Profili urbani: Francoforte
Tra skyline e graffiti

Città di contrasti: lo skate park vicino alla Banca Centrale Europea.
Città di contrasti: lo skate park vicino alla Banca Centrale Europea. | Foto (dettaglio): © picture alliance / Westend61 / Martin Moxter

La reputazione di cui gode Francoforte non è tra le migliori: tra quartiere bancario, aeroporto, droghe e zone a luci rosse, sono pochissime le persone che sceglierebbero questa città per viverci, eppure chi finisce qui, di solito, non vuole più lasciarla. La nostra redattrice Eva-Maria Verfürth mostra cosa rende tanto vivibile e amabile la metropoli finanziaria tedesca, nonostante tutti i cliché.

Di Eva-Maria Verfürth

Skyline e lotta per la casa

Lo skyline è il simbolo di Francoforte.
Lo skyline è il simbolo di Francoforte. | Foto (dettaglio): © Adobe
Negli Stati Uniti non sarebbe niente di straordinario, ma in Germania è davvero unico lo skyline di Francoforte, con i suoi 17 grattacieli, dei 18 in totale esistenti in Germania, e oltre 30 edifici di oltre 100 metri di altezza. Questi colossi di vetro e acciaio sono principalmente sede di banche, assicurazioni e società di consulenza, motivo per cui le poche strade che separano il Teatro dell’Opera e la stazione centrale si sono guadagnate il nome di “quartiere bancario”. Quest’ultimo, nato poco dopo la Seconda Guerra mondiale, quando il mondo finanziario tedesco si è spostato da Berlino a Francoforte, ha trasformato la città in uno dei maggiori centri finanziari d’Europa, sede oggi di ben 300 banche tedesche e straniere. Se i giganti di cemento non si sono ulteriormente moltiplicati a scapito delle costruzioni storiche, il merito è soprattutto della resistenza opposta dalla popolazione, che negli anni ’70 ha organizzato imponenti dimostrazioni contro gli sfratti che minacciavano gli immobili del distretto di Westend e ha occupato abusivamente degli edifici storici per impedirne la demolizione. Quel movimento di resistenza, protagonista di violenti scontri in strada con la polizia, è passato alla storia come “Frankfurter Häuserkampf” [lotta per la casa a Francoforte] e ha permesso di salvare numerosi immobili storici e di limitare a pochi isolati la costruzione di grattacieli, concentrata soprattutto negli anni ’80 e ’90. I dimostranti, tuttavia, non sono riusciti ad avere la meglio sui fenomeni alla base di tutto: speculazione edilizia, gentrificazione e sfratti sono infatti ancora oggi tra i problemi più pressanti della città.

Vita notturna nel quartiere a luci rosse

Ristoranti e locali alla moda al piano terra, luci rosse al piano superiore: il Bahnhofsviertel [quartiere della stazione] attrae persone per motivi molto diversi.
Ristoranti e locali alla moda al piano terra, luci rosse al piano superiore: il Bahnhofsviertel [quartiere della stazione] attrae persone per motivi molto diversi. | Foto (dettaglio): Boris Roessler © picture alliance / dpa
Uno dei luoghi che hanno fortemente contribuito alla cattiva reputazione della città è il Bahnhofsviertel [quartiere della stazione], che con i suoi locali a luci rosse, le birrerie più malandate e il punto di somministrazione di metadone, ai piedi dei colossi che ospitano le banche, è un luogo che mostra fitte e lunghe ombre sulla vita della metropoli: sbagliando uscita alla stazione, è facile ritrovarsi tra i drogati che si aggirano nel quartiere oggi degradato e problematico, ma costruito come zona nobile intorno alla fine dell’Ottocento secondo il modello parigino. Eppure il Bahnhofsviertel ha un altro lato, che negli ultimi anni lo ha reso anche il quartiere più iconico e internazionale: vi pullulano infatti, uno dietro l’altro, supermercati indiani, chioschi con specialità pakistane, ristoranti etiopi, birrerie tedesche, bar hipster e locali di musica elettronica. Vale la pena fare un giro da queste parti: la tipica atmosfera del vecchio Bahnhofsviertel si respira ad esempio nel Moseleck, dove al bancone ci si può intrattenere in bizzarre conversazioni con qualche sconosciuto a qualsiasi ora del giorno e della notte, mentre l’atmosfera della parte più nuova del quartiere si vive davanti allo Yok Yok, chiosco che alla sera attira a frotte chi dopo una festa ha voglia di una buona birra. E per ballare al ritmo di musica house si può andare al Plank o al Pracht, per il cabaret in ambiente di peluche rosso c’è l’ex locale di spogliarello Pik Dame e chi ama lo swing in stile anni ’20 deve assolutamente provare l’Orange Peel.

Una piacevole passeggiata nei quartieri alla moda

I quartieri del centro sono immersi nel verde e solo le cime delle torri all’orizzonte ricordano che ci si trova nel bel mezzo della metropoli finanziaria.
I quartieri del centro sono immersi nel verde e solo le cime delle torri all’orizzonte ricordano che ci si trova nel bel mezzo della metropoli finanziaria. | Foto (dettaglio): J.W. Alker © picture alliance
Come centro finanziario di importanza internazionale, con i suoi 750.000 abitanti, Francoforte ha la singolare caratteristica di essere straordinariamente piccola, con l’enorme vantaggio di offrire tutto ciò che dà la grande città, ma a minori distanze e con una maggior tranquillità rispetto alle metropoli di milioni di abitanti. Al di fuori del quartiere bancario, piuttosto piccolo per la verità, Francoforte è caratterizzata dalla tipica giocosa architettura della “Gründerzeit” e da grandi parchi. I quartieri residenziali centrali Bornheim, Nordend, Bockenheim e Sachsenhausen sono molto apprezzati per la tranquillità delle strade secondarie, gli accoglienti caffè e ristoranti, le graziose boutique, gli stravaganti cinema d’essai e le tipiche librerie. Ogni quartiere ha la sua via dello shopping; la più lunga – la Berger Strasse – si estende per quasi 3 km dal centro della città al cuore dell’antico borgo che si è poi trasformato in quartiere, con le sue case a graticcio e la chiesa con la caratteristica cupola a cipolla. Qui sopravvive ancora il piccolo commercio al dettaglio, dal negozietto di bricolage a quello di ferramenta sulla piazza, e in mezzo regna il verde, dagli spazi del pittoresco Bethmannpark con il suo giardino cinese, a quelli del Günthersburgpark, dove ci si stende a prendere il sole o si assiste ai concerti all’aperto, o ancora quello dello Holzhausenschlösschen, dell’ampio e tortuoso Grüneburgpar o del più selvatico Ostpark. In questi posti è piuttosto raro imbattersi in professionisti in cravatta e ventriquattrore, mentre di tanto in tanto, in fondo a qualche stradina costeggiata da edifici di altri tempi o tra le cime degli alberi, si può scorgere in lontananza la vetta di qualche grattacielo che ci riporta alla mente quel mondo delle banche che altrimenti appare estraneo a posti come questi.

Un patentino per l'ascensore

Un tempo sede aziendale, poi base militare, il terreno sul quale sorge l’Università Johann Wolfgang von Goethe ha una storia movimentata alle spalle.
Un tempo sede aziendale, poi base militare, il terreno sul quale sorge l’Università Johann Wolfgang von Goethe ha una storia movimentata alle spalle. | Foto (dettaglio): Stefan Espenhahn © picture alliance / imageBROKER
In tutta la Germania ne sono rimasti solo 250 e tra questi sono pochissimi quelli ancora aperti al pubblico, ma a Francoforte sono ancora una realtà i “paternoster”, i vecchi ascensori-montacarichi in legno dell’inizio del secolo scorso, ormai soppiantati quasi ovunque, per ragioni di sicurezza, dagli ascensori completamente chiusi negli anni Settanta. È divertente saltarvi dentro e fuori, e ce ne sono addirittura otto contemporanemente in servizio, ad esempio, nell’edificio principale della Goethe-Universität, dove per un certo periodo erano stati riservati ai dipendenti dell’università, o meglio a quelli addestrati a utilizzarli sotto l’occhio vigile dell’apposito personale di sicurezza, mentre oggi sono nuovamente aperti al pubblico. L’edificio principale dell’Università vale la visita, non solo per questi famosi ascensori, ma anche e soprattutto per l’imponente architettura: il complesso, della lunghezza di 250 metri, è stato costruito intorno al 1930 come sede del gigante chimico-farmaceutico I.G. Farben ed è anche un memoriale dei tempi bui del passato nazista, poiché l’azienda distribuiva tra l’altro il “Zyklon B” [N.d.T.: nome commerciale di un agente tossico usato nelle camere a gas di alcuni campi di sterminio] e gestiva dei campi di concentramento. Dopo la fine della guerra, gli USA hanno utilizzato la struttura come base militare, mentre l’Università che vi ha sede oggi si propone come contrasto positivo con il passato. Un intento riuscito: enormi tigli e salici piangenti crescono negli storici spazi verdi che circondano gli edifici, muretti in pietra attraversano i prati, una scultura di ninfa adorna un bacino d’acqua, il caffè dell’università allestisce rinfreschi nella sala circolare con le sue ampie vetrate, e ovunque circolano studenti, docenti e addirittura bambini e adolescenti su pattini e skateboard.

Il nuovo centro storico

Il centro storico di Francoforte
Il centro storico di Francoforte | Foto (dettaglio): Jochen Tack © picture alliance
Mentre altre città si mettono in competizione per stabilire chi possa vantare il centro storico più antico, Francoforte sono orgogliosi di qualcosa di molto diverso: il centro storico più recente della Germania, effettivamente anche abbastanza nuovo. Come per altre città tedesche, il cuore medievale e rinascimentale di Francoforte è andato quasi completamente distrutto con i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, e nel dopoguerra è stato ricostruito solo il Römer, la piazza centrale con lo storico municipio e le grandi facciate a graticcio. Il resto della città vecchia ha tirato avanti con una risistemazione piuttosto squallida consistente in edifici frettolosamente eretti negli anni ’50, finché, dopo lunghi dibattiti, l’amministrazione ha deciso di far risorgere la vecchia struttura cittadina, ma non con una ricostruzione storica, bensì attraverso un moderno esperimento architettonico: la costruzione di 35 case, di cui 15 fedeli all’originale e 20 nuovi immobili stilisticamente ispirati a quelli storici e quindi con rigide specifiche di progettazione. La gamma dei colori è stata limitata, i tetti assolutamente in ardesia e anche le facciate in determinati materiali. In molti punti sono stati inseriti pezzi originali delle vecchie case del centro storico, e così, dal 2018, le stradine tra la cattedrale e il Römer sono nuovamente costeggiate da case in stile rinascimentale, barocco e classicista e inframezzate da eleganti caffè e boutique.

Champions League sul fiume Meno

La squadra femminile dell’Eintracht Francoforte (in nero) durante una partita della Bundesliga contro il 1° FFC Turbine Potsdam (in rosso).
La squadra femminile dell’Eintracht Francoforte (in nero) durante una partita della Bundesliga contro il 1° FFC Turbine Potsdam (in rosso). | Foto (dettaglio): Ulrich Scherbaum © picture alliance / Eibner-Pressefoto
Francoforte viene spesso annoverata negli annali del calcio: la squadra della città sul Meno ha vinto per 9 volte il campionato tedesco e per 19 volte si è aggiudicata il DFB-Pokal, la coppa di Germania, ma il merito di questi successi è arrivato raramente dagli uomini: la squadra maschile dell’Eintracht Frankfurt, infatti, riesce abbastanza spesso a classificarsi in zona Champions League e in un passato piuttosto remoto (nel 1959) è anche diventata campione in Bundesliga, ma i migliori piazzamenti li ha ottenuti la squadra femminile. Se gli uomini devono spesso accontentarsi di giocare in Europaleague (definita una volta da Franz Beckenbauer “la coppa dei perdenti”), la squadra femminile di maggior successo in Germania, fino all’estate 2020 indipedente come FFC Frankfurt), ha già vinto 4 volte la Champions League e 7 volte il campionato. Anche il FSV Bornheim è stato a lungo un gioiellino: la squadra maschile di questo club, che porta il nome di un quartiere di Francoforte, è riuscita a rimanere nella seconda Bundesliga per anni, ospitando nel suo stadio da 12.000 spettatori in pieno centro città addirittura la prima squadra dello FC Köln o dello FC St. Pauli, avvicinandosi quanto mai al calcio professionale di prima categoria. Da quando però il club è retrocesso in Regionalliga nel 2017, per guardare una partita di Bundesliga maschile si deve tornare al Commerzbank Stadium e ci si deve unire ai 45.000 tifosi dell’Eintracht. Per inciso, anche a livello di FSV è stata la squadra femminile ad ottenere i maggiori successi, con tre campionati e cinque coppe vinte, finché è stata sciolta nel 2006 per motivi economici.

Rave e feste di strada

Il tipico vino di mele di Francoforte nell’apposito bicchiere scanalato e nella brocca tradizionale, chiamata “Bembel”.
Il tipico vino di mele di Francoforte nell’apposito bicchiere scanalato e nella brocca tradizionale, chiamata “Bembel”. | Foto (dettaglio): Arne Dedert © picture alliance / dpa
Presumibilmente è un’usanza che risale all’epoca medievale, ma oggi, comunque, è senz’altro così: a Francoforte la gente si incontra al mercato. I tifosi dell’Eintracht frequentano quello dei produttori in piazza Konstablerwache, i nottambuli quello del vino nel Friedberger Platz, i collezionisti il mercatino delle pulci sulle sponde del fiume, e tutti si incontrano per un caffè e due chiacchiere nel mercato di quartiere. È al mercato che si possono assaggiare le migliori specialità regionali, come ad esempio la “grüne Soße” (una salsa verde fredda con erbe fresche di stagione), oppure “Handkäs mit Musik” (un formaggio locale a pasta dura, aromatizzato con cipolla e semi di cumino), al meglio con un buon bicchiere di “Ebbelwoi” (la parola dialettale che sta per “Apfelwein”, il vino di mele) versato dal “Bembel” (una tradizionale brocca panciuta in ceramica). Vale la pena farci un salto non solo a metà giornata, ma anche di sera: di venerdì il Friedberger Markt è strapieno di gente appassionata di vino e feste, che si dà appuntamento davanti ai chioschi di vino e di specialità gastronomiche per iniziare la serata. Chi preferisce un’atmosfera più tranquilla e disinvolta, si sposta poi nel “kleiner Friedberger Platz”, una piazzetta limitrofa, isola pedonale, dove la gente si ritrova davanti ai chioschi di birra a ritmo di reggae. A prescindere dal mercato, d’estate ci sono le feste di strada, ogni anno a decine, dal Brückenwall Straßenfest, con i suoi stravaganti negozi di design e di moda, al Berger Straßenfest, una festa open air su diversi chilometri alla quale partecipano decine di migliaia di persone, o al Koblenzer Straoßenfest, a carattere più alternativo, con asta di bibiclette e musica elettronica. Queste feste vengono organizzate dai residenti o da associazioni di quartiere, che allestiscono stand gastronomici, cocktail bar, tombola, mercatino delle pulci, ma anche bancarelle informative su iniziative cittadine e tanto divertimento fino a notte fonda.

Francoforte-Offenbach: amore-odio

Cinema all’aperto sul Meno all'Hafen 2 vicino a Offenbach.
Cinema all’aperto sul Meno all'Hafen 2 vicino a Offenbach. | Foto (dettaglio): © suesswasser e.V.
Come capita tra città limitrofe, anche tra Francoforte e Offenbach c’è una rivalità di lunga data. A Francoforte non si può immaginare un martedì grasso senza frecciatine sulla cittadina vicina, perché si sa, la cosa più bella di Offenbach è... la vista su Francoforte. Si pensa che le radici di questo rapporto di amore-odio risalgano al tardo Medioevo, quando ci furono delle dispute riguardo a un accordo stipulato in precedenza tra le città e al quale seguirono innumerevoli conflitti, sia a livello territoriale, sia sul piano economico e anche confessionale. Eppure, nonostante la rivalità, Francoforte sembra non poter fare a meno della sorellina minore: d’estate il sentiero lungo il fiume che porta a Offenbach si riempie all’inverosimile di pedoni, ciclisti e passeggini, e quando il tempo è bello non c’è niente di meglio che una passeggiata in bici lungo le sponde del Meno, un caffè, un concerto sotto le stelle o una serata al cinema con vista sul fiume all’Hafen 2 o al Waggon am Kulturgleis. E per gli appassionati di house e techno è decisamente un must il Robert Johnson, uno dei locali notturni della metropoli più famosi in tutta la Germania. Che però si trova a Offenbach!

Sottocultura sotto il grattacielo della BANCA

Murales sulla recinzione del cantiere del nuovo edificio della BCE.
Murales sulla recinzione del cantiere del nuovo edificio della BCE. | Foto (dettaglio): Boris Roessler © picture alliance/dpa
All’inizio del nuovo millennio ha fatto notizia il fatto che direttamente sulle sponde del Meno, ma non nel quartiere bancario, sarebbe stata costruito a Francoforte un nuovo grattacielo architettonicamente ambizioso: lo spazio a disposizione della Banca Centrale Europea nell’edificio in Wilhelm-Brandt-Platz era diventato insufficiente e in centro non c’era posto per un nuovo edificio. Ecco perché si è deciso di ripiegare sulla zona di Ostend, e più precisamente sull’area dell’ex mercato all’ingrosso, sfruttandone anche i magazzini storici, che sono stati integrati ad arte nel nuovo complesso. La costruzione della nuova sede della BCE ha avviato anche la completa riqualificazione del quartiere in centro città, fino a quel momento piuttosto dimenticato e perciò ancora abbordabile a livello di costi. Oggi vi si moltiplicano progetti edili del valore di miliardi di Euro, facendo alzare i prezzi degli affitti. L’amministrazione cittadina, però, non ha voluto che sorgesse un secondo quartiere bancario: i prati che costeggiano le sponde del Meno sono stati ampliati e sono sorti anche uno skater park, diversi campi da calcio e basket, parchi con giochi per bambini e spazi attrezzati per il fitness. E così oggi, proprio accanto alle due torri gemelle della BCE, si incontrano skater e bikers, sotto i pilastri del ponte Honsellbrücke si esibiscono i rapper e sotto la volta del ponte l’associazione artistica Lola Montez organizza mostre d’arte contemporanea, electro party, stand di design alternativo e mercatini di Natale. Ad agosto, direttamente sotto la colossale torre a specchio, si svolge il festival teatrale “Sommerwerft”, uno degli eventi all’aperto più affascinanti della città. Un piccolo consiglio: nei giorni di sole, il ponte ferroviario tra la sede della BCE e lo skate park offre la vista probabilmente più spettacolare sulla città, soprattutto al tramonto.

Dall’arte pittorica all’underground

Una scena dalla serie “Skylines”
Una scena dalla serie Skylines. | © Netflix
A proposito di Ostend, il quartiere con la sua vecchia zona portuale è anche sede di almeno due atelier che hanno ospitato artiste e artisti di ogni genere. Francoforte si è affermata già da tempo come città d’arte, potendo vantare la ricca collezione di dipinti dello Städelmuseum, il Museum für Moderne Kunst e la Schirn Kunsthalle per l’arte contemporanea. L’Accademia di Comunicazione e Design di Francoforte assicura poi l’ulteriore vitalità della città nell’ambito della creazione artistica. Con il coreografo contemporaneo William Forsythe, che si è unito al Balletto di Francoforte nel 1984, la metropoli sul Meno è diventata inoltre uno dei centri tedeschi per la danza. E infine, oltre alle varie forme di cultura più alta, Francoforte ha anche un’anima underground: recentemente, ad esempio, ha acquisto importanza l’hip-hop grazie a rapper come Azad, Haftbefehl e Celo & Abdi, anche se al di fuori del settore aveva una risonanza limitata conosceva, prima che venisse alla ribalta nel 2019 con Netflix, con la serie Skylines. “Francoforte è una città cosmopolita racchiusa in uno spazio ridotto, dove sembra che tutto ruoti attorno al settore economico” – ha dichiarato lo sceneggiatore Dennis Schanz, spiegandone l'ambientazione – “eppure i diversi mondi vi si scontrano più duramente che altrove in Germania: ricchi e poveri, borghesia e criminalità, metropoli e provincia”. Una sintesi veramente azzeccata. A proposito di serie, la prima di Francoforte veramente di successo, in questo millennio, era stata decisamente meno sorprendente da un punto di vista tematico: Bad Banks, infatti, ruotava interamente attorno agli intrighi e alla spietata concorrenza nel settore degli investimenti delle grandi banche.
 

Profili urbani

 

Orti urbani a Berlino, naturismo a Monaco. Partiamo con voi alla scoperta di città tedesche andando anche controcorrente, illustrando i luoghi, gruppi ed eventi più legati alla loro immagine, per poi tracciarne un profilo inconsueto che sgretolerà più di un cliché.

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