Girare in bici a Berlino
Tra libertà e rischio
Per molti berlinesi girare in bici significa sentirsi vivi e liberi: la bicicletta è il mezzo di trasporto ideale e rappresenta il futuro, nonostante due secoli di tradizione.
“È fantastica l’idea di una città con più spazio e una migliore qualità dell’aria”, commenta una ciclista che non si lascia intimorire dalla pioggia. Al momento, comunque, è soltanto un’idea: nella realtà sulle strade di principali di Berlino (e non solo) ogni giorno si formano lunghe colonne di macchine, semaforo dopo semaforo, e gli automobilisti restano intrappolati negli imbottigliamenti come singoli lottatori mentre i ciclisti gli sfrecciano accanto quasi beffardi. Eppure qualcosa si muove anche tra gli automobilisti più convinti, anche se è soltanto il traffico in centro città a far registrare un calo e solo il 13% delle tratte viene percorso in bicicletta, a fronte del 40% di cui può vantarsi Münster, la città ciclabile per eccellenza in Germania.
Il 50% dei tragitti percorsi in macchina a Berlino non supera i 5 km, una distanza più che fattibile in bicicletta.
ciclisti a Berlino: idealisti, pragmatici, combattivi
Chi gira in bici a Berlino non deve soltanto controllare con lo sguardo l’intenso traffico che lo separa dall’incrocio successivo: la metropoli tedesca è ben lungi dall’essere una capitale per ciclisti, circolare in bicicletta non è divertente, i passaggi sono stretti e caotici tra bici, auto, bus, tram e pedoni, tutti impegnati a difendere un proprio spazio vitale.E le piste ciclabili? Troppo poche, troppo piccole, troppo poco visibili e spesso usate come parcheggi. Non c’è da meravigliarsi se il carattere tipicamente ruvido dei berlinesi fa fatica ad ammorbidirsi, e infatti gesticolano, sbraitano, si spintonano, che siano in macchina o in sella a una bicicletta. I ciclisti non fanno meno rumore ma sono anche l’anello più debole nel traffico: nel 2017 sulle strade cittadine ne sono morti 9 e nel 2016 addirittura 17, senza contare le centinaia di feriti gravi che si registrano ogni anno.
Muoversi in bicicletta significa da un lato la possibilità di spostarsi da un punto all’altro, ma significa anche vivere il tragitto in sé. E il percorso su due ruote, rispetto a quello al volante, può essere molto più stimolante: pensiamo ad esempio a un giro in città durante una calda notte estiva, quando le macchine sono ormai pochissime, i pedali si trasformano quasi in un’estensione del corpo e si diventa un tutt’uno con un movimento fluido che per qualche istante ci fa scordare tutto ciò che ci circonda (a parte il traffico, ovviamente).
Bike sharing: le bici a noleggio cambiano l’immagine della città
Chi si sta facendo prendere dall’entusiasmo e progetta di passare alla bicicletta deve sapere che ormai non occorre più averne una: quelle a noleggio sono ormai una realtà concreta, anzi la sensazione che si ha è che si moltiplichino di settimana in settimana perché le si vede ovunque, con i loro raggi arancio fluo, turchesi o argentati, coloratissime e sempre più evidenti, singole o in gruppo. Stiamo parlando delle oltre 16.000 bici a nolo offerte da 6 diversi operatori all’inizio del 2018, numero peraltro ancora in crescita, tanto che si sta iniziando a temere che questa massa possa ridurre ulteriormente il poco spazio rimasto sui marciapiedi. La Nextbike, una delle prime aziende di bike sharing arrivate nella capitale tedesca, fa registrare un numero di utenti in aumento nonostante una maggiore concorrenza.
Il fruscio dei pedali al posto del rombo dei motori: è la Berlino del futuro?
Il successo delle bici, intanto, ha raggiunto la politica, che ha compreso la necessità di un maggior impegno in favore delle due ruote ecologiche: all’inizio del 2018, nell’ambito del “Berliner Mobilitätgesetzes”, la legge per la mobilità di Berlino, è stata varata la prima legge della capitale tedesca (e della Germania) sulle biciclette, che tra le tante misure prevede piste ciclabili più numerose, più ampie e dotate di semafori sincronizzati sul verde, piste ciclabili veloci prive di incroci a raso, strade riservate, parcheggi multipiano per biciclette. “Con la legge per la mobilità è finalmente iniziata una nuova era: la città è di tutti, non più solo degli automobilisti”, dichiara con entusiasmo l’ADFC, associazione che rappresenta in Germania gli interessi dei ciclisti. In piccolo si sta sviluppando anche una città a misura di bicicletta, con un numero sempre crescente di iniziative in favore di zone pedonali e ciclabili, e iniziano a concretizzarsi anche progetti più ambiziosi come la “Radbahn”, una tratta ciclabile di ben 9 km che attraversa Berlino al di sotto del viadotto della metropolitana.Parcheggi multipiano per le bici
A Berlino quasi ogni lampione, ogni palo, ogni alberello viene usato per incatenarci la bicicletta. Secondo l’iniziativa “Referendum popolare pro bici” a Berlino occorrerebbero 200mila nuovi posti per la sosta delle bici: oltre a box che si possano chiudere a chiave, sono previsti parcheggi multipiano in cui stipare le due ruote sfruttando lo spazio in altezza. Con i suoi 3.500 posti quello di Münster è il più grande parcheggio multipiano per bici in Germania ed è dotato di tutti i servizi più utili agli utenti: un’officina, un punto di noleggio e addirittura un impianto per il lavaggio.
L’esempio di Münster: la città ciclabile è già realtà
Forse basta già dare un’occhiata a Münster per rendersi conto di come potrebbe essere Berlino in futuro, perché questa città della Renania Settentrionale-Vestfalia una cosa l’ha capita benissimo: per spingere più persone a pedalare, bisogna rimboccarsi le maniche. E infatti il traffico delle auto private è stato bandito dal centro città e l’infrastruttura è stata adeguata in maniera coerente alla bicicletta, tanto che 1 abitante su 3 la usa come mezzo di trasporto e con 500.000 unità il numero delle bici risulta essere quasi il doppio di quello degli abitanti. Naturalmente l’infrastruttura per le bici di Münster non potrebbe essere riproposta tale e quale in una metropoli di milioni di abitanti come Berlino, e comunque la trasformazione del panorama del trasporto potrà forse portare una nuova presa di coscienza. Spostarsi in bici dovrebbe diventare un’ovvietà, come lavarsi i denti: mattina e sera, senza nemmeno pensarci su, prendere la bici, partire e arrivare a destinazione nel giro di qualche minuto.
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