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ore 17:30-20:30
Un'altra casa
Mostra, installazioni, talk e laboratori | Arch+, Planbude e raumlabor
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Auditorium del Goethe-Institut, Roma
- Lingua Italiano
- Prezzo Ingresso gratuito
Grafica (dettaglio): © raumlabor con María García Pérez (Maria Dilemmas)
Programma
ore 17:30 - Presentazione del progetto Ecological Futures/Un’altra Casa e primo appuntamento della nuova serie di incontri Cantiere di co-immaginazione Metropoliz
ore 19:30 - Inaugurazione mostra dei progetti di ARCH+, Planbude e raumlabor per Metropoliz/MAAM
La mostra Un’altra casa
Nella primavera del 2024, il Goethe-Institut e la rivista ARCH+ lanciano il progetto Un’altra casa, invitando a Roma gli studi di architettura Planbude (Amburgo), raumlabor (Berlino) e Jörg Leeser/BeL, Social Impact Studio (Colonia) per avviare nel Metropoliz/MAAM un dialogo con i suoi abitanti e collaborare con iniziative locali per esplorare pratiche, nuove idee e stimoli di riflessione, in cui far emergere nuove visioni per un diverso modo di vivere in città, per l’appropriazione e la riconversione dello spazio urbano e, quindi, per una società alternativa.
Nel corso di workshop e discussioni con gli abitanti di Metropoliz/MAAM, si è proceduto a un inventario delle strutture spaziali e sociali esistenti, dei bisogni e dei desideri, ma soprattutto delle soluzioni esistenti e delle possibilità di co-progettazione per l'anno 2024.
I risultati di questo inventario e dei workshop con i residenti sono esposti in una mostra installazione a Metropoliz/MAAM e al Goethe-Institut.
Metropoliz/MAAM
Il Metropoliz è una fabbrica abbandonata occupata, situata in Via Prenestina a Tor Sapienza, nella periferia di Roma. È stata occupata nel 2009 e oggi offre un rifugio a circa 200 persone. Nel 2012 è stato creato il MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz. Questo museo ha gradualmente trasformato ampie parti dell’area in una galleria d'arte contemporanea, dove gli abitanti sono diventati co-curatori del museo e, quindi, del loro stesso luogo di vita. Le opere d'arte del MAAM non solo caratterizzano l'estetica unica del luogo, ma hanno anche fornito, come progetto culturale di grande impatto, protezione contro lo sfratto.
Quest'anno la città di Roma ha deciso di legalizzare l'occupazione e di costruire nuovi alloggi sul posto. Anche il MAAM dovrebbe essere preservato e diventare parte dei musei della città di Roma. Il Metropoliz si trova di fronte a un cambiamento profondo.
In questo momento, prima che inizino i lavori di costruzione e che le gru si alzino nel cielo, Un’altra Casa sfrutta l'occasione per riflettere, insieme agli abitanti, alle associazioni e agli attivisti della pratica urbana, sulle qualità architettoniche, estetiche e sociali che caratterizzano il Metropoliz e su come queste possano essere trasferite nella nuova “altra casa”.
Ecological Futures
Un’altra Casa fa parte di Ecological Futures. Questo progetto riunisce, attraverso la rete del Goethe-Institut in diverse città del mondo, attori della pratica urbana, dell'arte e della cultura, e residenti delle città. Attraverso situazioni locali concrete si impara insieme e si sviluppano soluzioni per problemi ecologici e sociali. Insieme vengono elaborate pratiche e realizzate idee che formulano un futuro socio-ecologico sostenibile, utilizzabile come modello e ispirazione per altri luoghi.
Un'altra Casa nasce da un lungo percorso di riflessione del Goethe-Institut di Roma sulle pratiche urbane di resistenza e sui beni comuni informali della città. Essa opera all'interno di reti, strutture e processi esistenti, ed è essa stessa un processo aperto che si estenderà oltre il 2024. I risultati intermedi di questo processo saranno presentati attraverso workshop e installazioni il 16 novembre presso il Metropoliz/MAAM e il 18 novembre presso il Goethe-Institut Rom.
Ecological Futures è un progetto congiunto di ARCH+ e del Goethe-Institut. Il progetto pilota Un’altra Casa nasce in collaborazione con il Metropoliz/MAAM, il Museo delle Periferie e l'Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo.
Biografie
Un'iniziativa interdisciplinare di Amburgo che si occupa della democratizzazione dei processi di pianificazione urbana e ha sviluppato lo strumento partecipativo della “produzione di desideri”. A Roma, a partire da aprile 2024, Planbude sta conducendo workshop con gli abitanti del Metropoliz, focalizzandosi sulla “grammatica del luogo” e sulle sue peculiarità, come le aperture visive e gli assi prospettici, la dolcezza creata dai numerosi stenditoi, le scale e le rampe che riducono le barriere e offrono allo stesso tempo posti a sedere.
In questo modo si creano spazi pubblici, semi-pubblici, condivisi e privati, che mostrano le possibilità di riqualificazione degli spazi urbani come una sequenza esteticamente interessante di diversi ambienti condivisi e privi di auto. Ma soprattutto, si tratta della visione delle persone riguardo alla loro casa e al loro museo e dei loro desideri per la nuova, “altra” casa: come possono essere preservate e rafforzate le qualità spaziali e i legami sociali nonostante la ristrutturazione? Cosa può essere preso da questo luogo, dove arte, vita e apprendimento si uniscono in modo così unico, come modello per il futuro?
Il collettivo berlinese raumlabor sviluppa da oltre 20 anni visioni e realtà per architetture più vivibili negli spazi urbani. Creano utopie come la Floating University e progettano processi di sviluppo urbano cooperativi, come nel caso della Haus der Statistik a Berlino, un ex edificio amministrativo abbandonato risalente alla Germania dell'Est, che sta per essere riqualificato.
La loro esperienza nella mediazione tra società civile, pianificazione e politica sarà un valore aggiunto anche per il Metropoliz. Gli abitanti e gli attivisti stanno negoziando con l'amministrazione comunale di Roma e il costruttore sul futuro dell'area occupata in un progetto pilota che mira a legalizzare l'occupazione, rinnovare il museo e allo stesso tempo creare alloggi sociali. Ma in questo contesto complesso c'è spazio per trasferire le peculiarità del luogo nel futuro e preservare la comunità degli abitanti?
Per rafforzare la loro posizione, raumlabor sta sviluppando, in collaborazione con María García Pérez, un’illustrazione speculativa che sarà discussa e approfondita insieme ai partecipanti.
Oltre alla speculazione sul futuro del Metropoliz, la situazione attuale deve essere affrontata anche attraverso misure pratiche. Jörg Leeser fa parte dello studio di architettura BeL Social Impact Studio di Colonia, il cui interesse si concentra su architetture che combinano strumenti di pianificazione formale con principi di auto-costruzione. La conoscenza degli abitanti del Metropoliz riguardo le pratiche di costruzione informale è unica, avendo trasformato l'ex fabbrica di salumi in un luogo vivibile.
Per scambiare questa conoscenza attraverso un processo lavorativo pratico, Leeser organizza, insieme a studenti della HSD - Peter Behrens School of Arts di Düsseldorf e abitanti del Metropoliz, un workshop di design-build di più giorni attorno al campo sportivo situato nel centro dell'area. Sebbene questo spazio sia particolarmente degradato, rimane comunque il cuore della comunità, fungendo da collegamento tra il museo e i quartieri privati sul retro. Mentre precedenti piani prevedevano in futuro un parcheggio per i visitatori del nuovo museo, il progetto si propone di valorizzare le qualità particolari di questo luogo e rafforzarne l'importanza. Oltre ai lavori di riparazione concreti, il primo obiettivo sarà quello di dare un nome al campo sportivo.
Luogo
Via Savoia, 15
00198 Roma
Italia
In collaborazione con