Nell'ambito di "Efebo d’Oro 2019"
Regia: Fatih Akin
Con Birol Ünel, Sibel Kekilli, Güven Kıraç, Meltem Cumbul, Demir Gökgöl, Aysel Iscan, Cem Akın, Catrin Striebeck, Zarah McKenzie, Stefan Gebelhoff, Hermann Lause, Francesco Fiannaca, Mona Mur
Germania / Turchia 2004 – 121 min.
Versione originale con sottotitoli italiani
Una giovane donna turca sposa un connazionale ad Amburgo per non sottostare più al controllo dei genitori. Gradualmente tra i due nasce l'amore. Ma lui commette un omicidio e sua moglie ritorna a Istanbul. Quando l'uomo esce di galera, va alla ricerca di sua moglie. Ma lei sceglie una nuova vita. Un'orchestra con una cantante sulle rive del Bosforo separa il film in capitoli. Ben 17 brani compongono di fatto la colonna sonora del film costituendone uno dei punti di forza.
© Markus Jans
Fatih Akin è uno dei più interessanti registi tedeschi contemporanei. Nato ad Amburgo da genitori emigrati dalla Turchia, si è collocato fin dall’inizio della sua carriera cinematografica in quel vasto mondo di artisti liminare formatisi al confine tra diverse culture, come Robert Guédiguian in Francia, Ferzan Ozpetek in Italia, Josef Fares in Svezia, lo scrittore e regista Hanif Kureishi (Efebo d’Oro 2017) nel Regno Unito. Autori assai diversi tra loro, ma che condividono un retroterra culturale che affonda le proprie radici in paesi lontani, teatri di massiccia emigrazione in cui hanno luogo profondi strappi nel tessuto umano e sociale. E il percorso di Fatih Akin, partendo dalla riflessione sulle sue origini, lo ha condotto gradualmente verso una maturazione percepibile anche in termine linguistico-stilistici. Un autore, in definitiva, che rappresenta in pieno e con notevole coerenza, il complicato e contraddittorio mondo contemporaneo.
Fatih Akin nasce nel 1973 ad Amburgo, in Germania. Dopo gli studi universitari in Belle Arti, realizza due cortometraggi e, nel 1998 debutta nel lingometraggio con il film
Short Sharp Shock. Segue il road movie
In July, interpretato da Moritz Bleibtreu e Christiane Paul, e il documentario
I think about Germany: We forgot to go Back, che affronta la storia dell’immigrazione dei suoi genitori dalla Turchia. Nel 2002, con
Solino, racconta ancora una storia di immigrazione in Germania, questa volta di una famiglia italiana.
La consacrazione arriva con
Head-on, Orso d’Oro a Berlino e vincitore dell’European Film Award. Con
Crossing the Bridge:The Sound of Istanbul documenta la complessità della scena musicale della città turca. Nel 2007 vince a Cannes il Premio per la miglior sceneggiatura per il film
The Edge of Heaven. L’anno seguente realizza un episodio del film
New York, I love you. Con la commedia del 2009
Soul Kitchen realizza un sentito omaggio alla sua città natale e, nel 2012 vince il Premio Speciale della Giuria alla Biennale di Venezia per il documentario
Polluting Paradise, con il quale segue i danni ambientali subiti dal villaggio dei suoi avi in Turchia per molti anni. Nel 2014 il film
The Cut è presentato al Festival di Venzia. Il suo film successivo è
In the Fade, presentato a Cannes nel 2017, con cui Diane Kruger si aggiudica la Palma d’Oro come miglior attrice; il film vince anche il Golden Globe come miglior film in lingua straniera ed è selezionato per rappresentare la Germania nella corsa agli Oscar del 2018. Il film è inoltre nominato in cinque categorie per il premio della Deutscher Filmpreis e riceve il “Lola” per la miglior sceneggiatura e il “Silver Lola” come miglior film. Il suo ultimo film,
The Golden Glove, è stato presentato quest'anno in concorso a Berlino.
La retrospettiva Fatih Akin è realizzata in collaborazione con il Goethe-Institut Palermo.
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