi”, scrisse Kafka a Felice Bauer nell’inverno 1916/1917.

Tuttavia, il suo entusiasmo si raffreddò presto: gli diedero effettivamente un appartamento a Palazzo Schönborn, magnifico edificio barocco della seconda metà del XVII secolo, ma non lo stesso: leggermente più piccolo, un po’ più accogliente, al secondo piano e con vista sulla strada: “Mi danno l’appartamento sul vicolo per seicento corone, ma senza i mobili su cui avevo contato. Ci sono due stanze e un’anticamera, c’è la luce elettrica, però non c’è il bagno, non c’è la vasca. Ma tanto non ne ho bisogno“. Quando mise un lettino preso in prestito nella stanza grande, in quel palazzo barocco, tuttavia, si sentì a disagio, tanto che vi rimase solo da marzo a settembre 1917. Poi tornò nell’appartamento dei genitori nella Casa Oppelt e scrisse alla sorella Ottla il 2 settembre 1917: “Trasferimento fatto. Finestre del palazzo chiuse per l’ultima volta, porta chiusa a chiave. Quanto dev’essere simile la morte!”.

Assicurazioni Generali

Václavské náměstí 19 
Assicurazioni Generali – Václavské náměstí 19 (Piazza Venceslao 19). Dal 1924 il palazzo è sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America.

Assicurazioni Generali – Václavské náměstí 19 (Piazza Venceslao 19). Dal 1924 il palazzo è sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America. | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

All’età di aveva 24 anni, Franz Kafka intraprese la carriera di funzionario pubblico. In tasca aveva una laurea in giurisprudenza, ma in testa, come nel cuore, aveva ancora un’idea piuttosto vaga del suo futuro. Poi entrò in gioco un altro zio da parte materna, l’influente direttore delle ferrovie di Madrid Alfred Löwy, che gli procurò un posto di lavoro presso la filiale di Praga delle Assicurazioni Generali.

Franz entrò con grande ottimismo (“grande” per i suoi standard) nello splendido edificio neobarocco di piazza Venceslao, commissionato dalla compagnia assicurativa italiana a Friedrich Ohmann e fatto poi ristrutturare da Osvald Polívka. Quell’impiego, tuttavia, non tardò a snervarlo, soprattutto per la mancanza di tempo libero. Sognava che suo zio a Madrid potesse trovargli un lavoro migliore, più esotico, magari da qualche parte oltreoceano, ma ciò non accadde e così, dopo nove mesi, si licenziò per presunti motivi di salute. Non andò poi oltreoceano, ma solo a poche strade di distanza, all’Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia.

Ex Cinema Ponrepo

Karlova 20
Ex Cinema Ponrepo – Karlova 20

Ex Cinema Ponrepo – Karlova 20 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Kafka non viveva certo solo per il lavoro. Come racconta nel suo libro Kafka geht ins Kino (Kafka va al cinema) il pubblicista tedesco Hanns Zischler (v. Kafka im Kino di Alice Aronová), era un grande appassionato di cinema e frequentava, tra gli altri, il primo cinema aperto a Praga, che dal 1907 si trovava in via Karlova 20, vicino al famoso Ponte Carlo, in un bel palazzo celeste chiamato in tedesco “Beim Blauen Hecht” (Al Luccio Blu).

Questo primo cinema di Praga si chiamava Ponrepo ed era gestito dall’illusionista Viktor Ponrepo (vero nome: Dismas Šlambor). In via Karlova 20 non c’è più, ma come cinema esiste ancora e si trova poco distante, in via Bartolomějská. Nel nuovo Ponrepo la presenza di Kafka si sente ancora oggi, grazie agli omaggi che gli dedica di tanto in tanto l’Archivio Nazionale Cinematografico Ceco che lo gestisce, ad esempio proiettando i film preferiti da Kafka, come Den hvide sklavehan (Lo schiavo bianco, 1911), naturalmente con il sostegno del locale Goethe-Institut.

Café Arco

Dlážďěná 6
Café Arco – Dlážďěná 6

Café Arco – Dlážďěná 6 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

L’imponente edificio angolare in prossimità dell’odierna stazione ferroviaria Masaryk (all’epoca Stazione Ferroviaria Statale di Praga) fu costruito nel 1907 dal proprietario del caffè Josef Suchánek, che ne destinò una parte al suo locale. Presto cominciò a riunirsi qui la cerchia di letterati praghesi di lingua tedesca che dal palazzo prese il nome.

Appartenevano al circolo del Café Arco molti autori di lingua tedesca come Egon Erwin Kisch, Franz Werfel, Oskar Baum e Max Brod, che vi invitò il suo amico Franz Kafka. Quest’ultimo amava passarvi del tempo, ma a differenza degli altri lo frequentava in modo piuttosto sporadico, anche se oggi è proprio il suo il primo nome che i praghesi citano in riferimento al Café Arco, eclissando addirittura quello di Albert Einstein, che pure lo frequentò spesso durante il suo soggiorno a Praga tra il 1911 e il 1912.

Gogo / Al Pavone Rosso

Kamzíkova 6
GoGo – U Červeného páva (Al Pavone Rosso), Kamzíkova 6

GoGo – U Červeného páva (Al Pavone Rosso), Kamzíkova 6 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

L’istituto nazionale ceco per la tutela dei monumenti descrive il palazzo “U Červeného páva” (Al Pavone Rosso) come edificio neoclassico, progettato da Jan Maxmilian Heger nel 1836 al posto di due piccole costruzioni di epoca medievale, senza tuttavia menzionare il fatto che dal 1866 ospitò il Gogo, uno dei bordelli più famosi di Praga, al quale non sfuggirono molte celebrità, tra cui Franz Kafka.

Il Gogo, che prende il nome dal suo primo proprietario, Abraham “Gogo” Goldschmied, è situato in posizione centrale (il negozio di Hermann Kafka in piazza della Città Vecchia dista solo tre minuti a piedi), ma – come si addice a un locale di questo genere – è ben nascosto nella tortuosa e appartata via Kamzíkova. Rifacendosi al nome della via (Kamzík in ceco significa camoscio), gli ospiti del bordello erano soliti scherzare sul fatto che andavano “a caccia di camosci” nel palazzo Al Pavone Rosso, evitando di parlare esplicitamente delle loro frequentazioni. Non è dato sapere quanti “camosci” abbia cacciato e catturato Kafka, ma lui stesso raccontava di non essere avverso alla vita notturna in locali come il Gogo, il Trocadero o l’Eldorado: “Sono passato davanti al bordello come fosse la casa di un’amante”, scrisse ad esempio nel suo diario il 1° gennaio 1910.

Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro

Na Poříčí 7
Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – Na Poříčí 7

Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – Na Poříčí 7 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Franz Kafka, comunque, non trascorse la maggior parte della sua vita né nei caffè, né nei bordelli, e neanche in viaggio fuori Praga, anche se sarebbe stato certamente incline a farlo: piuttosto, dovette dedicare gran parte del suo tempo al lavoro, e purtroppo non alla scrittura.

Dopo le dimissioni dalle Assicurazioni Generali, il suo posto di lavoro per i successivi (e ultimi) 14 anni fu l’edificio neobarocco dell’Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia, la più grande istituzione finanziaria del regno austroungarico specializzata nell’assicurazione contro gli infortuni. Kafka aveva circa 260 colleghe e colleghi, cechi e tedeschi; all’epoca della sua assunzione, solo tre erano ebrei. Man mano che avanzava di livello, nel corso degli anni, l’ubicazione del suo ufficio scendeva verso il basso: inizialmente al quarto piano, dopo la nomina a vicesegretario si spostò in un ufficio al primo piano, proprio accanto all’ufficio del direttore. Il palazzo è oggi un albergo che si fregia con orgoglio del suo passato legato a Kafka.

Nuovo cimitero ebraico

Izraelská 1
Nuovo cimitero ebraico – Izraelská 1

Nuovo cimitero ebraico – Izraelská 1 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

Kafka si spense il 3 giugno 1924 a Kierling, vicino Vienna. L’ottavo giorno dopo la sua morte, il suo corpo fu sepolto nel nuovo cimitero ebraico di Praga, a circa cinque chilometri dal luogo in cui era nato il 3 luglio 1883. Qualche anno dopo, le spoglie mortali dei suoi genitori furono ricongiunte alle sue. Al cimitero è possibile deporre un sassolino sulla sua tomba, come da tradizione ebraica, in ricordo del defunto.

Monumento a Kafka

Dušní 1
Monumento a Kafka, opera di Jaroslav Róna – Dušní 1

Monumento a Kafka, opera di Jaroslav Róna – Dušní 1 | Foto: Petr Machan; © Goethe-Institut Repubblica Ceca

A Praga sono numerosi i monumenti e gli oggetti in ricordo di Franz Kafka, come ad esempio una targa commemorativa presso la casa natale, suoi disegni all’interno dell’Hotel Century, negli spazi dell’ex Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, una scultura girevole realizzata da David Černý nei grandi magazzini Quadrio, o il Museo Kafka di via Cihelná 635.

Un altro monumento da vedere è la sua statua in bronzo vicino alla Sinagoga spagnola, realizzata nel 2003 per l’austriaca Franz-Kafka-Gesellschaft dal noto scultore ceco Jaroslav Róna, che si è ispirato a una citazione tratta da Descrizione di una battaglia: “Con insolita destrezza saltai sulle spalle del mio conoscente e, incitandolo con i miei pugni sulla schiena, lo feci trotterellare dolcemente”.
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[1] N.d.T.: il piccolo comune austriaco del sanatorio nel quale trascorse gli ultimi 46 giorni di vita.
[2] N.d.T.: Secondo una leggenda, abitavano in quella stradina anche alcuni alchimisti che cercavano di tramutare il ferro in oro per Rodolfo II d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1576 al 1612.

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