Schönefeld Boulevard

Schönefeld Boulevard Foto: © Claudia Rorarius credofilm GmbH Regia: Sylke Enders
Germania 2013/14, 102 min.
Con Julia Jendroßek, Daniel Sträßer, Ramona Kunze-Libnow, Uwe Preuss, Jani Volanen, Kyra Sophia Kahre, Andrea Hintermaier, Yung Ngo


Terra desolata: all’inizio è così che appare il grande impianto del nuovo aeroporto di Berlino Schönefeld. Cindy e il suo amico Danny giocano lungo il recinto del cantiere con dei pupazzi – un’immagine onirica che alla fine del film trova il suo corrispettivo horror. Due ragazzi, entrambi non proprio benvoluti dagli altri, si ritrovano insieme, senza però riuscire a interagire veramente. Danny convince Cindy del fatto che i suoi genitori avrebbero preferito a lei il figlio del custode, perché nato morto, e che avrebbe ricevuto in regalo il suo cagnolino solo per via della sua bruttezza, come distrazione. Danny non ce la fa più e decide di andare in Afghanistan con l’esercito come volontario; al suo ritorno è ancora più cinico di prima. Il padre chiama Cindy “Rosinenbomber” (bombardiere di uva passa), riferendosi agli aerei degli Alleati che avevano distribuito generi alimentari su Berlino Ovest durante il ponte aereo del 1948/49. La costruzione del nuovo aeroporto è già in ritardo di anni, e di conseguenza anche l’apertura dell’albergo nel quale Cindy avrebbe voluto cominciare un tirocinio dopo la scuola. Non è nemmeno sicuro che la ragazza riesca a passare gli esami di maturità, soprattutto il padre la scoraggia di continuo. A scuola finisce con l’essere una vittima facile per le altre ragazze.

L’idea di Schönefeld Boulevard è venuta a Sylke Enders proprio nel luogo simbolo della pellicola: “I tanti motel dell’aeroporto, le fermata degli autobus, un paio di giovani che se ne stanno lì in giro: mi è venuta subito in mente una ragazza così, con una figura corpulenta, che aspetta a una fermata dell’autobus con il suo cane. E ho associato questa immagine a quella dei tanti ospiti dei motel, spesso bloccati in una certa situazione, annoiati e solitari, proprio come la ragazza. Che succederebbe se questi due mondi venissero a contatto e un incontro fortuito scombussolasse il destino di entrambi? E se questa ragazza provasse per una volta cose nuove, comportandosi in maniera completamente diversa da quella solita e facendo cose che nessuno la riterrebbe capace di fare?”

Cindy prende l’iniziativa. Porta in camera a uno sconosciuto il cellulare perso; l’ingegnere dalla Finlandia non capisce bene cosa gli sta accadendo, ma a un certo punto i due sprofondano in un abbraccio appassionato sul divano, un primissimo piano mostra un fiore che sboccia in slow motion. Per di più poi Cindy attacca discorso con l’informatico coreano Park e trova così il suo accompagnatore per il ballo di fine scuola.

Schönefeld Boulevard racconta del percorso faticoso e difficile per conquistare quella sicurezza in se stessi necessaria a sopravvivere, ma anche della sua perdita definitiva. Danny, di rientro dall’Afghanistan, non riesce ad accettare il cambiamento di Cindy, sprofonda sempre più nell’alcool e nella droga e perde la vita in una folle corsa in auto. Cindy è disperata, si sente responsabile di quella morte. L’immagine finale mostra Cindy mentre si allontana lungo una strada parallela alla pista dell’aeroporto. Proprio come una volta Charlie Chaplin in Tempi Moderni, la ragazza cammina proprio sulla striscia al centro – ma mentre lui era in compagnia di Paulette Goddard, Cindy è sola. Sullo sfondo, però, per la prima volta nella pellicola si innalza in cielo un aereo – un segnale che qualcosa è cambiato.

Hans Günther Pflaum, 09.04.2015