La questione generazionale | di GABRIELE MAGRO
Buongiornissimi e apocalissi
Mentre scrivevo i pezzi precedenti mi era venuta voglia di scrivere due righe su questa faccenda del movimento per la giustizia climatica e della questione generazionale, e adesso lo faccio. Le grafiche non c’entrano nulla, però fa abbastanza ridere se le mandi su Whatsapp agli zii e alle zie che ti infliggono a ogni onomastico una gif glitterata. Magari viene un po’ di climate anxiety anche a loro, ché alla fine ansia comune mezzo gaudio.
Di Gabriele Magro
C’eravamo tanto odiati
© Goethe-Institut Italien | Grafica: Gabriele Magro Benedetto sia chi, tanti anni fa, da qualche parte nell’internet, ha detto per la prima volta “Ok, boomer”. L’onda lunga è arrivata anche qui in Italia, e, per chi avesse vissuto fuori dal pianeta Terra negli ultimi due anni (che fortuna e che invidia), un articolo del Sole 24 Ore può servire a fare il punto:“Ok boomer” racchiude (...) l’insofferenza di giovani stanchi di subire, che, semplicemente, pretendono di essere rispettati, ascoltati. Di essere presi sul serio”.
Boomers and doomers
© Goethe-Institut Italien | Grafica: Gabriele Magro“Sarebbe tutto più facile se si potesse individuare subito una vittima e un carnefice, qualcuno che ha colpa (i Baby Boomers, nati nel periodo del boom economico tra il 1945 e il 1964) e qualcuno che ne subisce le conseguenze (i Millennials, nati fra gli ’80 e i ’90), pulito e incolpevole”,
It’s a boomer world, baby
© Goethe-Institut Italien | Grafica: Gabriele Magro Sì, i baby boomers sono la generazione che emette più Co2. Sì, sono anche la generazione che ha ignorato per decenni gli avvisi sul cambiamento climatico che arrivavano dalla comunità scientifica. Eppure sono la generazione con le maggiori possibilità di spesa, e una ricerca di GlobalWebIndex evidenzia che sarebbero disposti a spendere di più per cambiare le loro abitudini e consumare prodotti più sostenibili. Se abbiamo deciso di provare a combattere la battaglia (difficilissima, e chissà fino a che punto utile) del consumo etico, serve sapere che non possiamo vincerla senza di loro e che tocca convertirli. D’altra parte, sembra quasi superfluo dirlo, i baby boomer sono anche la generazione che detiene gran parte del potere politico, ma i dati di Pew Research Center (questo è un survey molto curato e con dati recenti, dacci un’occhiata) dimostrano chiaramente che c’è, da parte loro, un desiderio di ascoltare le istanze del movimento ambientalista.Insomma, i tempi sono maturi e, che ci piaccia o no, costruire un dialogo intergenerazionale costruttivo è fondamentale per intervenire sul funzionamento della società e dei suoi sistemi produttivi. Sta a noi, quindi, parlare con chiarezza di giustizia climatica, di transizione (v. L'importanza della giustizia climatica) e di postcapitalismo (v. Modi di vivere alternativi). E sta a noi essere pazienti con gli zii e le zie ai pranzi di Natale.
Nelle prime tre stagioni di Blog, engage, act! abbiamo affrontato il presente, illustrando lo stato attuale della lotta al cambiamento climatico e gettando uno sguardo dietro le quinte e sugli sviluppi dei movimenti che si battono a favore del clima. Nella quarta e ultima stagione guardiamo al futuro, interrogandoci sulle possibilità di una vera svolta nelle nostre società, sul modo in cui viviamo già oggi il cambiamento, sulle misure (creative) necessarie e sul perché è fondamentale che partecipino tutti. Anche tu!
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