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Girare in bici a Berlino
Tra libertà e rischio

Un ciclista nel traffico evita una macchina che sta manovrando per parcheggiare.
Chi gira in bicicletta deve saper fare una vera e propria gimkana tra le auto. | © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind

Per molti berlinesi girare in bici significa sentirsi vivi e liberi: la bicicletta è il mezzo di trasporto ideale e rappresenta il futuro, nonostante due secoli di tradizione.

“È fantastica l’idea di una città con più spazio e una migliore qualità dell’aria”, commenta una ciclista che non si lascia intimorire dalla pioggia. Al momento, comunque, è soltanto un’idea: nella realtà sulle strade di principali di Berlino (e non solo) ogni giorno si formano lunghe colonne di macchine, semaforo dopo semaforo, e gli automobilisti restano intrappolati negli imbottigliamenti come singoli lottatori mentre i ciclisti gli sfrecciano accanto quasi beffardi. Eppure qualcosa si muove anche tra gli automobilisti più convinti, anche se è soltanto il traffico in centro città a far registrare un calo e solo il 13% delle tratte viene percorso in bicicletta, a fronte del 40% di cui può vantarsi Münster, la città ciclabile per eccellenza in Germania.
 

Il 50% dei tragitti percorsi in macchina a Berlino non supera i 5 km, una distanza più che fattibile in bicicletta.

 
Grafica: le bici in cifre © Goethe-Institut

ciclisti a Berlino: idealisti, pragmatici, combattivi

Chi gira in bici a Berlino non deve soltanto controllare con lo sguardo l’intenso traffico che lo separa dall’incrocio successivo: la metropoli tedesca è ben lungi dall’essere una capitale per ciclisti, circolare in bicicletta non è divertente, i passaggi sono stretti e caotici tra bici, auto, bus, tram e pedoni, tutti impegnati a difendere un proprio spazio vitale.

E le piste ciclabili? Troppo poche, troppo piccole, troppo poco visibili e spesso usate come parcheggi. Non c’è da meravigliarsi se il carattere tipicamente ruvido dei berlinesi fa fatica ad ammorbidirsi, e infatti gesticolano, sbraitano, si spintonano, che siano in macchina o in sella a una bicicletta. I ciclisti non fanno meno rumore ma sono anche l’anello più debole nel traffico: nel 2017 sulle strade cittadine ne sono morti 9 e nel 2016 addirittura 17, senza contare le centinaia di feriti gravi che si registrano ogni anno.
Una “bici fantasma”, interamente dipinta di bianco, ricorda  “bici fantasma” (in inglese “ghost bike”), interamente dipinta di bianco, ricorda un ciclista che ha perso la vita in un incidente stradale. Triste monito: la “bici fantasma” (in inglese “ghost bike”), interamente dipinta di bianco, ricorda un ciclista che ha perso la vita in un incidente stradale. | © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
Eppure l’idealismo di chi a Berlino sceglie questo mezzo non si lascia frenare né dalle statistiche, né dalla cattiva qualità dell’aria: “Vado in bicicletta perché è come viaggiare in cabrio tutto l’anno”, raccontano, oppure “perché così non restiamo imbottigliati, siamo più in sintonia con il tempo, rispettiamo l’ambiente, siamo più flessibili, non dipendiamo dagli orari dei mezzi pubblici, riusciamo ad arrivare a destinazione puntualmente e senza tanto stress”.

Muoversi in bicicletta significa da un lato la possibilità di spostarsi da un punto all’altro, ma significa anche vivere il tragitto in sé. E il percorso su due ruote, rispetto a quello al volante, può essere molto più stimolante: pensiamo ad esempio a un giro in città durante una calda notte estiva, quando le macchine sono ormai pochissime, i pedali si trasformano quasi in un’estensione del corpo e si diventa un tutt’uno con un movimento fluido che per qualche istante ci fa scordare tutto ciò che ci circonda (a parte il traffico, ovviamente).
 
  • “Una bici-carretto è l’ideale per una città in pianura come Berlino. Oltre ai miei figli, ho tutto lo spazio che voglio per trasportare la spesa e per me sostituisce la macchina”. Christina E. © Goethe-Institut / Foto: Alexandra Lau
    “Una bici-carretto è l’ideale per una città in pianura come Berlino. Oltre ai miei figli, ho tutto lo spazio che voglio per trasportare la spesa e per me sostituisce la macchina”. Christina E.
  • “A me piace andare in bici, io lo faccio tutto l’anno. Per Berlino sono piuttosto atipico: non ho niente contro gli automobilisti e per il resto sono assolutamente equilibrato”. Paul W. © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    “A me piace andare in bici, io lo faccio tutto l’anno. Per Berlino sono piuttosto atipico: non ho niente contro gli automobilisti e per il resto sono assolutamente equilibrato”. Paul W.
  • “Le metro piene non sono per me, io preferisco andare al lavoro in bicicletta. Il traffico in città può anche essere stressante, ma in cambio l’aria fresca e il movimento di prima mattina mi danno la sveglia”. Johanna D. © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    “Le metro piene non sono per me, io preferisco andare al lavoro in bicicletta. Il traffico in città può anche essere stressante, ma in cambio l’aria fresca e il movimento di prima mattina mi danno la sveglia”. Johanna D.

  • “Spesso mi chiedono se non sia scomodo girare per Berlino con una bici da corsa, visto che le strade sono piene di vetri. Comodo non è, ma ai suoi vantaggi non rinuncerei, e un paio di gomme a terra in più le metto in conto”. Nina R. © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    “Spesso mi chiedono se non sia scomodo girare per Berlino con una bici da corsa, visto che le strade sono piene di vetri. Comodo non è, ma ai suoi vantaggi non rinuncerei, e un paio di gomme a terra in più le metto in conto”. Nina R.

Bike sharing: le bici a noleggio cambiano l’immagine della città

Chi si sta facendo prendere dall’entusiasmo e progetta di passare alla bicicletta deve sapere che ormai non occorre più averne una: quelle a noleggio sono ormai una realtà concreta, anzi la sensazione che si ha è che si moltiplichino di settimana in settimana perché le si vede ovunque, con i loro raggi arancio fluo, turchesi o argentati, coloratissime e sempre più evidenti, singole o in gruppo. Stiamo parlando delle oltre 16.000 bici a nolo offerte da 6 diversi operatori all’inizio del 2018, numero peraltro ancora in crescita, tanto che si sta iniziando a temere che questa massa possa ridurre ulteriormente il poco spazio rimasto sui marciapiedi. La Nextbike, una delle prime aziende di bike sharing arrivate nella capitale tedesca, fa registrare un numero di utenti in aumento nonostante una maggiore concorrenza.
 
Bici a noleggio parcheggiate davanti al Konzerthaus di Berlino Le bici a noleggio della Netbike, allineate davanti al Konzerthaus di Berlino. La Netbike punta a raggiungere le 5.000 unità in 700 punti entro la fine del 2018. | © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
Grafica: bici a nolo © Goethe-Institut


Il fruscio dei pedali al posto del rombo dei motori: è la Berlino del futuro?

Il successo delle bici, intanto, ha raggiunto la politica, che ha compreso la necessità di un maggior impegno in favore delle due ruote ecologiche: all’inizio del 2018, nell’ambito del “Berliner Mobilitätgesetzes”, la legge per la mobilità di Berlino, è stata varata la prima legge della capitale tedesca (e della Germania) sulle biciclette, che tra le tante misure prevede piste ciclabili più numerose, più ampie e dotate di semafori sincronizzati sul verde, piste ciclabili veloci prive di incroci a raso, strade riservate, parcheggi multipiano per biciclette. “Con la legge per la mobilità è finalmente iniziata una nuova era: la città è di tutti, non più solo degli automobilisti”, dichiara con entusiasmo l’ADFC, associazione che rappresenta in Germania gli interessi dei ciclisti. In piccolo si sta sviluppando anche una città a misura di bicicletta, con un numero sempre crescente di iniziative in favore di zone pedonali e ciclabili, e iniziano a concretizzarsi anche progetti più ambiziosi come la “Radbahn”, una tratta ciclabile di ben 9 km che attraversa Berlino al di sotto del viadotto della metropolitana.
 

Parcheggi multipiano per le bici

A Berlino quasi ogni lampione, ogni palo, ogni alberello viene usato per incatenarci la bicicletta. Secondo l’iniziativa “Referendum popolare pro bici” a Berlino occorrerebbero 200mila nuovi posti per la sosta delle bici: oltre a box che si possano chiudere a chiave, sono previsti parcheggi multipiano in cui stipare le due ruote sfruttando lo spazio in altezza. Con i suoi 3.500 posti quello di Münster è il più grande parcheggio multipiano per bici in Germania ed è dotato di tutti i servizi più utili agli utenti: un’officina, un punto di noleggio e addirittura un impianto per il lavaggio.

I berlinesi hanno le idee chiare su come rendere la città a misura di bici: “La Berlino del futuro avrà strade a scorrimento veloce destinate unicamente alle biciclette e senza semafori per lunghi tratti, i parcheggi diventeranno più verdi e verranno destinati alla sosta delle bici, i pedoni e i ciclisti avranno la precedenza ai semafori e al posto del rombo dei motori si sentirà il fruscio dei pedali”, profetizza un ciclista particolarmente convinto. E a quel punto, chi non sceglierebbe la bicicletta?
 
  • Camion in sosta sulla pista ciclabile © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    La sosta sulla pista ciclabile a Berlino non è una rarità. Entro il 2020 la città dovrebbe avere 60 nuove piste ciclabili, e si spera vengano risparmiate dalla sosta selvaggia.
  • Ciclo-taxi davanti alla Porta di Brandeburgo © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    Con o senza autista? A Berlino va di moda il tour in ciclo-taxi, un modo per visitare la città in tutta calma.
  • Una carcassa di bicicletta incatenata a una ringhiera davanti a un tram di passaggio. © Goethe-Institut / Foto: Jörn Blind
    Deformata, arrugginita, abbandonata. Più che una bici, ormai è un mucchio di ferraglia. Sono oltre 100.000 gli scheletri di bici abbandonati in città, ma ci sono aziende che riescono a fare affari rimettendoli in sesto.
  • Molte bici in sosta una attaccata all’altra in un parcheggio dedicato. © Goethe-Institut / Foto: Alexandra Lau
    I parcheggi sono merce rara anche per le bici. In futuro il problema potrebbe ulteriormente aggravarsi: in città dovrebbero arrivare a breve almeno 30.000 nuove biciclette a noleggio.

L’esempio di Münster: la città ciclabile è già realtà

Forse basta già dare un’occhiata a Münster per rendersi conto di come potrebbe essere Berlino in futuro, perché questa città della Renania Settentrionale-Vestfalia una cosa l’ha capita benissimo: per spingere più persone a pedalare, bisogna rimboccarsi le maniche. E infatti il traffico delle auto private è stato bandito dal centro città e l’infrastruttura è stata adeguata in maniera coerente alla bicicletta, tanto che 1 abitante su 3 la usa come mezzo di trasporto e con 500.000 unità il numero delle bici risulta essere quasi il doppio di quello degli abitanti. Naturalmente l’infrastruttura per le bici di Münster non potrebbe essere riproposta tale e quale in una metropoli di milioni di abitanti come Berlino, e comunque la trasformazione del panorama del trasporto potrà forse portare una nuova presa di coscienza. Spostarsi in bici dovrebbe diventare un’ovvietà, come lavarsi i denti: mattina e sera, senza nemmeno pensarci su, prendere la bici, partire e arrivare a destinazione nel giro di qualche minuto.

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