Bandi
Tra le sue attività, l'Istituto culturale franco-tedesco Kultur Ensemble Palermo offre anche un programma di residenza italo-franco-tedesco. Le residenze d'artista offrono tempo e spazi per la ricerca e la creazione nell'ambito di progetti franco-tedeschi, che abbiano un forte legame con Palermo e la Sicilia. I progetti sostenuti nell'ambito del programma di residenze sono selezionati da una giuria composta da rappresentati del Goethe-Institut e dell’Institut français, oltre che da professionisti del mondo dell’arte e della cultura italiana. Quando disponibili, i bandi vengono pubblicati qui sotto.
Residenza di Magdalena Mitterhofer e Nicola Baratto
Durante la loro residenza, Nicola Baratto e Magdalena Mitterhofer sviluppano uno scenario filmico composto da frammenti di sogni, ricostruiti, attraversati in forma performativa e registrati su pellicola 16mm. Il punto di partenza sono annotazioni di sogni sotto regimi autoritari, ispirate a Il Terzo Reich dei sogni (Beradt) e permeate dai testi di Favole della dittatura (Sciascia).
Nella Bottega prende forma una scenografia ridotta, che funge da spazio per ripetizioni, proiezioni e sperimentazioni. Gli artisti raccolgono materiale filmico e sonoro tattile, granuloso e fuori dal tempo, che presentano in un formato ibrido tra proiezione cinematografica e performance. Il lavoro nasce in stretto dialogo con l’attore Maziar Firouzi, con archivi e con istituzioni locali.
Il progetto è stato selezionato da una giuria composta da Jérémy Rossignol (OFAJ-DFJW), Stefan Koppelkamm (artista, Sicilia/Germania) e Philippe Terrier-Hermann (artista, Sicila/Francia). La residenza è sostenuta dall’Ufficio franco-tedesco per la Gioventù (DFJW/OFAJ).
Magdalena Mitterhofer
Le sue opere prendono la forma di performance, video, installazioni e testi, e sono state presentate, tra gli altri, al Kunstverein München, KW Institute for Contemporary Art, Tanzquartier Wien, Volksbühne Berlin, Longtang Zurich, Museion Bozen, Brücke Museum Berlin. Dal 2021 sviluppa Lament.tv, una serie nomade di performance e video in collaborazione con Shade Théret.
Nicola Baratto
Unternehmen - START
Programma di accompagnamento per giovani professionist* delle industrie culturali e creative
Con il progetto Unternehmen - START, i Goethe-Institut in Francia e l'Institut français in Germania hanno creato un programma di scambio polivalente nel campo delle industrie culturali e creative (ICC). Il programma riunisce progetti precedenti dei due istituti in un'iniziativa comune. Nell'arco di 8 mesi, a cavallo tra il 2024 e il 2025, Unternehmen - START prevede viaggi di formazione per una decina di giovani imprenditori dalla Francia e dalla Germania, per workshop e incontri professionali in varie città europee (Parigi, Berlino, Monaco, Lione, Glasgow). Anche Palermo è una delle tappe del programma e Kultur Ensemble accompagnerà i partecipanti per 3 giorni per incontrare realtà locali e i partner italiani.
L'iniziativa è sostenuta dall'Ufficio franco-tedesco per la gioventù; dal Ministère de la Culture - Direction générale des médias et des industries culturelles; dal Fördernetzwerk Kultur-und Kreativwirtschaft; dal Centquatre Paris Factory; da Arty Farty; dall'Alto Consiglio franco-tedesco; da Relais Culture Europe; dalla Camera di Commercio e Industria franco-tedesca.
Manifesto room: Lorrane Hellwig e Maxime Leleux
Nell'ambito della loro residenza presso Kultur Ensemble Palermo, Lorraine Hellwig e Maxime Leleux proseguono la loro collaborazione artistica sull'identità contemporanea. Combinando fotografia, scrittura, linguaggio visivo ed esplorazione urbana, il loro progetto invita ogni partecipante a formulare il proprio “manifesto privato”: un frammento di pensiero sul modo in cui si abita il mondo.
Utilizzando questionari ispirati ai metodi dadaisti, queste espressioni vengono tradotte in immagini: ritratti fotografici di Lorraine Hellwig, composizioni grafiche di Maxime Leleux.
Uno studio aperto, allestito nella Bottega 1 dei Cantieri Culturali alla Zisa, diventa lo scenario di questa esplorazione collettiva, che unisce produzione, dialogo, osservazione e incontro. Il progetto offre ai giovani siciliani una piattaforma per condividere le loro storie personali, mettere in discussione la loro identità ed esprimere il loro punto di vista su un mondo che cambia, attraverso un confronto sensibile con il loro ambiente urbano.
Intrecciando storie individuali e memoria collettiva, il progetto solleva domande sulla gioventù europea di fronte a molteplici crisi esistenziali - sociali, ecologiche, economiche e culturali.
Nata al Buro Stedelijk di Amsterdam con il nome di “Manifesto Room”, quest'opera è destinata a viaggiare in diverse città europee, per decostruire visioni fisse della gioventù e offrire un ritratto plurale e vivo, nutrito dall'esperienza della città e degli incontri.
Il progetto è stato selezionato da una giuria composta da Jérémy Rossignol (OFAJ-DFJW), Stefan Koppelkamm (artista, Sicilia/Germania) e Philippe Terrier-Hermann (artista, Sicila/Francia). La residenza è sostenuta dall’Ufficio franco-tedesco per la Gioventù (DFJW/OFAJ).
Lorraine Hellwig
Utilizzando il vocabolario fotografico, il video, il collage di grande formato e la scrittura, l'artista esplora questi temi, coinvolgendo lo spettatore in una riflessione critica. Attraverso il suo vocabolario estetico radicale e polarizzante, incoraggia la reazione, l'interazione e l'impegno, offrendo un'esperienza estetica coinvolgente.
Laureata alla Hochschule München in design fotografico, nel 2018/19 ha ricevuto il premio Gute Aussichten - Junge deutsche Fotografie per il progetto Y A MANIFESTO, esposto alla Deichtorhallen di Amburgo. Nel 2024 ha ricevuto il Förderpreis für Fotografie der Landeshauptstadt München e recentemente ha esposto al Bureau Stedelijk di Amsterdam. Il suo lavoro è regolarmente esposto in mostre internazionali, in particolare in Germania, Francia, Italia, Turchia e Vietnam.
Dal 2020 collabora con il graphic designer Maxime Leleux a un progetto artistico comune. Insieme, stanno attualmente svolgendo una residenza presso il Kultur Ensemble di Palermo, incentrata sulla ricerca sull'identità della città attraverso la gioventù siciliana.
Maxime Leleux
Diplomato all'École nationale supérieure des arts visuels de La Cambre, a Bruxelles, ha proseguito la sua ricerca all'ENSAD di Parigi, dove ha affinato il suo pensiero sulla progettazione urbana, concentrandosi in particolare sulla mappatura dei trasporti e sul suo impatto sulla rappresentazione e sulla percezione dello spazio pubblico. Questo lavoro ha portato alla creazione del gruppo di ricerca Oriented Design, dedicato alle pratiche cartografiche e narrative nello spazio urbano.
Negli ultimi anni ha collaborato con diverse organizzazioni dirette dal designer Ruedi Baur, tra cui dix-milliards-humains, Integral Designers e Civic City, contribuendo a progetti che ripensano la cittadinanza e l'impegno sociale. La sua pratica progettuale si estende anche a vari campi della comunicazione visiva: segnaletica, scenografia, linguaggi visivi, progetti educativi, installazioni urbane e artistiche.
Dal 2024 gestisce una propria società di consulenza, specializzata in questioni socio-culturali, design e ambiente.
Dal 2020 collabora con la fotografa e artista visiva Lorraine Hellwig a un progetto artistico comune. Insieme, stanno attualmente svolgendo una residenza presso il Kultur Ensemble di Palermo, dedicata alla ricerca sull'identità della città attraverso gli occhi della gioventù siciliana.
Labour In A Single Shot / Un approccio al lavoro
Un progetto cinematografico di Harun Farocki e Antje Ehmann
- Workshop per regist* e videoartist*: scadenza candidature il 27 aprile
- Masterclass aperta
Dal 12 al 30 maggio, Kultur Ensemble Palermo vi invita a partecipare a un workshop gratuito, unico nel suo genere, tenuto da Antje Ehmann, curatrice e videoartista, direttrice dell’Harun Farocki GbR di Berlino. Il workshop di Palermo si inserisce in una serie di laboratori che gli artisti tedeschi Harun Farocki e Antje Ehmann hanno realizzato assieme in quindici Paesi del mondo. Per la partecipazione al workshop è previsto un processo di selezione delle candidature, da inviare entro il 27 aprile.
Venerdì 9 maggio, prima dell’inizio del workshop, Antje Ehmann terrà una masterclass presso il CSC-Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia. La masterclass si terrà alle 9:30 ed è aperta a tutti.
La presentazione pubblica dei film realizzati durante il workshop si terrà martedì 3 giugno a Palermo sulla terrazza dell’Institut français e del Goethe-Institut.
Calendario
- Scadenza del bando per il workshop: 27 aprile 2025
- Masterclass di Antje Ehmann presso il CSC-Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia: 9 maggio 2025
- Workshop “Labour in a Single Shot”: 12-30 maggio 2025
- Presentazione dei risultati del workshop: 3 giugno 2025
Labour In A Single Shot
“La richiesta è quella di trattare il tema del lavoro in un'unica ripresa video. Lavoro retribuito e non retribuito, materiale e immateriale, tradizionale e completamente nuovo. Formalmente, questo esercizio ci introduce ai fondamenti del lavoro cinematografico, in quanto l'obiettivo è quello di scoprire: Quando è possibile trovare un inizio e una fine, anche in un processo ripetitivo? La macchina da presa deve essere in movimento o statica? Come si può catturare al meglio e in modo interessante la coreografia di un processo lavorativo in un'unica inquadratura? I primi film dicevano: ogni dettaglio del mondo in movimento vale la pena di essere catturato e guardato, e avevano un punto di vista fisso. Oggi, invece, il documentario segue troppo spesso un'inquadratura dopo l'altra, per indecisione”.
Antje Ehmann / Harun Farocki
Antje Ehmann
Antje Ehmann nasce a Gelsenkrichen, in Germania. Studia letteratura, filosofia e comunicazione alla Ruhruniversität di Bochum dal 1988 al 1995. Dal 1992 al 1998 lavora per la Duisburger Filmwoche e per il festival internazionale del cortometraggio di Oberhausen. Nel 2001 sposa il documentarista Harun Farocki. Dal 1999 cura numerose mostre collettive e individuali in musei e gallerie di tutto il mondo insieme, tra gli altri, a Carles Guerra, Okwui Enwezor e Marius Babia. È attiva come videoartista e (co-)editrice di numerose pubblicazioni, tra cui il volume Weimarer Republik 1918-1933 nell’ambito del progetto di ricerca DFG Storia del Cinema Documentario in Germania (2000-2005). Dal 2011 organizza Workshop e varie esposizioni per il progetto Labour in a Single Shot, fino al 2014 sviluppato assieme a Harun Farocki. Nel 2013 e nel 2015 partecipa alla Biennale di Venezia.
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GIOVANNA B, un ritratto nomade
Il progetto „Giovanna B“ è stato selezionato come progetto di riserva dalla giuria riunitasi nel 2024. Quest’anno, Kultur Ensemble sostiene la produzione del progetto mettendo a disposizione per brevi periodi la Bottega, il nostro studio di artisti inaugurato il 21 ottobre 2024.
Il punto di partenza di questo progetto multidisciplinare (maschere, video e musiche originali) e transnazionale (Sicilia, Francia, Germania) è Palermo e, in particolare, la memoria di Giovanna Bonanno. Questa mendicante, vissuta alla fine del XVIII secolo e considerata da tutti una “magara”, una strega in dialetto siciliano, vendeva veleno a base di aceto e arsenico alle donne vittime dei loro mariti violenti.
A Palermo, tutti conoscono Giovanna Bonanno, ma nessuno la conosce. Presentata come un serial killer, l'Avvelenatrice, “la Vecchia con l'Aceto” è materia di fantasia. Donna, anziana, senza marito, con una certa cultura politica, al suo processo ha affermato che stava compiendo un “dovere sociale” portando la pace nelle famiglie e salvando le donne dai loro aguzzini. Seguiva le orme di Giulia Tofana, un'altra famosa avvelenatrice siciliana. L'esistenza stessa di queste donne e delle loro pratiche sfidò fortemente l'ordine patriarcale stabilito e gettò i semi della futura attività femminile in un Paese in cui il delitto d'onore è stato abolito soltanto nel 1981. In un momento in cui gli spettri della purezza razziale e del maschilismo tornano ad agitarsi e la nozione di “caccia alle streghe” fa uno strano ritorno, diventa urgente rivisitare queste memorie.
Giovanna B è un ritratto nomade in cui l'identità è concepita come essenzialmente frammentaria, multipla, performativa e ancora da venire. Al centro di questa pluralità di maschere c'è la figura della vecchiaia, con cui che ogni essere umano è destinato a fare i conti. La performance proposta può essere vista come una vanità: rispecchiare non soltanto la “ mascolinità” e la “femminilità” , ma anche la giovinezza e la decrepitezza, attraverso un lavoro plastico sulle maschere, le pelli e i vestiti.
Trasmettere l'idea del tempo che passa ,della morte, della morte tragica - l'assassinio politico di un'agentività femminile - e della morte biologica; costruire un paesaggio plastico che è come una meditazione sul significato di una vita, sul significato di una morte intesa come eredità. Mettere sempre in prospettiva questo passato e il nostro presente, la maschera sociale e l'oggetto maschera, il ruolo e il rito, in armonia con la stratificazione culturale dell'isola.
Nella lingua siciliana, come in quella araba, come sottolinea Sciascia, la coniugazione al futuro è impossibile. Il presente è onnipotente, come una zavorra del passato. Il futuro è una questione aperta che non può essere nominata. Riappropriandosi di archetipi negativi e riabilitando la figura del mostro edei suoi ibridi, Giovanna B cerca di far luce sugli “eretici” nel senso più ampio del termine: quella comunità di individui che sfida i dogmi e le norme sociali e che spesso, oggi come in passato, si confronta con l'oppressione. Sebbene il progetto sia radicato nella storia culturale di Palermo, traccia anche dei paralleli con altri contesti europei, in particolare con la Germania e la Francia, dove i processi alle streghe e le persecuzioni hanno giocato un ruolo importante nella memoria collettiva.
La creazione musicale cercherà di creare associazioni e punti di rottura tra la musica sufi e il patrimonio musicale siciliano, in una prospettiva contemporanea. Allo stesso modo, la drammaturgia attingerà agli scritti di Monique Wittig, Laura Vasquez e Susan Griffin, oltre che a tradizioni più antiche come gli incantesimi in siciliano archiviati da Pitrè, le ricette di Ildegarda di Bingen e il Malleus Maleficarum, un trattato di demonologia scritto in Germania nel 1486, che teorizza la caccia alle streghe. Infine, il video darà spazio a un altro protagonista essenziale di questa storia: il paesaggio siciliano, un fuori campo cruciale dell'azione teatrale.
GENNY PETROTTA
Video - Genny Petrotta (nata nel 1990) è un'artista arbëreshë italiana con sede a Palermo. La sua pratica si sviluppa come una riflessione poetica sull'identità, intrecciando storie minori, memorie frammentate e immaginari collettivi in poesie visive. Attraverso installazioni video e performance, dà vita a un processo cinematografico in cui scrittura, ricerca e ripresa sono in costante dialogo. Dal 2016 fa parte del collettivo artistico Il Pavone, con cui realizza installazioni video immersive e in situ. Parallelamente, ha sviluppato collaborazioni continue con artisti e registi, assumendo ruoli ibridi che spaziano dalla produzione creativa alla narrazione allargata. Nel 2023, il suo progetto “Mamma Perdonami” ha ricevuto il sostegno dell’Italian Council (XII Edizione) e la “On the Road Production Fellowship” di Autostrada Biennale. Nel 2024 ha ottenuto il FONDO, la borsa di produzione di Santarcangelo dei Teatri. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni ed eventi, tra cui Transeuropa Festival in Romania (2023), Autostrada Biennale in Kosovo (2023-2024), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in Italia (2024), Museo delle Civiltà in Italia (2024), Postane in Turchia (2023) e Manifesta 12 in Italia (2018).
ANAÏS DURIN
Concezione e recitazione - Artista multidisciplinare, nel suo lavoro unisce arti visive e teatro. Ha studiato studi teatrali a Parigi 3 e Parigi X, seguendo una formazione in recitazione presso l'Atelier Volant du Théâtre National de Toulouse, specializzato in teatro musicale. Ha seguito i corsi di perfezionamento di recitazione “Spiriti dell'incertezza” del Groupe Merci e una formazione in realizzazione di marionette presso il Centre de Formation Pour les Techniciens du Spectacle. Ha lavorato come attrice (Jacques Nichet, Richard Dubelski, Groupe Merci, Anaïs Pelaquier), performer (Collectif 21.29.7, Post Carbone), assistente alla regia (Théâtre National d'Alger, Solange Oswald, Matthias Langhoff, J. Paul Quéinnec), burattinaia (David Girondin Moab, Les Chiffonnières, Théâtre du Rugissant, Les Ateliers du Spectacle), con una predilezione per il teatro contemporaneo fuori le mura.
Fornisce supporto grafico al lavoro della cantante Sarah Laulan, disegnando per lei copertine di dischi, loghi e libri di musica e poesia (Edizioni Chante et tais-toi e La tête à l'envers). Come artista visiva, ha coordinato e partecipato alla mostra “Zitta zitta e bella seduta”, a Palermo nel 2018 presso Montevergine Bene comune, prodotta da Palermo Pride. La sua ricerca ruota attorno alle culture mediterranee, al ruolo politico della memoria e alle questioni di genere. Fortemente influenzata dall'art brut, si interroga sul nostro rapporto con la norma e l’istinto selvaggio, sempre desiderosa di ampliare il campo delle possibilità.
YASDAN JAMSHIDI
Musica - Immerso nella cultura persiana, è cresciuto nel quartiere Kreuzberg di Berlino dove ha iniziato a suonare la cetra all'età di 15 anni. Da allora ha lavorato a numerosi progetti musicali e performativi. Attualmente collabora con il ballerino iraniano Saeed Asadsangabi con cui cerca di fondere elementi tradizionali e contemporanei, e con cui si è già esibito in Germania e con cui lavora a progetti transnazionali.
ANGELO SICURELLA
Musica - Angelo Sicurella è un cantante, producer e compositore di musica cantautorale ed elettronica sperimentale. Già voce ed elettronica della band Omosumo, il suo è un lavoro di ricerca e di sperimentazione. Combina suoni organici del mondo della natura con suoni sintetici dei suoi strumenti (soundscapes, ambient e techno con l'uso di strumenti analogici). Utilizza la musica elettronica come strumento di riscoperta della tradizione.Le sue pubblicazioni soliste sono Orfani per desiderio (EP, 2015, vol. I, II, III, Urtovox), Yuki O (LP, 2017, Urtovox), Cigni (LP, 2023, Limone Lunare). Lavora con il teatro, con la danza, con il cinema e con la pittura sonora (in duo con Igor Scalisi Palminteri). Collabora attualmente con diversi artisti, Masbedo in Manifesta12; Michal Rovner (installazione, Fondazione Merz Torino); Virgilio Sieni nella sonorizzazione dal vivo di performance di danza contemporanea; Vittorio Cosma nella scrittura di colonne sonore (Amate Sponde, di Egidio Eronico) e nel progetto Open Machine; Roy Paci nei progetti Corleone e NE:SO (insieme al violinista e compositore Davide Rossi); Elisa Giardina Papa nel sound design di U scantu: A disorderly tale, Biennale di Venezia 2022; Triennale Milano con Manfred, regia di Madalena Reversa; Transeuropa Festival, Postane Istanbul, InLand Madrid, con Mema Me Fal, regia di Genny Petrotta (Studio Rizoma, Italian Council, Museo Civico di Castelbuono).
Mediterranean: Katharina Zimke e Mélodie Richard, in collaborazione con la Fondazione Sant'Elia
In un progetto che esplora lo stato degli habitat marini, lo sfruttamento delle risorse (in particolare attraverso la pesca), il passato e il possibile futuro del Mar Mediterraneo, Katharina Ziemke e Mélodie Richard congiungono due diverse modalità di relazionarsi al mondo, quella artistica e quella scientifica. La loro ricerca prevede interviste ai ricercatori e alle ricercatrici della Stazione Zoologica Anton Dohrn (con la particolare collaborazione della Prima Ricercatrice Sylvaine Giakoumi), ai responsabili delle aree marine protette e ai pescatori, oltre a registrazioni audio e disegni realizzati sul posto. Il risultato della loro ricerca verrà presentato sotto forma di installazione videosonora. L'immagine video, fluida e mutevole, è creata dall'artista visiva Katharina Ziemke con inchiostro pigmentato su carta di riso. Filmati attraverso una lastra di vetro, i disegni si espandono e sembrano vivi, richiamando i movimenti del mare . Sarà accompagnata da un'installazione sonora in cui le voci (testimonianze scientifiche e personali) si mescolano a quella dell'attrice Mélodie Richard, che guida il pubblico nelle profondità del mondo marino. Le sfide ecologiche vengono così affrontate da una prospettiva insolita e poetica. Avvicinando i campi della scienza e dell'arte visiva, il duo di artiste cerca di cogliere la portata emotiva dei fenomeni legati al mare, sostenendo la divulgazione delle scoperte scientifiche con l’intento di aumentare la sensibilizzazione pubblica su questi temi.
Si tratta della seconda collaborazione tra Katharina Ziemke e Mélodie Richard. Il loro primo lavoro comune era incentrato su Marie Phisalix, la prima donna scienziata a lavorare al Museo di Storia Naturale di Parigi. La residenza si svolge da inizio gennaio a inizio marzo 2025.
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Katharina Ziemke
Artista visiva specializzata nell'arte e nella scienza, dal 2019 Ziemke lavora sul cambiamento climatico e sulla sostenibilità, e dal 2020 sulle donne nella scienza. Nel 2023 ha collaborato con istituzioni scientifiche come la Humboldt Universität di Berlino e il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.
Katharina Ziemke collabora regolarmente con il direttore artistico del teatro della Schaubühne di Berlino, Thomas Ostermeier, per il quale crea performance di pittura diretta, come per Professeur Bernhardi nel 2017 e La Mouette nel 2013, 2016 e 2024. La sua esperienza teatrale le ha permesso di sviluppare una metodologia per “mettere in scena” dipinti ad acquerello, che vengono esposti davanti al pubblico e sottoposti a una trasformazione che viene filmata.
A livello internazionale, Katharina Ziemke ha tenuto mostre personali alla Humboldt Universität (Berlino, 2023), al Centre d'art Madeleine Lambert (Vénissieux, 2017), alla Schaubühne (Berlino, 2016), alla Zürcher Gallery (New York, 2009) e al Musée de l'Abbaye Sainte-Croix (Les Sables d'Olonne, 2008). Tra le sue mostre collettive figurano Quartier général (La Chaux-de-Fonds, 2022), Centre d'Art Contemporain (Meymac, 2019), Kunstquartier Bethanien (Berlino, 2015) e Printemps de Septembre (Tolosa, 2008). Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui il Fonds national d'art contemporain (Francia), la Collection de la Ville de Vénissieux (Francia) e la Danske Bank (Danimarca). Nel 2023 le è stata assegnata una residenza presso la Cité internationale des arts di Parigi. Katharina Ziemke è rappresentata dalla Galerie Isabelle Gounod, Parigi.
Mélodie Richard
A questo incontro ne sono seguiti altri importanti, come quello con Christophe Honoré, Thomas Ostermeier, Georges Lavaudant, Denis Podalydès e Célie Pauthe, che le hanno proposto di interpretare alcune delle donne più affascinanti del repertorio, tra cui Louise Miller, La Mouette, Bérénice, Cléopâtre, Electre, Katia Kabanova e Célimène. Ha approfondito la sua pratica recitando accanto ad attrici come Nada Strancar, Anne Alvaro, Nathalie Richard, Dominique Reymond e Valérie Dréville. Al momento, è in tournée con un libero adattamento femminista di Martin Eden di Jack London, scritto dalla regista Alice Zeniter.
Come musicista - pianista e cantante - dirige e realizza l'adattamento sonoro di L'Amour et les Forêts, l’ultimo romanzo di Éric Reinhardt. Ha cantato il suo primo recital al Théâtre de l'Odéon, e ha messo in musica un adattamento della vita di Charlotte Salomon e un altro di Nuits de la Pleine Lune di Rohmer, basato sulla stella cadente Pascale Augier. L'attrice realizza regolarmente creazioni sonore, come la “fantascienza telefonica” che immagina e suona durante la pandemia, o l'universo sonoro per la videoinstallazione su Marie Phisalix, la prima scienziata che ha lavorato presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, un'opera dell'artista berlinese Katharina Ziemke.
Le piace condividere il suo amore per le scrittrici tenendo regolarmente delle letture pubbliche, in particolare dei testi di scrittrici pioniere come le sorelle Brontë, Jane Austen, George Eliot e George Sand. È anche apparsa regolarmente in televisione e al cinema, in particolare con Nina Companeez, Arnaud Desplechin, Abdellatif Kechiche, Christophe Honoré e Olivier Assayas.
Dialoghi in Movimento
Dialoge in Bewegung/Dialogues en mouvement
Una riflessione performativa sul patrimonio culturale di Palermo, in dialogo con il Museo regionale d’arte moderna e contemporanea RISO e il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas.
In autunno, Kultur Ensemble invita la curatrice con base a Berlino Carolin Brandl a sviluppare il suo ultimo progetto Dialoghi in Movimento, che tra fine novembre e inizio dicembre verrà presentato in entrambi gli spazi museali.
Questo progetto è stato appositamente concepito per approfondire le relazioni tra due dei più importanti musei della città, il Museo RISO e il Museo Salinas, esplorando ed esplicitando i punti di contatto tra le due istituzioni. Nel concetto curatoriale di Dialoghi in Movimento, Palermo diventa un laboratorio di diversità: la sua posizione al confine tra due continenti la rende una “città globale” all'epicentro dei processi di trasformazione attualmente in corso.
In questo contesto, l'attenzione si concentra sulle domande seguenti: Cosa rivelano i musei delle società di cui conservano la memoria collettiva? Quali storie raccontano queste collezioni pubbliche sulle culture che le hanno riunite?
Carolin Brandl invita la ballerina Lenio Kaklea, il coreografo Benjamin Kahn e il ballerino Théo Aucremanne, che lavorano in Francia, a sviluppare assieme a lei delle coreografie ispirate alle collezioni e alla storia dei due musei. Una delle presentazioni pubbliche sarà inoltre accompagnata dalla performance sonora della musicista Leila Bencharnia, che vive a Berlino.
Dialoghi in Movimento (Dialoge in Bewegung/Dialogues in Movement) è curato da Carolin Brandl ed è un progetto realizzato da Kultur Ensemble con il sostegno del Fondo culturale franco-tedesco 2024. Le date delle due performance saranno comunicate a breve.
Tra i precedenti progetti di Carolin Brandl figurano:
-Unfinished Portrait of Roedelius Today, Haus der Kulturen der Welt, Berlino
-Minimal Studies, presentato al KW Institute for Contemporary Art, Berlino
Come curatrice e direttrice artistica:
-SCULPTURE Festival, Georg-Kolbe-Museum, 2021/22
-La serie Choreographing Politics, Bode-Museum, Staatliche Museen zu Berlin 2022/23
-(Re)Frame, Albertinum, Collezioni statali d'arte di Dresda, 2023
-Il progetto Female Gaze, Padiglione Schinkel, Berlino, 2024
CAROLIN BRANDL
La curatrice Carolin Brandl ha ideato numerosi progetti per alcuni dei più importanti musei e luoghi d'arte della Germania, unendo coreografia, performance e arti visive (Bode-Museum Berlin, Georg-Kolbe-Museum Berlin, Albertinum Dresden, Schinkel Pavillon Berlin e altri). Ha collaborato sia con artisti di fama internazionale sia con giovani artisti, la maggior parte dei quali ha creato opere ineditw per i progetti da lei diretti.
I progetti sviluppati da Carolin Brandl sono concepiti appositamente per i musei e i luoghi d'arte scelti. Spesso fanno riferimento alla loro storia e architettura, talvolta confrontandosi direttamente con le esposizioni in corso e le loro collezioni, e soffermandosi sempre su temi di attualità. Esplorano il potenziale sociale della coreografia e riflettono sulle connessioni tra patrimonio culturale, passato e presente, incorporando spesso una componente sonora. Brandl lavora all'intersezione tra arti e teorie e, con un approccio femminista, affronta le questioni della rappresentazione del corpo e del modo in cui lo sguardo si definisce, o viene definito.
Questi formati fanno parte di un'indagine più ampia sul rapporto tra la coreografia/danza, le arti visive, la performance nel contesto museale e i corpi in movimento, sia a livello individuale sia sociale.
Tra i suoi progetti più recenti ricordiamo SCULPTURE Festival- Sculptural Concepts in Music and Sound, Georg Kolbe Museum, Berlino, con la partecipazione di artisti come Meg Stuart, Sasha Waltz con Nicola Mascia, Claudia de Serpa Soares, Takako Suzuki, William Forsythe e giovani artisti (2020/21). La serie CHOREOGRAPHING POLITICS, Bode-Museum (2022/23), Staatliche Museen zu Berlin, con Jérôme Bel, Kat Válastur, Sofia Jernberg, Erna Ómarsdóttir, il format (Re)Frame, Albertinum, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, nonché Female Gaze, Schinkel Pavillon (2023), con, tra gli altri, Alexandra Bachzetsis, Ula Sickle, Oona Doherty.
LEILA BENCHARNIA
Di origine marocchina, Leila Bencharnia sviluppa narrazioni sonore le cui pratiche compositive sono radicate nell'ascolto profondo di materiali come i tessuti, gli elementi naturali e la simbologia berbera. Attualmente basato a Berlino, il suo lavoro prende forma attraverso installazioni sonore, pezzi acusmatici, partiture grafiche e performance sonore. Figlia di un musicista tradizionale marocchino, il suo dialogo con il suono è iniziato nel villaggio vicino alla catena montuosa Atlante, dove ha trascorso la sua infanzia. Il suo lavoro sonoro è una composizione di registrazioni e materiale analogico, tra cui nastri, vinili e sintetizzatori. Riconosce le forme di ascolto radicale come modalità di trasmissione della conoscenza. La pratica di Bencharnia cerca di avere un ruolo attivo nella decolonizzazione dell'ascolto come modo per affrontare la complessità sociale e politica.
LENIO KAKLEA
Dal 2009, Lenio Kaklea lavora con diversi media: coreografia, testo e video. La sua pratica artistica si ispira al femminismo e al pensiero postcoloniale. Nel suo lavoro esplora la produzione di soggettività attraverso la trasmissione organizzata del movimento e rivela gli spazi intimi in cui costruiamo la nostra identità.
Il suo lavoro è stato presentato da varie istituzioni e festival in tutta Europa, tra cui il Centre Pompidou, la Bourse de Commerce-Collection Pinault, Palazzo Grassi-Collection Pinault, il Festival ImPulsTanz, la Fondazione Onassis, il Festival di Atene ed Epidauro, l'Opera Nazionale di Grecia, il CND Pantin, Lafayette Anticipations, la Triennale di Milano, documenta 14/Public Programmes e Les presses du réel. Le sue performance sono state incluse in collezioni pubbliche e private come il CNAP-Centre National des Arts Plastiques e la fondazione KADIST.
Accanto al suo lavoro coreografico personale, è impegnata in collaborazioni con altri artisti. Nel 2013 ha portato avanti una collaborazione solista con la coreografa americana Lucinda Childs su musica di Ryoji Ikeda. Nel 2022 ha collaborato con la casa di alta moda Bottega Veneta e ha realizzato una performance a Punta della Dogana con le creazioni di Matthieu Blazy.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Danza dalla Fondation Hermès Italia e dalla Triennale di Milano e ha creato l'assolo autobiografico Ballad. Nel 2021 ha coreografato Age of Crime, un pezzo per nove ballerini, nell'ambito del bicentenario della guerra d'indipendenza greca al Festival di Atene ed Epidauro. Nello stesso anno ha coreografato Sonates et Interludes, opera emblematica di John Cage per pianoforte, accompagnata sul palco dal pianista Orlando Bass. Nel 2024 è stata nominata per il 25° Premio della Fondazione Pernod Ricard e ha creato il film An Alphabet for the Camera. Nello stesso anno crea Chemical Joy, uno spettacolo per cinque interpreti del BODHI PROJECT Ensemble.
BENJAMIN KAHN
Benjamin Kahn è ballerino e coreografo. Ha studiato drammaturgia e teatro all'Università di Aix en Provence e al Conservatorio di Rennes, e si è diplomato all'ESAC (Scuola Superiore delle Arti del Circo) in Belgio. Dopo gli studi, ha lavorato con coreografi come Philippe Saire, Benjamin Vandewalles, Nicole Beutler, Ben Riepe, Frédéric Flamand, Maud Le Pladec, Egle Budvytyte e Alessandro Sciaronni.
È inoltre drammaturgo (Cuir / Cie Un loup pour l'homme, Darkmatter / Cherish Menzo tra gli altri) e insegna danza presso il CNAC, l'ESAC e diversi conservatori. Dal 2019 crea i suoi progetti personali.
Benjamin Kahn considera la danza e la coreografia come degli strumenti politici potenti: si interessa in particolare alla costruzione e decostruzione del modo in cui vediamo i corpi individuali e collettivi. Attingendo all'interdisciplinarità della sua formazione e alla ricchezza degli incontri con i singoli performer, dà origine a lavori che combinano testi, una precisa scrittura coreografica e potenti paesaggi sonori e luminosi per mettere in discussione le questioni sociali.
Tra il 2019 e il 2023 ha creato una trilogia di pezzi da solista, “Sorry, But I Feel Slightly Disidentified...” (2019), “Bless the Sound that Saved a Witch like me” (marzo 2023) e "The Blue Hour" (giugno 2023), che indagano le proiezioni sui corpi, lo sguardo e il legame tra l'intimo e il collettivo.
https://ciebenjaminkahn.wixsite.com/ciebenjaminkahn
THÉO AUCREMANNE
Durante la sua formazione ha potuto esplorare opere del repertorio di Pina Bausch, Trisha Brown, Merce Cunningham, Odile Duboc e della Bastheva Dance Company. Ha lavorato con coreografi come Ambra Senatore e Alban Richard su creazioni che fanno parte della sua formazione. Ha avuto inoltre l'opportunità di lavorare con coreografi come François Chaignaud. Sempre curioso di scoprire nuove pratiche, ha dedicato diversi mesi allo studio del canto lirico alla Haute Ecole de Musique de Lausanne, che ha frequentato come studente Erasmus.
Dopo gli studi, Théo Aucremmanne diventa interprete della compagnia La bazooka.
Nello stesso periodo incontra Benjamin Kahn, che all’epoca stava svolgendo una ricerca sul tema dell'urlo. Diventa suo assistente drammaturgico in “Bless the sound that saved a witch like me”, poi interprete dell'assolo di Benjamin Kahn “The Blue Hour”. Oltre al suo lavoro come interprete, Aucremanne continua a sviluppare il suo lavoro come assistente e outsider nell'assolo di Benjamin Kahn “Bless the Sound that Saved a Witch like me”. Ha lavorato con artisti come Nach e Flora Détraz. Nel 2025, assisterà gli artisti Sylvain Huc e Mathilde Olivares con la loro nuova creazione “La vie nouvelle”, che andrà in scena a Montpellier Danse.
NEW FOLK
Rosa, la voix d'un peuple (Rosa, la voce di un popolo) è un ritratto sonoro che si inserisce nella tradizione degli Hörspiele tedeschi. Lo spettacolorende omaggio a Rosa Balistreri, che attraverso il canto ha interpretato le dure condizioni della sua terra (la Sicilia) e della vita. Un filo sonoro e visivo segue il percorso di vita e la carriera della cantante siciliana, in un'immersione auditiva attraverso il suono dei luoghi, le voci della gente, la scrittura sonora e l'interpretazione dei canti.
New Folk crea una musica contemporanea fondata sulle radici tradizionali. Attraverso i canti e le melodie popolari siciliane, tratte dal repertorio di Rosa Balistreri, New Folk si identifica in questa matrice vocale come identità e patrimonio culturale.
Di e con:
Nicolò Terrasi – Ideazione e composizione, chitarre e creazione sonora
Serena Ganci – Voce, recitazione e sintetizzatore
Salvatore Meccio – Voce, recitazione, chitarra, tamburi
Laurent Charles – Sassofoni
Bastien Boni – Contrabbasso
Marie Lelardoux – Regista, voce registrata
Geno Lechner – Creazione di immagini, voce registrata
Una produzione: Compagnia Risonanze, Marsiglia (Francia/Italia)
Con il sostegno di:
Kultur Ensemble Palermo
Pic – Pôle Instrumental Contemporain, Marsiglia
Gmem – cncm, Marsiglia
Théatre l’R de la Mer, Marsiglia
Città di Marsiglia
DRAC/PACA
Curva Minore
CARLOTTA WACHOTSCH
Carlotta Wachotsch è nata a Berlino nel 1994 ed è cresciuta tra gli Stati caraibici, Berlino e Parigi. Prima di studiare storia e teologia protestante, ha realizzato uno stage in sceneggiatura per il filmdi Mia Hansen-Løve “Eden. Lost in Music”. Dal 2017 studia regia alla HFF - Università di Televisione e Cinema di Monaco. Nel 2020 ha fondato la rivista cinematografica Revü- Flugblatt für Filmcon Sarah Ellersdorfer. Da allora è editrice e redattrice della rivista cinematografica, che negli anni si è trasformata in un collettivo.Revü viene pubblicata due volte l'anno ed è dedicata all'esame soggettivo e saggistico del mezzo cinematografico, della sua conservazione e dei luoghi in cui viene accolto. Nel 2023/2024 Carlotta Wachotsch ha studiato anche alla Friedl Kubelka School for Independent Film di Vienna, concentrandosi maggiormente su opere sperimentali. Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio.
Carlotta Wachotsch dedicherà la sua residenza alla scrittura e allo sviluppo della sceneggiatura del suo primo lungometraggio, che parla di un'amicizia tra due donne che vivono in epoche diverse: una vive nella campagna siciliana d'inizio Novecento, l'altra nella Germania contemporanea. Le due protagoniste si conoscono grazie a una lettera consegnata per errore e iniziano a comunicare tramite con lettere scritte a mano. L'autrice si occuperà della ricerca archivisticae dell'ulteriore sviluppo del concetto del film. La vita e il lavoro di Goliarda Sapienza sono uno dei riferimenti femministi principali di questa storia.
ALMA PALACIOS E MANON PARENT
Autobiographie des contradictions è la prima collaborazione teatrale tra Alma Palacios e Manon Parent. Il duo si ispira a diversi frammenti dell'opera della scrittrice siciliana Goliarda Sapienza (1924-1996), autrice - tra molte altre opere - del romanzo L'arte della gioia, pubblicato postumo nel 1998, e di cui offre traduzioni coreografiche, teatrali, musicali e visive. In un universo elettro-acustico creato dal vivo, le due interpreti prendono in prestito voci e corpi diversi per emanciparsi con complicità e umorismo. Celebrano l'amicizia che le unisce da 25 anni e rispondono alla forza vitale che hanno ricevuto dai libri di Sapienza. Esplorando il modo in cui hanno provocato un tale sconvolgimento in loro stesse e nella maggior parte delle persone che li hanno letti, cercano di capire più a fondo cosa si intende per “arte della gioia”, che sembra essere una vera e propria disciplina, una ricerca che implica dolore e costrizione, e di darle forma sul palco. Lo spettacolo debutterà nell'autunno 2024 al Théâtre Le Colombier di Bagnolet.
Dopo aver studiato danza contemporanea al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica e Danza di Parigi, Alma Palacios ha proseguito i suoi studi al P.A.R.T.S. di Bruxelles. Dal 2008 al 2011 ha ricevuto il premio Migros per la danza contemporanea. Nel maggio 2012 ha creato Mademoiselle Else, su testo di Arthur Schnitzler, con Frank Vercruyssen (compagnia cie Tg STAN). Ha lavorato nuovamente con Frank Vercruyssen nel novembre 2013 quando si è esibita in Nusch. Ha lavorato con i coreografi e registi Mathilde Monnier, Guillaume Guilherme, Emmanuelle Pépin, Thomas Fourneau, Jacinto Lucas Pires e Hélène Rocheteau. Dal 2016 al 2018 ha recitato in Bovary di Tiago Rodrigues e ha fatto parte del progetto Occupation Bastille al Théâtre de la Bastille. Tra il 2018 e il 2019 è stata in residenza al Château de Monthelon, per la creazione del suo monologo Comme une sauterelle. È cantante del gruppo Danger Dragon, con sede in Borgogna. Attualmente sta lavorando con Manon Parent a Autobiographie des contradictions, che debutterà nell'ottobre 2024. Recita negli spettacoli Chœur des amants di Tiago Rodrigues, Lettres non-écrites di David Geselson e Des femmes qui nagent di Émilie Capliez, attualmente in tournée.
MANON PARENT
Manon è originaria di Parigi e vive a Berlino dal 2013. Si è diplomata in danza contemporanea presso il Conservatorio Nazionale Superiore di Musica e Danza nel 2009 e ha ottenuto un diploma in violino classico nel 2010. Nel 2011 è entrata a far parte del Ballet Junior de Genève e nel 2012 ha ottenuto una borsa di studio della commissione Fulbright per studiare Body Mind Centering a New York. Negli ultimi anni ha lavorato come danzatrice, coreografa, cantante, musicista e compositrice con Ioannis Mandafounis (Sing the Positions, One One One, Scarbo, A la Carte... ), Margot Dorléans (Embody collective, Confier), Kareth Schaffer (Unheard of, Cassandra has turned 2, Question of belief), Roni Katz (A Matter of One's own, The End is not an Option), Sergiu Matis (Hopeless, Extinction Room, Unruhe) e Stephanie Thiersch (Hello to Emptiness ). Dal 2014, Manon produce anche musica per il teatro, il cinema e la televisione. Crea il duo di musica sperimentale e pop Machines for calm living assieme a Jean P'ark, seguendo le orme di Red Monky, il loro precedente progetto di performance collaborativa ibrida e femminista basata su pratiche di improvvisazione. Nel 2020, Manon ha vinto la borsa di studio Tanzpraxis del Senato di Berlino. Dal settembre 2023 lavora come artista solista assieme alla Dresden Frankfurt Dance Company.
COLLETTIVO DI TRADUZIONE
MARTINA BENGERT, DANIEL GRAZIADEI, CLIO NICASTRO
Da sinistra a destra: © Sebastian Weiland per Martina Bengert, Claudia Peppel per Clio Nicastro, Martin Geier per Daniel Graziadei. Elaborazione grafica di Kultur Ensemble Palermo.
Composto dalla studiosa di letteratura e di studi culturali Martina Bengert, dalla filosofa e poetessa Clio Nicastro e dallo studioso di letteratura e poeta Daniel Graziadei, il collettivo di traduzionemira a rendere accessibili a un pubblico di lingua tedesca alcune poesie della pensatrice e poetessa italiana Carla Lonzi, collocando queste poesie all'interno del suo lavoro di critica d'arte e attivista femminista. Oltre al lavoro di traduzione comune, pubblicato nel volume Carla Lonzi: Durchdachtes Schach. Gedichte der Jahre 1958 bis 1963, che verrà pubblicato dalle edizioni b_books di Berlino nel 2024, il collettivo ha partecipato a diversi eventi e conferenze accademiche e culturali. Nel giugno 2022 ha organizzato il workshop "Das unerwartete Subjekt. Autenticità, autocoscienza e attivismo in Carla Lonzi" a Berlino, e nel febbraio 2023 Clio Nicastro ha tenuto il workshop "Form insistiert - Anordnungen der An- und Absprache bei Carla Lonzi" a Lipsia assieme a Max Walther.
In vista della pubblicazione della traduzione tedesca di una selezione di poesie di Carla Lonzi, nell'aprile 2023 il collettivo ha potuto svolgere le sue ricerche presso l’Archivio Carla Lonzi a Roma, e nel maggio 2023 ha presentato il progetto e le sue riflessioni sulla traduzione collaborativa a un gruppo internazionale di traduttori e ricercatori in occasione della conferenza "Politics of Translation: Appropriation, Critique, Hospitality" presso il Centro Marc Bloch di Berlino. Questo progetto di traduzione e redazione è stato sostenuto dalla Humboldt-Universität zu Berlin e dalla borsa di studio "Residenza per Traduttori" del "Centro per il libro e la lettura" del Ministero della Cultura italiano.
Sven Keromnes
© Mathilde Segonds
Sven Keromnes è originario di Nancy e ha conseguito un master in germanistica presso l'ENS di Lione. Il suo campo di ricerca si colloca tra la letteratura contemporanea di lingua tedesca e multilingue e l'approccio filosofico al testo. Il suo lavoro si concentra sull'esperienza intersoggettiva della voce nelle opere di Yoko Tawada, la cui scrittura poetica sfida e interroga lo sguardo occidentale. Quest'anno, Sven Keromnes si sta perfezionando nulla traduzione presso il Centre de Traduction Littéraire (CTL) di Losanna. Contemporaneamente, sta lavorando a un progetto di dottorato di ricerca. Accanto alle sue attività di ricerca, recentemente ha rivolto la sua attenzione alla traduzione letteraria. Nell'ambito del programma franco-tedesco "Georges-Arthur Goldschmidt" per giovani traduttori (anno 2023), ha lavorato su Niemands Frau ("La donna di nessuno", 2007) della poetessa Barbara Köhler, una riscrittura polifonica dell'Odissea di Omero. Anche la sua pratica musicale (pianoforte jazz, chitarra folk, percussioni e canto) confluisce in questo lavoro.Durante la sua residenza, Sven Keromnes si dedicherà al suo attuale progetto di traduzione. Si tratta di una riscrittura dell'Odissea da parte della poetessa tedesca Barbara Köhler, intitolata "Niemands Frau" (Suhrkamp, 2007; "La donna di nessuno"), in cui il posto dei personaggi femminili nell'epica viene messo in discussione nella modalità di un equivoco tumulto testuale. Si tratta di un'opera intermedia, in quanto accompagnata, al momento della pubblicazione, da un CD in cui è possibile ascoltare l'interpretazione vocale di alcuni passaggi da parte di Barbara Köhler. In effetti, il sottotitolo stesso dell'opera punta in questa direzione: si tratta di "canti" ("Gesänge"), il che colloca anche questa odissea ipermoderna, tra le altre, nella scia dell'Inferno dantesco.
Malo Patron
Malo Patron
| © Julie Trinkvel
Malo Patron è nato a Parigi nel 1995. Durante i suoi studi di letteratura, nel 2016 fonda il collettivo di poesia multimediale PAN!21. Nel 2019, la fine dei suoi studi universitari coincide con il suo trasferimento ad Arles. In questo periodo affronta temi più personali, come quello dei rapporti di amicizia maschile e l'itineranza, che fanno parte del suo immaginario fin dall'adolescenza. È in Sardegna che scopre l'arte dei murales, graffiti che raffigurano le usanze locali sui muri dei paesi: da quel momento inizia a dedicarsi ai confini tra scrittura e arti visive, approfondendo questo aspetto nella sua pratica nello spazio pubblico e facendone un'identità da difendere. Oltre al suo lavoro performativo, scrive testi teatrali e partecipa a progetti collettivi tra i quali l’iniziativa "Plonger" prevista per settembre 2024, durante la quale cui dieci artisti pedaleranno da Besançon a Marsiglia, proponendo laboratori e spettacoli basati sulla vegetazione e sul viaggio. Malo Patron vive a Marsiglia dal 2020. La residenza di Malo Patron sarà dedicata all'esplorazione della città attraverso la pratica della scrittura effimera e itinerante. Queste osservazioni prendono forma nelle performance con il gesso: la presenza del linguaggio scritto nelle strade permette di considerare i muri come pagine, i marciapiedi come margini, e di spostare la scrittura e la lettura, entrambe caratterizzate dall'aspetto solitario e silenzioso, in un'esperienza estetica condivisa all'aria aperta. Ci saranno incontri, in particolare con l'italiano, il francese e il tedesco, ma anche ricerche sui materiali di scrittura, cenni alle opere di land art e arte povera presenti nella regione e collaborazioni spontanee per estendere questa esplorazione artistica transdisciplinare alla frontiera delle arti scritte e visive.
La giuria incaricata di selezionare i progetti per il programma di residenza del 2022/2023, è stata composta da:
Antonella Perin, direttrice dei programmi culturali del Goethe-Institut Italia
Hélène Kelmachter, addetta culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia
Beatrice Merz, presidenze e direttrice della Fondazione Merz
Costanza Quatriglio, regista e direttrice artistica della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia
Oscar Pizzo, direttore di EUR Culture per Roma, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo dal 2014 al 2018
Giorgio Vasta, scrittore
Per le residenze che si terranno tra settembre 2022 e luglio 2023, la giuria ha individuato sei progetti proposti dagli artisti seguenti: Charlotte Koch/Ségolène Bulot/Daria Di Bello, Yolenn Farges, Tobias Purfürst & Noam Brusilovsky, Victor Missud e Lea Letzel.
Oltre alle nostre residenze regolari, nel 2023 abbiamo sviluppato un progetto dedicato allo strumento del mandolino, assieme al Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo: Mandolino Variabile.
Mandolino Variabile
Workshop, masterclass e concerto in occasione di una nuova composizione di Vincent Trollet, eseguita da Florentino Calvo, Caterina Lichtenberg e le studentesse e gli studenti del Conservatorio A. Scarlatti di Palermo, sotto la coordinazione di Emanuele Buzi.
© Kultur Ensemble e Caterina Lichtenberg
Nell’ambito della sua programmazione per il 2023, anno che il mondo della musica in Germania dedica al mandolino, Kultur Ensemble Palermo dà vita a una residenza che indaga la possibilità di andare oltre l’eredità di questo strumento, aprendo nuove prospettive alla composizione musicale contemporanea. Il progetto di residenza nasce in occasione di Notturno, la nuova composizione per orchestra a plettro che il compositore francese Vincent Trollet ha scritto appositamente per Palermo. In stretta collaborazione con il mandolinista francese Florentino Calvo, da anni Vincent Trollet si interessa alla valorizzazione del repertorio contemporaneo del mandolino.Dal 13 al 15 febbraio si è tenuta la prima parte della residenza, sotto forma di un workshop di tre giorni tenuto da Vincent Trollet e Florentino Calvo per le studentesse e gli studenti del Conservatorio A. Scarlatti di Palermo, sotto la coordinazione del Professore Emanuele Buzi, titolare della cattedra di mandolino.
Dal 2 al 4 maggio si è svolta la seconda parte del progetto, che vedrà il coinvolgimento della mandolinista tedesca Caterina Lichtenberg. Dal 2 al 3 maggio si sono tenute prove comuni in vista del concerto finale, che si è svolto la sera di mercoledì 3 maggio. Il concerto ha alternato momenti per orchestra a plettro, brani per solo e brani per il trio italo-franco-tedesco di mandolinisti di fama internazionale, permettendo di rievocare le origini tradizionali del mandolino per poi dare spazio a un repertorio contemporaneo meno conosciuto. La residenza si è conclusa giovedì 4 maggio con una masterclass di Caterina Lichtenberg per le allieve e gli allievi della classe di mandolino del Conservatorio di Palermo.
Biografie dei docenti e mandolinisti
Caterina Lichtenberg è una delle più importanti mandoliniste classiche del mondo. Cresciuta in Germania, si è diplomata al Conservatorio di Musica di Colonia. Attualmente ricopre il ruolo di professoressa di mandolino classico/liuto soprano presso questa prestigiosa istituzione. Per oltre 20 anni Caterina ha registrato, insegnato e realizzato tournée in tutta Europa, in Giappone, a Taiwan, in Sud America, in Canada e negli Stati Uniti. Ad oggi, Caterina Lichtenberg ha pubblicato 13 album.
Emanuele Buzi, nipote del virtuoso Giuseppe Anedda, si è diplomato presso il Conservatorio de L'Aquila. Collabora con i più importanti enti lirici italiani (La Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo). Dal 2008 è titolare della cattedra di mandolino presso il Conservatorio di Musica A. Scarlatti di Palermo.
Florentino Calvo ha studiato al Conservatorio di Argenteuil, principale centro di insegnamento del mandolino in Francia. Si è perfezionato con i maestri Mario Monti e Ugo Orlandi. Come concertista, si esibisce regolarmente come solista in formazioni di musica da camera e con orchestre (TrioPolycordes, Orchestre National du Théâtre de Paris, Orchestre Philharmonique de Radio France). Contribuisce allo sviluppo e all'influenza del suo strumento formando numerosi concertisti e pedagoghi di spicco in Francia e all'estero.
Vincent Trollet inizia a studiare il pianoforte e successivamente la composizione, che approfondisce al Conservatorio di Parigi. Nel 2010 viene ammesso al corso di Informatica Musicale presso l’IRCAM di Parigi. Questa formazione dà vita a una nuova direzione nel suo lavoro, che lo porta ad avvicinarsi alla sperimentazione. Dai numerosi incontri con compositori della sua generazione nasce Ensemble Regards, ensemble dedicato alla musica contemporanea.
Annika Katja Boll e Renaud Mundabi Muyanunu
© Mathia Coco_Riccioblu
Nell'autunno 2023, Kultur Ensemble ha ospitato un duo composto dall'artista tedesca Annika Katja Boll e dall'artista francese Renaud Mundabi Muyanunu, che lavoreranno a un progetto comune per la prima volta dopo la fine dei loro studi a Villa Arson (Nizza).Durante la loro residenza, i due artisti realizzeranno un videogioco interattivo. La narrazione sarà ispirata all'esperienza dell'isola siciliana: l'opera sarà costruita raccogliendo materiale sonoro e visivo attraverso strumenti audio e scansioni in 3D. Il progetto combina l'estetica di una realtà astratta digitalizzata con il linguaggio metaforico della narrazione, con l’obiettivo di creare un'esperienza basata sulle nozioni di movimento continuo, disorientamento e non appartenenza a un luogo fisso.
© Mathia Coco_Riccioblu
Il duo di artisti è stato selezionato in seguito al bando di concorso della primavera 2023 e da una giuria composta da Jérémy Rossignol, vicedirettore dell'Ufficio Formazione professionale, scambi universitari e volontariato - OFAJ-DFJW (Ufficio franco-tedesco per la gioventù), Hélène Kelmachter, addetto culturale presso l'Ambasciata di Francia in Italia) e Rosina Franzé, programmazione culturale presso il Goethe-Institut di Milano. La residenza è sostenuta dall'Ufficio franco-tedesco per la gioventù (OFAJ/DFJW).
Renaud Mundabi Muyanunu
Renaud Mundabi Muyanunu è un artista multidisciplinare la cui pratica combina installazioni visive, musica e letture performative. Diplomato alle Beaux-Arts di Marsiglia, ha conseguito il DNSEP presso Villa Arson (Nizza) nel 2023. Il suo lavoro sonoro prende la forma di composizioni che combinano registrazioni sul campo, storie, canzoni e dibattiti, che integra in un immaginario poetico permeato da questioni di identità multiple. Scrive e recita racconti la cui leggerezza formale gli permette di relazionarsi con le questioni sociali e politiche che lo animano. La sua pratica può uscire dal white cube e spostarsi in spazi pubblici, come ad esempio le biblioteche: questo spostamento dà alla lettura un contesto diverso e mette in discussione il luogo in cui l'installazione prende vita.Annika Katja Boll
Annika Katja Boll è un'artista visiva nata a Westerwald, in Germania. Dopo aver completato gli studi di antropologia e psicologia a Göttingen e Ahmedabad, ha studiato arte alla Kunsthochschule di Kassel, prima di trasferirsi in Francia per completare gli studi a Villa Arson (Nizza). Il suo lavoro oscilla tra la realtà virtuale e la realtà visiva che la circonda: fonde i due mondi ricontestualizzando il digitale nello spazio reale e viceversa. Si interessa alla variabilità del significato di un oggetto, cambiandone i materiali o collocandolo in un contesto diverso: crea giardini digitali in cui vengono riportati in vita frammenti di scansioni 3D di piante parzialmente scomparse. Queste passeggiate digitali, una sorta di "cyber-flâneries" o “cyber-wander” in una natura artificiale, mettono a confronto il piacere estetico con la realtà di una natura morente.Altrove / Anderswo / Ailleurs
© Studio Forward
Cosa accade alla pratica della scrittura quando si lascia la propria madrelingua e il proprio paese? Quali parole si scelgono per esprimere l’esperienza di chi è costretto ad abbandonare le proprie terre d'origine? Quali strutture possono dare sostegno ad artiste e artisti in questa situazione?Kultur Ensemble Palermo inaugura Altrove/Anderswo/Ailleurs, una residenza di scrittura dedicata ad artiste e artisti che vivono in esilio in Germania e in Francia. Il programma è sviluppato in cooperazione con la Martin Roth-Initiative (Berlino) e l'Atelier des artistes en exil (Parigi, Marsiglia), due organizzazioni che forniscono un accompagnamento quotidiano alle carriere professionali delle artiste e degli artisti in esilio.
Quest'autunno la residenza accoglierà per la durata di un mese la scrittrice, attivista e DJ bielorussa Ludmila Pogodina e il fotografo e regista palestinese nato in Siria Samer Salameh.
La residenza vuole sostenere chi continua a creare facendo i conti con la perdita di una patria culturale, linguistica, geografica ed emotiva, offrendo allo stesso tempo un'occasione di riflessione comune attorno a questi temi. Nel corso della residenza sono organizzati tre incontri che si inseriscono nel programma del Festival delle Letterature Migranti nelle giornate di venerdì 13 e di sabato 14 ottobre. Altrove/Anderswo/Ailleurs è sostenuto dal Fondo Culturale Franco-Tedesco.
Ludmila Pogodina
© Sasha Abuhovich
Ludmila Pogodina è una giornalista, DJ, fotografa, scrittrice, podcaster e curatrice bielorussa. È nata nel 1984 nell'attuale villaggio russo di Znamensk e si è trasferita a Minsk con la sua famiglia quando aveva cinque anni. Da adolescente, Pogodina scopre la musica rock, che considera l’espressione di una vera e propria opposizione politica in Bielorussia: nel corso degli anni, questo la porta a realizzare interviste ad artiste e artisti dal lavoro provocatorio provenienti da tutto il mondo, tra cui Genesis Breyer P-Orridge, Denis Lavant, Bruce LaBruce, Joshua Oppenheimer, Isabella Rossellini, Charlotte Rampling, Cillian Murphy, Pablo Larrain e molti altri, dedicandosi alle pratiche che affrontano il tema delle norme sociali e la politica.Ludmila Pogodina ha studiato musica, diritto e giornalismo. Inizia a lavorare come giornalista musicale e cinematografica negli anni 2000, principalmente per i media ucraini e bielorussi.
Nel 2011 si esibisce come DJ su richiesta di un club di Minsk, e poco dopo inizia a organizzare le sue feste. Nel 2015, insieme ad alcuni amici, fonda il collettivo artistico #keepminskweird con l’obiettivo di creare uno spazio sicuro per la comunità locale e una piattaforma per parlare di femminismo, ruoli di genere, inclusione e diversità utilizzando una forma fluida di intrattenimento: feste, laboratori artistici, festival - organizzando allo stesso tempo una rete di iniziative locali di base. Dopo il fallimento della rivoluzione bielorussa e la pesante repressione, il collettivo si è sparso tra Polonia, Lituania e Germania, e non è più attivo in Bielorussia. Con il suo lavoro e il suo impegno, Ludmila Pogodina vuole attirare l'attenzione sulla situazione politica in Bielorussia. Attualmente sta lavorando a un romanzo di autofiction su “dittatura, patriarcato e rock'n'roll”. Nel novembre 2022 ha curato il programma speciale “Spotlight: Bielorussia” ed è stata membro della giuria del concorso di film sui diritti umani per il Festival internazionale del cortometraggio Interfilm Berlin.
Pogodina vive a Berlino dall'aprile 2022.
Samer Salameh
© Anthony Seklaoui for Tank magazine
Samer Salameh è nato in Siria ed è cresciuto nel campo di Yarmouk a Damasco. È stato attivo nelle arti drammatiche e visive fin dalla più tenera età. Dopo aver realizzato diversi cortometraggi indipendenti, Samer ha diretto il suo primo lungometraggio documentario 194. Nous, enfants du camp sugli eventi che hanno avuto luogo nel suo paese natale, Yarmouk. Sfollato dalla Siria a causa della guerra, Samer ha continuato la sua ricerca cinematografica sull'esperienza intima dell'esilio. Membro dell'Artists in Exile Workshop, è in Francia dal 2014. Ha conseguito un master in regia presso l'ENSAV di Tolosa nel 2020.
Kultur Ensemble Palermo e Harun Farocki Institut inaugurano una residenza a Berlino per giovani registe e registi del panorama siciliano.
© Harun Farocki Institut
A due anni dalla sua nascita, Kultur Ensemble Palermo annuncia un nuovo partenariato con l'Harun Farocki Institut di Berlino. Questa collaborazione nasce dalla volontà di offrire, a partire da quest’anno, a giovani registe e registi che lavorano in Sicilia la possibilità di realizzare una residenza artistica nei paesi promotori di Kultur Ensemble, ovvero in Francia e in Germania.Destinata a registe e registi emergenti in Sicilia, questa iniziativa si inserisce nel programma di residenze artistiche Atelier Panormos, ideato da Kultur Ensemble Palermo nel 2021. Dopo essersi concentrato principalmente sul supporto ad artiste e artisti che operano in Germania e in Francia, il programma di residenza si amplia per accogliere e promuovere l'attività cinematografica siciliana: grazie al solido legame tra il Goethe-Institut e l'Harun Farocki Institut, la celebre istituzione berlinese aprirà le sue porte a un giovane regista italiano per una residenza di tre mesi. Un'occasione unica per giovani registe e registi del territorio siciliano di immergersi in un ambiente internazionale stimolante, abbracciando nuove prospettive creative e creando legami con artisti e professionisti del settore.
Fondato nel settembre 2015, l'Harun Farocki Institut si è affermato come una piattaforma di ricerca sulla pratica visiva e discorsiva del regista e autore tedesco Harun Farocki (1944-2014). L'istituto si dedica inoltre al sostegno di nuovi progetti che esplorano il passato, il presente e il futuro delle culture dell'immagine.
Per questa prima collaborazione, il Goethe-Institut Palermo ha selezionato Filippo Foscarini, classe 1990, ex studente presso la sede siciliana del prestigioso Centro Sperimentale di Cinematografia. Questa scelta si è basata sulla qualità del lavoro del giovane regista, sulla sua affinità con la ricerca d’archivio e sullo stato di avanzamento del suo prossimo progetto, che esplora le zone di confine tra Bosnia Erzegovina, Serbia e Croazia, segnate da forti tensioni geopolitiche. L'accesso all'archivio dell'Harun Farocki Institut sarà una risorsa preziosa per lo sviluppo delle sue ricerche e per la riflessione sul ruolo politico delle immagini in contesti post-bellici. Filippo Foscarini sarà in residenza a Berlino per un periodo di tre mesi, a partire da settembre 2023.
FILIPPO FOSCARINI
© Filippo Foscarini
Filippo Foscarini è un regista di cinema non fiction. Dopo la laurea in Letteratura Comparata presso l'università Cà Foscari a Venezia, si è trasferito a Palermo dove ha conseguito il diploma in regia del cinema documentario presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, sotto la direzione artistica di Costanza Quatriglio. Le sue aree di interesse spaziano dall'etnografia alle rimozioni di memoria in situazioni di conflitto fino all'acusmatica, adottando un approccio sperimentale a partire dalla fenomenologia in campo sonoro. Con Marta Violante realizza il cortometraggio d'archivio Africa Bianca (2020, esercitazione del secondo anno di corso), e con Federico Cammarata realizza Tardo Agosto (2021, saggio di diploma, miglior film internazionale alla quindicesima edizione di Beldocs e vincitore del Premio di distribuzione CG Entertainment presso il Cinema dei Popoli) e A Soft Hiss of this World (2022). I suoi lavori sono stati presentati in diversi festival nazionali e internazionali (DocLisboa, Festival dei Popoli, Torino Film Festival, Beldocs, Yamagata International Documentary).
TOBIAS PuRFÜRST E NOAM BRUSILOVSKY
© Kultur Ensemble | Foto: Debora Krist
Noam Brusilovsky e Tobias Purfürst lavorano insieme da diversi anni. Il loro attuale progetto si dedica alla composizione di una “opera techno” in cui i mezzi drammaturgici del teatro dell’opera, come il canto e la narrazione, si uniscono alla musica e alla cultura techno. La residenza sarà l’occasione per scrivere (Noam) e comporre (Tobias) il set narrativo.Il drammaturgo teatrale e radiofonico Noam Brusilovsky è nato in Israele nel 1989. Dopo aver frequentato la Thelma Yellin High School of the Arts, si è trasferito a Berlino nel 2012, dove ha studiato regia teatrale presso l'Accademia di Arti Drammatiche Ernst Busch. Mentre era ancora studente, ha diretto i suoi primi radiodrammi per Deutschlandfunk e SWR e ha ricevuto il premio ARD German Radio Play Award nel 2017 per la sua produzione "Broken German". Nello stesso anno, ha completato i suoi studi con la performance solista autobiografica "Orchiectomy Right". L'anno successivo, questa produzione è stata invitata ai festival "Radikal Jung" e "Fast Forward" e lo ha portato ad essere nominato "Giovane autore dell'anno" da Theater heute. Da allora Brusilovsky lavora come autore e regista freelance per diverse stazioni radiofoniche tedesche (Deutschlandfunk, SWR, WDR e rbb). I suoi radiodrammi sono stati trasmessi da tutte le stazioni ARD, hanno vinto numerosi premi e sono stati nominati per diversi riconoscimenti. Oltre al suo lavoro radiofonico, Noam Brusilovsky è direttore teatrale. I suoi progetti di teatro documentario, che hanno partecipato a numerosi festival, sono stati realizzati dal Volkstheater di Monaco, dal Konzerttheater di Berna, dal Sophiensaelen di Berlino e dallo Stadttheater di Klagenfurt.
Tobias Purfürst è un produttore musicale e compositore di Berlino. Pianista classico di formazione, si interessa a processi creativi diversi tra loro. Ha iniziato a studiare architettura all'UdK di Berlino. Dopo un anno di scambio in Islanda, con uno stage presso i Greenhouse Music Studios (Valgeir Siruðsson), si è concentrato sul sound design e sulla composizione di musica sperimentale e per film. Nel 2011 ha studiato presso la Facoltà di Arte e Media (UdK) nella classe di Media art (Prof. Alberto de Campo), dove ha lavorato principalmente su installazioni sonore generative e performance. Durante il periodo trascorso all'UdK, il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre collettive e festival, tra cui Ars Electronica (2012), EMAF (2013), Transmediale (2013), Addicted to Random Festival e Halle (2013). Lavora come docente, come freelance per agenzie e in collaborazione con var* artist* nel campo della musica elettronica sperimentale, delle installazioni multimediali, nonché delle composizioni e del sound design per film, video arte e performance.
Victor Missud
© Mathia Coco_Riccioblu
Victor Missud è un regista originario di Tolosa che vive tra la Francia e Palermo. Attraverso il suo lavoro si dedica a persone ai margini della società e del territorio, che diventano attori non professionisti dei suoi film. Dando loro l'opportunità di interpretare se stessi all’interno di un film di finzione, l'artista dà a queste persone la possibilità di esprimere, rappresentandola, la loro realtà.Per il suo primo film, il documentario di finzione La forêt de l'espace (2019, Menzione speciale della giuria internazionale al Festival Visions du Réel, IFF Rotterdam, Hors Pistes Centre Pompidou), Victor Missud ha invitato le persone che vivono quotidianamente nelle strade di Parigi, la maggior parte delle quali senza fissa dimora, a immaginare di essere sulla Luna e a inventare la loro vita lontano dalla Terra. Il suo ultimo film, À qui le monde (2023), realizzato nel Benin e co-diretto da Marina Russo Villani, è una favola documentaria che racconta la storia dei coltivatori della pianta del giacinto d'acqua nel Benin, i cui corpi vengono progressivamente invasi dallo stesso organismo che consente loro di essere retribuiti.
A Palermo, Victor Missud si dedica a un lungometraggio in lingua dei segni italiana. In parte documentario, in parte fiction, Laisser l'île (titolo provvisorio) vedrà due attori non udenti e non professionisti interpretare i propri ruoli. Palermo è la terza protagonista del film, con i suoi contrasti architettonici tra palazzi barocchi e condomini del dopoguerra. La residenza di Victor Missud sarà inoltre l'occasione per una ricerca sul suono in vista della colonna sonora del film, in particolare attraverso percussioni e vibrazioni.
Lea Letzel
© Frederike Wetzels
Lea Letzel crea spazi, situazioni e installazioni musicali, performance e opere video che vengono mostrate sia nella "scatola nera" del teatro sia nel "cubo bianco" dell'arte visiva. Ha completato i suoi studi presso l'Istituto di Studi Teatrali Applicati di Gießen con un progetto in collaborazione con l'International Ensemble Modern Academy. Letzel ha completato i suoi studi in media art presso l'Accademia delle arti multimediali di Colonia con il progetto "Concerto per organo e pirotecnica" in collaborazione con l'organista Dominik Susteck presso la Stazione artistica di San Pietro a Colonia. Dal 2015 ha una formazione come pirotecnico certificato dalla Repubblica Federale di Germania e dal 2020 è abilitata alla gestione di fuochi d’artificio di grandi dimensioni. Ha trascorso l'autunno 2019 in residenza a Kyoto, in Giappone, come borsista del Goethe-Institut a Villa Kamogawa per studiare la pirotecnica giapponese. A Palermo, intende dedicarsi alla ricerca e all'esplorazione delle prospettive sociali, politiche, storiche e artistiche dei fuochi d'artificio italiani. Lea Letzel vive e lavora a Colonia e a Reykjavík (IS).
Yolenn Farges
© Sylvie Léonard
Yolenn Farges è un'artista multidisciplinare francese. Laureata nel 2020 presso le Beaux-Arts de Nantes, vive e lavora tra Marsiglia e Belle-île-en-mer. Tra lunghe escursioni e immersioni subacquee, va alla ricerca di materiali da cogliere, segreti e aneddoti da raccontare attraverso le sue creazioni. Le sue proposte artistiche sono legate tanto alla metamorfosi degli ecosistemi quanto alla circolazione del sapere orale. Attraverso installazioni, performance e video, si interroga sulla porosità dei legami che esistono tra gli esseri che convivono. Conduce laboratori artistici ed educativi e considera questi momenti di creazione collettiva come potenti strumenti per immaginare il futuro. A Palermo, la sua ricerca si concentrerà sul cibo e sulle ricette siciliane affrontate dal punto di vista della microbiologia e della fermentazione.
CHARLOTTE KOCH, DARIA DI BELLO E SÉGOLÈNE BULOT CON IL PROGETTO “WOMEN'S VOICES IN PALERMO"
© Charlotte Koch, Ségolène Bulot, Daria di Bello
Tra fine settembre e fine dicembre 2022, il programma di residenza di KULTUR ENSEMBLE Palermo accompagna un progetto di ricerca italo-franco-tedesco, sviluppato da tre ricercatrici conosciutesi all’Università di Lipsia: Daria di Bello, Charlotte Koch e Ségolène Bulot. Durante i loro studi scoprono il podcast come strumento di ricerca etnografica e sociologica. Arricchite dalle tre culture europee nelle quali sono cresciute, le loro ricerche coinvolgono discipline diverse: antropologia, sociologia, letteratura, storia e filosofia. Le loro esperienze formative e professionali, così come le loro scelte di vita, orientano i loro interessi accademici verso tematiche interculturali, postcoloniali, femministe e territoriali.Con il progetto "Women's voices in Palermo" (la voce delle donne a Palermo), le ricercatrici osservano le pratiche culturali e le scale di valori delle donne migranti che vivono nel capoluogo siciliano. L’ipotesi formulata è che la migrazione e la religione, legata alle questioni di genere, definiscano modalità specifiche di vivere lo spazio urbano. A Palermo, le tre ricercatrici entrano in dialogo con diverse associazioni dedicate a varie comunità di donne e, attraverso interviste e l’ascolto delle esperienze vissute, mettono in discussione le strutture di potere attraverso un approccio intersezionale. I risultati del lavoro di Charlotte Koch, Daria di Bello e Ségolène Bulot saranno presentati sotto forma di podcast, dibattiti e discussioni, per dare voce ad alcune delle donne migranti nello spazio mediterraneo.
© KULTUR ENSEMBLE
Il trio di ricercatrici in scienze umanistiche si è incontrato all’Università di Lipsia, dove scopre il podcast come strumento semplice e partecipativo di diffusione del loro lavoro.CHARLOTTE KOCH
Charlotte Koch è cresciuta a Marburg e vive a Lipsia. Durante gli studi triennali in scienze sociali si concentra sugli studi dell’America latina, per poi interessarsi al femminismo islamico e alla sociologia dell’Islam. Approfondisce il tema del “reflexive curanting” (curatela riflessiva) e studia le molteplici rappresentazioni dell’Islam nell’arte contemporanea. Partendo dal travagliato passato coloniale all’origine dei musei etnografici europei, analizza i discorsi e le pratiche postcoloniali con le quali queste stesse istituzioni si confrontano al giorno d’oggi.
DARIA DI BELLO
Daria di Bello è originaria di Taranto, in Puglia. Si sposta a Lipsia dopo aver ottenuto una laura in filosofia all’Università di Bari. Parallelamente alla sua attività militante, Daria lavora come mediatrice linguistica e culturale, e insegna l’italiano. Si interessa alla migrazione nell’area mediterranea e alla sociologia dell’Islam. Nei suoi lavori, Daria fa dialogare i concetti di “Black Atlantic” e di “Black Mediterranean”, studiando la diaspora africana in una perspettiva storico-marittima.
SÉGOLÈNE BULOT
Ségolène Bulot viene dalla Normandia e vive a Lipsia. Ha studiato linguistica inglese, letteratura e scienze sociali a Caen, in Francia. Durante il suo master a Lipsia, Ségolène si dedica al lavoro educativo con i giovani. Si interessa in modo particolare allo sviluppo e alla messa in pratica di azioni non violente, prendendo come esempio il concetto indiano di "Go Rurban", che mira a colmare il divario tra città e zone rurali attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni.
FLAKA HALITI
Flaka Haliti
| © Alexandra Bertels/Europalia
Flaka Haliti è nata a Prishtina, in Kosovo, e vive a Monaco di Baviera, in Germania. Ha studiato alla Städelschule, l'Università di Belle Arti di Francoforte sul Meno.La sua pratica artistica si sviluppa attraverso diverse tecniche, in particolare sculture e installazioni che realizza tenendo sempre conto della specificità del luogo nelle quali si inseriscono. L'appropriazione e la riorganizzazione sono le linee guida del suo lavoro, che le permettono di creare nuovi modelli estetici.
Nel 2015 Flaka Haliti ha rappresentato il suo Paese d'origine, il Kosovo, alla Biennale di Venezia. L'artista è stata borsista a Villa Romana a Firenze nel 2017 e ha ricevuto il Premio Ars Viva e il Premio Henkel. Il suo lavoro è stato presentato in mostre individuali presso il mumok - Museum Moderne Kunst di Vienna, S.A.L.T.S. Kunstverein Birsfelden, Kunsthalle Lingen e Kunsthaus di Amburgo. Nell’ambito di mostre collettive, le sue opere sono state esposte al Museum Ludwig di Colonia, alla Kunsthalle di Vienna, al Museum Lenbachhaus di Monaco di Baviera e alla Haus der Kulturen der Welt di Berlino. L'artista crea un dialogo tra i concetti di riorganizzazione e appropriazione: da un lato, lo standard dell'ordine categorico viene rifiutato - dall'altro, si realizza un adattamento alle condizioni esistenti. In questo modo, Flaka Haliti apre un campo poetico per un perpetuo in-between all’interno di in uno spazio dialettico, ibrido e performativo.
SÉBASTIEN THIÉRY E IL COLLETTIVO PEROU CON IL PROGETTO NAVIRE AVENIR
NAVIRE AVENIR - collettivo PEROU
| © PEROU
Fondato dieci anni fa dal ricercatore in scienze politiche Sébastien Thiéry insieme con il paesaggista Gilles Clément, il collettivo PEROU (Pôle d’Exploration des Ressources Urbaines, Polo di Esplorazione delle Risorse Urbane) lavora sui temi dell’accoglienza, riflette e reagisce alle misure di esclusione delle politiche pubbliche, crea progetti che favoriscono il dialogo e la comunione.NAVIRE AVENIR (“nave avvenire”) è il progetto di più ampia portata concepito finora dal collettivo. Ha l’obbiettivo di costruire una nave ammiraglia europea per salvare vite umane nel Mediterraneo, pensata come la prima di una flotta europea di dieci imbarcazioni. Il progetto coinvolge oltre mille persone ripartite tra diversi paesi e discipline, e raduna 57 partner tra cui scienziati, scuole, università, collettivi, designer, grafici, performer, architetti, politici, sociologhi, antropologi e ingegneri. Il progetto si sviluppa principalmente a Marsiglia ed è sostenuto dal MUCEM (Museo delle Civilizzazioni dell’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia) e dal Centre Pompidou Metz. Il varo della nave AVENIR è previsto nel 2024. Parallelamente, il collettivo PEROU sta inoltre lavorando alla candidatura per iscrivere la pratica dell’accoglienza nelle liste di protezione del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Durante la residenza palermitana, il collettivo si dedicherà ad alcuni aspetti specifici legati alla realizzazione della nave, tra cui gli aspetti giuridici (nozione di accoglienza e creazione di un padiglione marittimo europeo per la nave); quelli legati all’architettura e al design dell’imbarcazione (interni e tipografia); al design della bandiera, e a quelli che i componenti di PEROU definiscono gli “aspetti terapeutici”, legati alla trasmissione dei gesti di primo soccorso e della cura della persona. Sébastien Thiéry lascerà spazio agli altri componenti del collettivo: Nina Chalot & Gabriel di Battisti (designer tessili), Charlotte Cauwer (architetta e disegnatrice), Sina Fakour (tipografo), Marie-José Ordener (cuoco), Elsa Ricq-Amour (terapeuta). Gli incontri del collettivo con le varie realtà palermitane avvieranno una collaborazione rafforzata tra Palermo e Marsiglia attorno a NAVIRE AVENIR.
“L'Avenir è uno strumento pionieristico di salvataggio in mare, la prima nave appositamente progettata per il salvataggio di massa; è un rifugio in alto mare, un edificio dotato di tutte le attrezzature necessarie per l'accoglienza e la cura dei superstiti; è una piazza pubblica mediterranea, uno spazio di vita collettiva dove si afferma la fraternità; è un laboratorio per la ricerca di futuri desiderabili, un luogo da cui creare le navi e l’avvenire che continueranno a esistere.”
Intervista a Sébastien Thiéry: Una nave per l'Europa
MELIKA NGOMBE KOLONGO
Melika Ngombe Kolongo - "Nkisi"
| © Nkisi
Melika Ngombe Kolongo, in arte NKISI, è nata a Kinshasa in Repubblica Democratica del Congo ed è cresciuta in Belgio. Dopo la laurea in tecniche audiovisive presso l’Accademia Narafi di Bruxelles, NKISI ha completato un Master in studi psicosociali con una specializzazione in studi culturali, diaspora e antropologia a Birkbeck, Università di Londra.Musicista, produttrice e artista visiva, nel suo lavoro NKISI elabora elementi della sua biografia, mescolando ritmi panafricani all’hard techno e a una certa sensibilità punk, assieme a un esplicito impegno politico contro il conformismo. Il suo pseudonimo deriva dalla parola nkisi, diffusa nelle religioni della regione del Bacino del Congo per indicare uno spirito o un oggetto abitato da uno spirito, al quale ci si rivolge per raggiungere una connessione con gli antenati.
Ispirato dalla cosmologia Kongo, NKISI intende la musica come una forma di comunicazione al di là del linguaggio, esplorando l'idea che "sentire è vedere e vedere è reagire/sentire" (K. Kia Bunseki Fu-Kiau, African Cosmology of the Bantu-Kongo, 1980).
Nel 2015, NKISI è stata co-fondatrice del collettivo musicale NON Worldwide, un’etichetta musicale indipendente e insieme un progetto artistico che, favorendo un dialogo tra gli artisti africani della diaspora e dando voce agli emarginati, partecipa attivamente alla ridistribuzione del potere.
Tra i luoghi in cui si è esibita figurano la Tate Modern di Londra, HAU2 di Berlino, il Palais de Tokyo di Parigi, la Haus der Kunst di Monaco di Baviera e il festival Berlin Atonal.
MORGANE TSCHIEMBER
Morgane Tschiember
| © Morgane Lay X Jonny Cochrane for Parfums Chris
Morgane Tschiember è nata a Brest, in Francia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Quimper, poi all’Accademia di Belle Arti di Parigi. Vive a Parigi e lavora in una “factory” che ha creato nel 2011. Il lavoro di Morgane Tschiember è caratterizzato da un approccio sia fisico sia metafisico: influenzate dal pensiero di Jacques Derrida, le sue opere danno vita a una sintesi che può essere descritta come "minimalismo romantico".Intese da Morgane stessa come dei rituali, le sue sculture sono testimoni del loro processo di produzione, e mantengono la traccia del fare, del gesto e del respiro, attraverso fasi di trasformazione legate al fuoco.
Morgane modella gli ambienti per rivelare le loro qualità e apre spazi di percezione visiva e fisica sotto forma di installazioni monumentali che invitano alla deambulazione.
Ogni residenza è un'opportunità per Morgane Tschiember per concentrarsi su un materiale specifico, come è stato per il vetro nell’ambito della sua residenza al Cirva di Marsiglia e la ceramica nel Veneto, presso le Nuove/Residency. La Sicilia, Palermo e la Conca d'Oro, risuonano fortemente con il suo lavoro, che durante la sua residenza si dedicherà alla realizzazione di sculture in cera e ceramica.
caner teker
caner teker
| © Augustin Farias
caner teker è nat* nel 1994 a Duisburg-Marxloh, in Germania. È laureat* presso l’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf 2019 e student* post laurea dal 2019 presso la SNDO – School for New Dance Development di Amsterdam. Ha debuttato ai Tanztage di Berlino con la performance Kirkpinar (coproduzione Sophiensaele) ed è stat* invitat* a partecipare al programma Disappearing Berlin presso lo Schinkel Pavillon di Berlino e al festival Radikal Jung presso il Volkstheater di Monaco di Baviera. È artista invitat* nell’ambito del Favoriten Festival 2020 nella città di Dortmund e presso il Teatro Neumarkt di Zurigo. caner ha realizzato performance al centro d’arte Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Museum Abteiberg Mönchengladbach, tanzhaus NRW ed è borsista della Fondazione Norbert Janssen di Monaco di Baviera. Nel 2020 ha ricevuto il Premio per le Arti visive della Città di Düsseldorf ed è stat* student* invitat* presso il Centro coreografico PACT Zollverein di Essen.
Juliette Minchin
Juliette Minchin
| © Wilfrid Gremillet
Nata nel 1992, Juliette Minchin vive a Parigi dove si dedica alla scultura, all’installazione, al video e al disegno. Diplomata in scenografia presso la Scuola Superiore di arti decorative e dell’Accademia di belle arti di Parigi, compone le sue opere lavorando la materia, la luce, la dimensione olfattiva e il suono. Nel suo lavoro esplora i concetti connessi al tema della trasformazione. Testimonianze del trascorrere del tempo, le sue opere sono declinate in serie, presentate in condizioni diverse, giocando su una ambiguità fondamentale: nascita della materia o morte della forma, l’inizio e la fine si confondono. L’utilizzo di materiali naturali (come la terra o la cera) conferisce alle sue sculture una dimensione innegabilmente vivente, dove la superficie richiama l’aspetto della pelle. Ad oggi, l’elemento della cera è al centro del suo lavoro: riattivata all’infinito, la stessa cera è utilizzata e rifusa per comporre le opere successive, come l’anima lascia un corpo per un altro. Il suo lavoro si distrugge e rinasce come un mandala tibetano: la ripetizione di uno stesso gesto e l’evoluzione aleatoria della materia conferiscono una portata processuale. L’artista immerge il visitatore invitandolo all’introspezione, facendo in modo che l’esperienza si riveli potenzialmente esoterica. Gli spazi effimeri creati da Juliette Minchin possono essere percepiti come dei luoghi rituali: il repertorio di forme ieratiche e sacre, tratte da archetipi comuni a diverse culture, risveglia presso l’osservatore dei riflessi animisti, mistici o spirituali, che evocano nella materie una forma di trascendenza.Nel 2025, la programmazione culturale di Kultur Ensemble Palermo si arricchisce di un nuovo capitolo: un ciclo annuale di incontri tematici, pensato come occasione di discussione e approfondimento su temi di grande attualità. Questo nuovo formato, realizzato grazie al sostegno del Fondo Culturale Franco-Tedesco, intende stimolare una riflessione condivisa, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e invitando il pubblico a interagire con esperti e professionisti provenienti dai mondi dell'arte, della scienza e dell'accademia, sia tedesca che francese e italiana.
Il ciclo di incontri prende il nome di Ne vogliamo parlare? – non un semplice titolo provocatorio, ma un invito esplicito a prendere parola e ad approfondire temi cruciali del nostro tempo, attraverso il confronto diretto con coloro che, per esperienza o competenza, possono offrire nuove prospettive sulle sfide contemporanee.
Turismo - 17 ottobre 2025
Berlino, Marsiglia, Palermo:
le città tra gentrificazione, turistificazione e resistenze
Dove inizia la gentrificazione di una città? Quale ruolo hanno le politiche culturali nei processi di turistificazione? E ancora: è possibile difendere lo spazio urbano attraverso pratiche cittadine quotidiane?
Il terzo appuntamento del ciclo annuale di incontri Ne vogliamo parlare? è dedicato ai fenomeni della gentrificazione e della turistificazione, e alle forme di resistenza che ne derivano. Dalla drastica riduzione di alloggi a lungo termine al conseguente infragilimento del tessuto relazionale di cui si compone la vita urbana, passando per le logiche di profitto e il ruolo della vita notturna, le testimonianze provenienti da Berlino, Marsiglia e Palermo permetteranno di approfondire tematiche che interessano tre città dalle storie diverse, ma che sono chiamate ad affrontare dinamiche simili. Una riflessione che non vuole limitarsi alla critica e che si pone come occasione propositiva, per capire come affrontare i cambiamenti delle città in cui viviamo e tentare di individuare alternative possibili alla sempre più diffusa scomparsa del vicinato.
Interverranno:
Hélène Jeanmougin, sociologa dell'urbano e dei territori, Università Aix-Marseille
Linda Paganelli, antropologa visiva basata a Berlino
Federico Prestileo, borsista dell’Università di Cagliari e membro di a.p.r.o. Palermo (assemblea permanente resistenza all’overtourism).
La conversazione sarà moderata da Stefania Crobe, ricercatrice in Urban Studies basata a Palermo.
Linda Paganelli
Hélène Jeanmougin
Federico Prestileo
Federico Prestileo è un geografo borsista di ricerca per l'Università di Cagliari. Si occupa di dinamiche legate alla touristification e delle sue conseguenze in contesti urbani mediterranei. È attivista della Rete SET a Palermo e ha collaborato con le riviste Menelique e cheFare.
Stefania Crobe
Stefania Crobe, PhD, è ricercatrice in Urban Studies presso l'Università di Palermo. Ha svolto attività di ricerca come visiting scholar presso la University of Massachusetts, School for the Environment (US), e come visiting lecturer presso l’University of Agder (NO). I suoi interessi scientifici riguardano l’uso di metodi creativo-visuali nella ricerca urbana, le pratiche di trasformazione urbana e territoriale a base culturale, il rapporto tra forme di pedagogia radicale e community planning. È parte dell’editorial board del Journal of Creative Research Methods e del gruppo di ricerca interdisciplinare Tracce Urbane.
Lavoro - 3 giugno 2025
Palermo, martedì 3 giugno – ore 21
Terrazza dell’Institut français e del Goethe-Institut
Cantieri Culturali alla Zisa
Questo secondo appuntamento del ciclo Ne vogliamo parlare? si vuole un incontro aperto, una conversazione per esplorare il tema del lavoro oggi e ieri, a Palermo e oltre, attraverso il linguaggio del cinema.
I relatori:
Antje Ehmann – artista e curatrice del progetto internazionale Labour in a Single Shot
Laura Cappugi – direttrice del Centro Regionale per l’Inventario, la Catalogazione e la Documentazione
Franco La Cecla – antropologo, architetto, docente di antropologia allo IULM di Milano
La discussione sarà accompagnata dalla proiezione dei cortometraggi realizzati nell’ambito del workshop “Labour in a Single Shot”, curato da Antje Ehmann e tenutosi a Palermo dal 12 al 30 maggio. I film – ciascuno girato in un unico piano sequenza di massimo due minuti – raccontano il lavoro nella sua pluralità: visibile e invisibile, tradizionale e nuovo, materiale e immateriale. In dialogo con questi sguardi contemporanei, saranno presentati anche materiali d’archivio della Filmoteca Regionale Siciliana, che restituiscono preziose testimonianze audiovisive delle forme di lavoro e dei mestieri di un tempo, radicati nella memoria della città. Un’occasione per riflettere insieme su come il lavoro modella le nostre vite, le nostre città, la nostra idea di futuro.
Con opere originali di e alla presenza dei/delle regist*:
Matteo Di Fiore, Giulia Di Maggio, Mario Estrada Sanchez, Beatrice Gibson, Nicholas Gordon, Adriano La Licata, Felix Mengel, Victor Missud, Genny Petrotta, Lara Rossi, Maria Ginevra Siragusa, Giulia Sofi, Rossana Rizza, Giuseppe Vaccaro.
Un evento Kultur Ensemble Palermo, in collaborazione con il Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione, le Cantine Mandrarossa e con il sostegno del Fondo Culturale Franco-Tedesco.
Teatro - 29 aprile 2025
Il primo appuntamento di Ne vogliamo parlare si terrà martedì 29 aprile alle ore 18:30 presso l’Institut français, ai Cantieri Culturali alla Zisa, e sarà incentrato sulle politiche culturali contemporanee nel contesto teatrale.
La creazione culturale è minacciata dalla crisi economica e da politiche culturali sempre più rigide. Ancora una volta, oggi il teatro è uno dei settori più colpiti dai tagli di bilancio: i vincoli finanziari e l’esortazione alla produttività economica hanno la precedenza sulla necessità di creare. In Francia, alcuni importanti direttori di teatro stanno gettando la spugna, rifiutandosi di essere “testimoni di una scomparsa programmata”. Oltralpe, in Francia come in Germania, la libertà di creazione e di programmazione viene minacciata dalla pressione politica o di gruppi estremisti che sempre più spesso sfocia in atti di censura.
Eppure, proprio mentre perde la sua centralità sociale, il teatro – e con esso i molti luoghi in cui si fa teatro, tra spazi pubblici, educativi o militanti – interroga un elemento fondamentale delle nostre società contemporanee: quello della presenza e delle relazioni, della loro forza e della loro fragilità.
Interverranno ospiti di rilievo come la drammaturga, scrittrice e avvocata Olga Bach (Berlino/Palermo), l’attore e regista teatrale Noël Casale (Théâtre du Commun, Corsica), il regista e autore teatrale, attore, docente di regia Accademia delle Belle Arti di Palermo e direttore artistico Segesta Teatro Festival Claudio Collovà (Palermo), il performer Ernesto Tomasini (Palermo/Londra), che arricchirà l'incontro con delle letture. La discussione si svolgerà in italiano e sarà moderata dalla giornalista Helen Hecker.
La discussione sarà preceduta dalla proiezione del reportage Blickwechsel – Publika und Politiken der Darstellenden Künste (2024, 63’, v.o. con sottotitoli in italiano), che avrà luogo alle ore 17:30 presso il Goethe-Institut. Il film esplora le strategie artistiche messe in atto in ambito teatrale contro le forze di estrema destra, con particolare riferimento al partito AfD (Alternative für Deutschland), che nelle elezioni federali del 2025 ha registrato oltre il 20% dei consensi, il risultato più alto dalla sua fondazione nel 2013.
Un invito a partecipare, con l’intento di stimolare il dialogo e il pensiero critico, valorizzando la pluralità di voci che animano le dinamiche culturali delle nostre città.
Olga Bach
Noel Casale
Ha studiato con Stuart Seide e Bernard Dort al Conservatorio Nazionale Superiore d'Arte Drammatica.
Ha lavorato come attore sotto la direzione - in particolare - di Christian Benedetti, Agathe Alexis, Marie-Ève Edelstein, Marc François, Claude Régy, Pascal Omhovère, Xavier Marchand...
Dal 1995, ha adattato e diretto opere di Virginia Woolf, Leslie Kaplan, Marguerite Duras, Tarjei Vesaas, William Shakespeare, Pierre Corneille, Fontenelle, Joseph Conrad, Hans Magnus Enzensberger, Ranuccio Bianchi Bandinelli oltre a produzioni proprie.
È sostenuto in Corsica e altrove - La Fonderie a Le Mans, lo Studio-Théâtre a Vitry-sur-Seine, il C.D.N. a Gennevilliers, Montpellier e Strasburgo (T.J.P. ), Scènes Nationales de Dieppe et de Fécamp, Les Labos d'Aubervilliers, Théâtres des Bernardines, Lenche, Joliette-Minoterie (Marsiglia), Collectivité de Corse, Théâtre de Bastia, Teatro Argentina-Teatro Nazionale di Roma (Italia)... ecc.
Come autore è stato vincitore di borse di scrittura Beaumarchais, AFAA e Institut français a Roma, New York e Il Cairo. Ha realizzato residenze di scrittura presso la Chartreuse de Villeneuve les Avignon e a Marsiglia (Théâtre Joliette).
FORZA BASTIA - La Revue Littéraire des Éditions Léo Scheer (2007)
GENS de BASTIA (Bastia l'hiver, Liberty Valance est mort, Forza Bastia, Reprise d'un triomple, Vie de Jean Nicoli) - Éditions Albiana (2020)
BASTIA AN ZÉRO VINGT - Edizioni Eoliennes (2022).
https://www.theatreducommun.fr/noel-casale/
Claudio Collovà
Tra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo Le buttane di Aurelio Grimaldi, Eredi su Magritte, Miraggi Corsari da Pasolini, Fratelli di Carmelo Samonà, La caduta degli angeli da i drammi celtici di W.B. Yeats, K. l’agrimensore dal Castello di Kafka, La famiglia dal Re Lear di Shakespeare, La terra desolata di Eliot, Hamlet Album de Familie da Müller e Shakespeare rappresentato a Bucarest e in Italia in lingua rumena per il Teatrul Mic (Piccolo Teatro), Donne in tempo di guerra da le Troiane di Euripide che ha inaugurato il Festival di Potsdam nel 2005. Per l’Unione dei Teatri d’Europa ha diretto Woyzeck di Büchner al Wihelma Theater di Stoccarda, poi coprodotto nel 2005 col Teatro Garibaldi di Palermo e in una successiva edizione a Budapest in lingua magiara con Maladype Szene. Col Teatro Biondo Stabile di Palermo sono stati coprodotti gli spettacoli La terra Desolata di Eliot (2004), Uomini al buio - Ulyssage # 6 da Joyce, Artista da Giovane dal Dedalus di Joyce, e in produzione I nostri tempi dall'opera di Michele Perriera e sempre con lo Stabile porta a conclusione il progetto di collaborazione triennale con Ulyssage # 3 Telemachia nuovo capitolo dall'Ulisse. Ha inoltre scritto da Rilke e diretto Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro, che ha aperto il Festival delle Orestiadi nel 2014, e con gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ha diretto Ulyssage # 4 - La Biblioteca. Come attore ha lavorato, tra gli altri, con Antonio Neiwiller negli spettacoli Dritto all’inferno, Salvare dall’oblio e Canaglie prodotti da Teatri Uniti di Napoli.
Lavora regolarmente nel campo della formazione tenendo seminari in tutta Italia, e ha insegnato regia presso le Università di Palermo, Pescara e Milano. Dal 1997 a oggi ha curato progetti teatrali con giovani minori dell’area penale, all’interno dell’IPM di Palermo e presso l’USSM, Istituto Malaspina, realizzando numerosi spettacoli. Dal 2010 al 2017 è stato direttore artistico delle Orestiadi di Gibellina e il suo spettacolo Massa e potere da Canetti ne ha aperto la xxix edizione. Nel 2011 il Festival delle Orestiadi vince il primo nazionale della Critica come miglior festival di teatro contemporaneo in Italia. Per il Teatro Biondo Stabile di Palermo scrive e dirige la riduzione da Stefano D’Arrigo Horcynus Orca, e da Carmelo Samonà, Fratelli, rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Nel 2002 fonda a Palermo con la coreografa Alessandra Luberti Officineouragan, spazio dedicato alla ricerca teatrale e coreografica.
Insegna dal 2009 Regia presso l'Accademia delle Belle Arti di Palermo. Docente e regista a Siracusa dal 2017 presso la scuola di alta formazione dell’INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico, ha diretto lo spettacolo Cassandra da Christa Wolf nel 2018. Nel maggio 2018 scrive e dirige Angeli in Biblioteca da I Quaderni di Malte Laurids Brigge, primo studio su Rilke. Nell’aprile del 2019, dirige Il Piccolo Amleto da Shakespeare, Müller e Rilke. Viaggio al termine della notte, di Luois-Ferdinand Céline, prod. Teatro Biondo Stabile di Palermo, 2021. Woyzeck Fragments, da Büchner, Accademia delle Belle Arti Palermo, Dipartimento Scenografia 2023. The Waste Land and Other Poems, concerto con Ubi Ensemble e la Banda di Palermo, Segesta Teatro Festival 2023. Il suo ultimo lavoro, Delitto e castigo, da Dostoevskij, prodotto dallo Stabile di Palermo.
Nel cinema ha lavorato come attore con, tra gli altri, i registi Michael Cimino, Wolf Guadlitz, Marco Risi, Federico Cruciani, Luca Ribuori, Roberto Andò, Marco Bellocchio, Giuseppe Carleo, Anita Doron, Laura Schimmenti, David Riondino, Alessandra Pescetta, Adriano Casale, Stefano Lodovichi, Olga Torrico, Paolo Licata e altri. Nel 2019 fonda Area Madera, spazio di ricerca e di sperimentazione teatrale, una ex falegnameria nel centro di Palermo. Nel 2014, il festival internazionale delle Orestiadi vince il Premio Nazionale della Critica come migliore festival italiano. Nel 2021 è stato insignito del Premio Internazionale Antonio Gramsci per il teatro. Nel 2023 è stato insignito del Premio Promotori di Cultura, di Naxos Legge a Naxos Taormina. All’estero ha lavorato in Mali, Germania, Ungheria, Romania. Nel 2019, a Palermo, con Miriam Palma e Alessandra Luberti, ha fondato Area Madera, spazio aperto alla ricerca artistica.
Ernesto Tomasini
È autore/interprete di cinque testi teatrali rappresentati in diversi paesi. Come cabarettista è attualmente vedette dell’esclusivo Crazy Coqs di Londra ed è stato protagonista dei circuiti, sia ufficiali che underground, di Copenaghen, Parigi e Atene, per citarne solo tre. Si è esibito come performance artist alla Berlin Biennale, alla Tate Britain e nei musei di arte moderna di Buenos Aires, Bogotá, Mosca, e tanti altri. Come attore di cinema, TV e doppiaggio è stato diretto dai premi Oscar Alfonso Cuarón, James Ivory, Ridley Scott e Kevin Spacey. Come cantante (“dotato di una voce straordinaria, con una capacità di estensione di 4 ottave” - RAI Radio 3) si è esibito in storiche sale da concerto, tra cui la Royal Albert Hall (Londra), la Volksbühne (Berlino) e la Sala Apolo (Barcellona), collaborando con icone pop e di elettronica come Marc Almond, Peter Christopherson, Current 93 e Man Parrish. I suoi sodalizi più recenti includono il producer Shackleton, al CaixaForum di Madrid e all’EYE di Amsterdam; il direttore d’orchestra Omer Meir Wellber, al Teatro Massimo di Palermo e al Festival Toscanini di Parma; e il compositore Simon Fisher Turner, al Museo del Cinema di Torino.
Nel 2023 è stato tra i protagonisti dell’opera La fille du régiment al Teatro Massimo Bellini di Catania, accanto al tenore John Osborn. La sua discografia comprende 18 album e una colonna sonora per Bruce LaBruce. Tomasini è l’unico italiano ad aver tenuto delle masterclass nei 121 anni della Royal Academy of Dramatic Art e ha insegnato recitazione in Spagna, Italia, Messico e India. Ha sfilato alla LFW, Pitti Uomo e House of Fraser per stilisti come Nasir Mazhar e Carlo Volpi. Ha posato per pittori e fotografi come Hector De Gregorio e Wolfgang Tillmans e suoi ritratti fanno parte di collezioni come quella del museo di arte contemporanea di Vienna. Fra i suoi riconoscimenti: la London Astoria Star, una menzione speciale al Festival di Edimburgo, la Tessera Preziosa dal sindaco di Palermo, il Sicilian in the World Award e l’inclusione in Eccellenza Italiana con presentazione del Presidente della Repubblica.
RASSEGNA FRANCO-TEDESCA DI CINEMA 2025
Palermo, con la sua storia di incontri tra culture, è il luogo ideale per questa sperimentazione cinematografica che guarda all’Europa e al mediterraneo come spazi di dialogo. L’Europa raccontata è quella vissuta quotidianamente, fatta di storie che attraversano i confini, di lingue che si contaminano, di visioni che si confrontano.
Il dialogo italo-franco-tedesco diventa una lente per guardare le fragilità ma anche le risorse del mondo contemporaneo. I registi e le registe che scelgono di lavorare in coproduzione testimoniano una pratica artistica che è anche cittadinanza europea, dove la diversità diventa ricchezza creativa.
Iniziativa promossa dalle Ambasciate di Francia e di Germania in Italia e organizzata da Kultur Ensemble Palermo, Goethe-Institut Palermo e l’Institut français Palermo in collaborazione con Arte, German Films, Curva Minore, Cantine Mandrarossa, e con il supporto di Flixbus.
Kultur Ensemble Palermo inaugura Altrove/Anderswo/Ailleurs, una residenza di scrittura dedicata ad artiste e artisti che vivono in esilio in Germania e in Francia. Il programma è sviluppato in cooperazione con il Goethe-Institut im Exil e l'Atelier des artistes en exil (Parigi, Marsiglia), due organizzazioni che forniscono un accompagnamento quotidiano alle carriere professionali delle artiste e degli artisti in esilio. La residenza vuole sostenere chi continua a creare facendo i conti con la perdita di una patria culturale, linguistica, geografica ed emotiva, offrendo allo stesso tempo un'occasione di riflessione comune attorno a questi temi. Il progetto è sviluppato in collaborazione con il Festival delle Letterature Migranti, che accoglie le presentazioni pubbliche del lavoro delle e dei partecipanti.
La prima edizione di Altrove/Anderswo/Ailleurs è stata sostenuta dal Fondo Culturale Franco-Tedesco.
2025: Dima Albitar Kalaji
Ha inoltre prodotto diversi podcast in collaborazione con Deutschlandfunk Kultur e rbbKultur. Il suo primo libro in lingua tedesca uscirà nel 2026.
Il progetto: L'odore della dittatura
Cosa resta di una dittatura nei nostri corpi, nei nostri sensi e nei nostri ricordi? L'autrice siriana Dima Albitar Kalaji e Annett Gröschner, cresciuta nella DDR, si sono incontrate nel 2018 al Museo della Stasi di Berlino. Lì, hanno scoperto quantole loro memorie della vita sotto regimi autoritari fossero simili.
Da questo è nato il progetto L'odore della dittatura, che nel 2023 è stato ulteriormente sviluppato con il titolo Archivio vivente – Affrontare la dittatura. Attraverso strumenti artistici e ricerche, le due autrici esplorano le sovrapposizioni tra la dittatura siriana e quella della DDR: negli archivi, nei dialoghi con testimoni del tempo, negli oggetti, nelle città e nei corpi.
Al centro del progetto c'è la domanda su come la dittatura si inscriva nella vita quotidiana nella percezione sensoriale e nella biografia, e quali sorprendenti parallelismi emergano tra due sistemi apparentemente diversi. I risultati sono documentati in interviste, fotografie, video, saggi, un podcast e una "mappa dei sensi" sul sito web del progetto. L'odore delle dittatura è un progetto di WIR MACHEN DAS, realizzato con il sostegno della Fondazione Federale per l'Elaborazione della Dittatura esercitata dal Partito Socialista Unificato della DDR.
2024: Atefe Asadi und Nastya Rodionova
Atefe Asadi sta lavorando alla sua raccolta di poesie, che sarà pubblicata in edizione bilingue iraniano-tedesca. A Palermo si dedicherà alla stesura del suo primo romanzo Cinderella's Wounds (Le ferite di Cenerentola), dedicato alle storie di donne iraniane ferite durante le rivolte in corso in Iran.
Il progetto:
“Untranslatability” è un progetto multidisciplinare nell'ambito del quale la scrittrice e artista Nastya Rodionova affronta il problema della traduzione e dell'impossibilità di tradurre parole e significati da una lingua all'altra. Ad esempio, alcune parole che esistono in russo e che hanno costituito il codice culturale dell'autrice, si sono rivelate intraducibili in francese.
Il progetto comprende sia una descrizione artistica di parole e allitterazioni specifiche, sia una descrizione della parte performativa legata a ciascun concetto, che solleva la questione della possibilità dell'esistenza della letteratura prima/oltre la lingua. La componente performativa si compone di una serie di descrizioni verbali di performance e installazioni immaginarie, ma realizzabili. Inoltre, l'autrice sta lavorando a un romanzo, che è una riflessione artistica estesa e si correla ai capitoli di “Untranslatability”.
2023: Ludmila Pogodina e Samer SalameR
Ludmila Pogodina è una giornalista, DJ, fotografa, scrittrice, podcaster e curatrice bielorussa. È nata nel 1984 nell'attuale villaggio russo di Znamensk e si è trasferita a Minsk con la sua famiglia quando aveva cinque anni. Da adolescente, Pogodina scopre la musica rock, che considera l’espressione di una vera e propria opposizione politica in Bielorussia: nel corso degli anni, questo la porta a realizzare interviste ad artiste e artisti dal lavoro provocatorio provenienti da tutto il mondo, tra cui Genesis Breyer P-Orridge, Denis Lavant, Bruce LaBruce, Joshua Oppenheimer, Isabella Rossellini, Charlotte Rampling, Cillian Murphy, Pablo Larrain e molti altri, dedicandosi alle pratiche che affrontano il tema delle norme sociali e la politica.
Ludmila Pogodina ha studiato musica, diritto e giornalismo. Inizia a lavorare come giornalista musicale e cinematografica negli anni 2000, principalmente per i media ucraini e bielorussi.
Nel 2011 si esibisce come DJ su richiesta di un club di Minsk, e poco dopo inizia a organizzare le sue feste. Nel 2015, insieme ad alcuni amici, fonda il collettivo artistico #keepminskweird con l’obiettivo di creare uno spazio sicuro per la comunità locale e una piattaforma per parlare di femminismo, ruoli di genere, inclusione e diversità utilizzando una forma fluida di intrattenimento: feste, laboratori artistici, festival - organizzando allo stesso tempo una rete di iniziative locali di base. Dopo il fallimento della rivoluzione bielorussa e la pesante repressione, il collettivo si è sparso tra Polonia, Lituania e Germania, e non è più attivo in Bielorussia. Con il suo lavoro e il suo impegno, Ludmila Pogodina vuole attirare l'attenzione sulla situazione politica in Bielorussia. Attualmente sta lavorando a un romanzo di autofiction su “dittatura, patriarcato e rock'n'roll”. Nel novembre 2022 ha curato il programma speciale “Spotlight: Bielorussia” ed è stata membro della giuria del concorso di film sui diritti umani per il Festival internazionale del cortometraggio Interfilm Berlin. Pogodina vive a Berlino dall'aprile 2022.
© Anthony Seklaoui for Tank magazine
Samer Salameh è nato in Siria ed è cresciuto nel campo di Yarmouk a Damasco. È stato attivo nelle arti drammatiche e visive fin dalla più tenera età. Dopo aver realizzato diversi cortometraggi indipendenti, Samer ha diretto il suo primo lungometraggio documentario 194. Nous, enfants du camp sugli eventi che hanno avuto luogo nel suo paese natale, Yarmouk. Sfollato dalla Siria a causa della guerra, Samer ha continuato la sua ricerca cinematografica sull'esperienza intima dell'esilio. Membro dell'Artists in Exile Workshop, è in Francia dal 2014. Ha conseguito un master in regia presso l'ENSAV di Tolosa nel 2020.
Residente 2025: Giulia Di Maggio
Giulia Di Maggio (Palermo, 1995) si laurea in Comunicazione e Spettacolo all'Università di Pisa e poi in regia di documentari al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo con il film UNA VOLTA ANCORA, selezionato da Vision Du Réel e vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali. Nel 2023 Giulia dirige LE FENNE, cortometraggio ibrido vincitore del Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival. Nel 2025 Giulia dirige NIGHT BLOOMS, cortometraggio sperimentale nato dalla collaborazione con il compositore Giovanni Di Giandomenico, prodotto dall'archivio Aamod e attualmente in distribuzione. Giulia sta ora sviluppando LE DUE MADRI, il suo primo lungometraggio documentario, vincitore del Premio Solinas, prodotto da Nefertiti Film.
Le due madri è un documentario creativo che esplora le sfumature dell’amore materno attraverso l’elaborazione del lutto e la riscoperta della storia familiare di Giulia Di Maggio.
Giulia è cresciuta con la consapevolezza di avere due nonne materne, una della città e una della campagna, perché sua madre, a sua volta, diceva di essere figlia di due madri, appartenenti a due mondi diversi, che non era mai riuscita davvero a unire.
Nel corso di sette anni di riprese, la regista si lascia guidare dalle parole delle tre donne più importanti della sua vita per tracciare un’esplorazione intima dell’amore, della complessità dei legami familiari e del significato della maternità.
La residenza di Giulia Di Maggio si terrà da metà agosto a metà novembre.
Il progetto Le due madri è stato selezionato da una giuria composta Beatrice Gibson, regista britannica basata a Palermo, Francesca Bolognesi, responsabile della programmazione e delle residenze europee presso Villa Salis, e Clio Nicastro, membro del comitato direttivo dell'Harun Farocki Institut.
Residente 2024: Anna Marziano
Il cinema di Anna Marziano intreccia elementi documentari, saggistici e finzionali. Dopo la laurea in Scienze Politiche, Anna Marziano si forma come direttrice della fotografia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia (Roma), prosegue gli studi di regia presso gli Ateliers Varan di Parigi e il Fresnoy Studio National. Dal 2009 realizza numerosi film che vengono presentati in festival e spazi artistici in tutto il mondo (TIFF Wavelenghts, IFFR Rotterdam, Palais de Tokyo, FRAC Dunkerque, MAXXI Roma, National Gallery of Arts Washington, Wexner Center for the Arts, Museum of the Moving Image NYC, FIC Valdivia, BIM Argentina etc.). I suoi lavori sono stati finanziati dal Senato di Berlino, dal CNC di Parigi e sono stati co-prodotti dalla produzione tedesca joon film e dalla produzione francese Spectre Productions. Nel 2018, “Al di là dell’uno” viene premiato al Cinema du Réel e all’Experimenta Film Festival Bangalore. Nel 2020, “Al largo” viene premiato al TFF/Italiana Doc. I suoi lavori sono stati presentati in numerosi focus e retrospettive (Mostra del Cinema di Pesaro, Volksbühne / VariaVision, Wolf Kino Berlino). I suoi film sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Francia, la Cineteca Nazionale di Roma e la Cineteca di Bologna. Anna Marziano ha insegnato regia presso la LABA Rimini, l’Accademia delle Belle Arti di Brera, l’Etnofilmschool di Padova; è intervenuta presso l’Università di Gottinga e l’Università Ca’ Foscari di Venezia; ha partecipato alle residenze artistiche bangaloREsidency (Goethe-Institut), BnF (Fondation Cino Del Duca), Utopiana (Città di Ginevra). Vive a Catania.
Il progetto di Anna Marziano è stato selezionato da una giuria composta da: Carlo Chatrian (direttore artistico del Festival Internazionale del cinema di Berlino - Berlinale, 2019-2024), Cyril Neyrat (direttore artistico del festival FID Marseille), Clio Nicastro (membro del comitato direttivo dell'Harun Farocki Institut di Berlino) e Heidi Sciacchitano (direttrice del Goethe-Institut Palermo).
Residente 2023: Filippo Foscarini
Filippo Foscarini è un regista di cinema non fiction. Dopo la laurea in Letteratura Comparata presso l'università Cà Foscari a Venezia, si è trasferito a Palermo dove ha conseguito il diploma in regia del cinema documentario presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, sotto la direzione artistica di Costanza Quatriglio. Le sue aree di interesse spaziano dall'etnografia alle rimozioni di memoria in situazioni di conflitto fino all'acusmatica, adottando un approccio sperimentale a partire dalla fenomenologia in campo sonoro. Con Marta Violante realizza il cortometraggio d'archivio Africa Bianca (2020, esercitazione del secondo anno di corso), e con Federico Cammarata realizza Tardo Agosto (2021, saggio di diploma, miglior film internazionale alla quindicesima edizione di Beldocs e vincitore del Premio di distribuzione CG Entertainment presso il Cinema dei Popoli) e A SoftHiss of this World(2022). I suoi lavori sono stati presentati in diversi festival nazionali e internazionali (DocLisboa, Festival dei Popoli, Torino Film Festival, Beldocs, Yamagata International Documentary).
2025: Beatrice Perego, Marina Russo Villani e Tizian Stromp Zargari
Progetto: BANDO è un lungometraggio documentario ibrido. Siamo in Georgia, nel 2008. Temo vive in un quartiere di rifugiati dall’Abcasia, poco fuori Tbilisi, e sogna di diventare campione di lotta libera. Non sa che il suo futuro è legato a quello del fratello Bando, appena uscito dal carcere. Nel suo destino non ci sarà la lotta, ma una ferita di cui riuscirà a parlare solo molti anni dopo. Oggi Temo è un uomo adulto. Lontano dalla sua terra natale, in una camera da letto in Italia, ricostruisce il percorso che l’ha fatto diventare l'uomo che è oggi.
Se, ancora oggi, manca un’educazione alla mascolinità sana, questo film ci mostra come un uomo non sia inesorabilmente definito dal suo passato, dal Paese in cui è nato, dal genere in cui si riconosce o dall’ambiente in cui è cresciuto, ma come esista sempre la possibilità di una vita diversa.
Il film sarà girato nei luoghi reali in cui si sono svolti i fatti e interpretato da attori non professionisti, selezionati attraverso uno scouting nel quartiere stesso. La scrittura nasce dalla ricerca sul campo, iniziata lo scorso maggio in Georgia, e proseguirà nei prossimi mesi.
Progetto: Tripoli, 1869. Alexandrine Tinné, 34 anni, ricca ereditiera olandese, si prepara a guidare una spedizione monumentale nel Sahara. Il suo obiettivo: diventare la prima donna ad attraversare il deserto da nord a sud, passando per i territori tuareg, considerati inaccessibili. Esploratrice esperta, metodica e al tempo stesso impulsiva, è una figura fuori asse rispetto al proprio tempo, attraversata da contraddizioni profonde. Il film segue la sua ultima spedizione, quella che la condurrà alla morte: attriti, lentezza controllata, un deserto immobile che sfoggia il finale come un palcoscenico, tenacia silenziosa e sentimento di ineluttabilità. Il racconto, teso e lineare, procede senza via di fuga, rendendo visibile, passo dopo passo, il divario tra la volontà e la realtà — punteggiato da soste opulente, bolle di comfort e privilegio, in cui il disastro sembra momentaneamente rimandato.
Il film si colloca in un momento cruciale della storia coloniale, in cui le ultime esplorazioni individuali lasciano il posto a spedizioni istituzionalizzate, armate, pienamente integrate nelle logiche imperialiste. Attraverso il percorso di una protagonista ambigua — né eroina né vittima — esplora la complessità dei desideri di conoscenza, potere e fuga che attraversano il corpo occidentale in movimento. Interroga lo sguardo che l’Europa rivolge all’alterità, le narrazioni che forgia e i paradossi di una ricerca di emancipazione femminile condotta da una posizione coloniale e privilegiata.
2024: Sandra Makhlouf e Mario Estrada
Il suo lungometraggio “Kometa” parla di una giovane donna con i denti malati, che vive una serie di eventi felici. Sandra Makhlouf dedicherà la residenza a Sète alla stesura della sceneggiatura, restando aperta alla possibilità di accogliere le nuove idee a cui la residenza potrà esporla.
Mario Estrada dedicherà la residenza a Sète allo sviluppo e alla scrittura di un dossier per la realizzazione del suo secondo lungometraggio, dedicato al tema dell'immigrazione, dell'identità e dell'ibridazione culturale tra l'Italia e l’America Latina. Queste tematiche verranno analizzate attraverso uno degli stili musicali più famosi al mondo: la cumbia. La cumbia nasce dalla fusione di tre culture: la musica delle popolazioni autoctone delle Americhe, i ritmi degli schiavi africani trasportati nel continente Americano e la lingua dei coloni europei.
ANDREA LISSONI
“Le arti del presente vivono sui bordi, geografici, culturali, sociali e disciplinari. Esistono e resistono con gioia, energia, radicalità e si radicano nel valore che l’ultimo anno ha drammaticamente proposto come il più importate: la comunità. L’Europa sta attraversando una trasformazione culturale, sociale ed artistica straordinaria e troppo dirompente per potere essere ignorata. Sono entusiasta di contribuire a Bottega Atelier Panormos, un progetto suun luogo, un tempo, un modo e in una città unica, dove ospitare l’arte del presente non può che generare i fondamenti di quella futura. E, inevitabilmente, del futuro in generale.”
Andrea Lissoni, PhD, è direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera da aprile 2020. Già senior curator presso il dipartimento di Arte e Film Internazionale presso la Tate Modern di Londra, e precedentemente curatore presso l’Hangar Bicocca di Milano (2009-2013), è co-fondatore del collettivo artistico indipendente Xing e co-direttore del festival internazionale Netmage di Bologna. Nel 2012 ha co-fondato Vdrome, un programma di proiezioni online per artisti e registi, di cui è tutt’oggi uno dei curatori.
Ha inaugurato il Cinema Programme presso la Tate Modern, un’esposizione che si sviluppa nel corso dell’anno. Ha co-curato il programma dell’inaugurazione del nuovo edificio del museo nel 2016, la Live Exhibition del 2017 e del 2018, la Turbine Hall Commission di Philippe Parreno (2016) e la mostra personale di Joan Jonas (2018). È stato co-curatore della Biennale de l’Image en Mouvement The Sound of Screens imploding organizzata dal centro d’arte contemporanea di Ginevra/OGR Torino nel 2018. Nel 2019 ha contribuito all’inaugurazione internazionale del CCA di Tashkent, primo centro d’arte contemporanea in Uzbekistan, dove ha curato l’esposizione personale di Saodat Ismailova Qo’rg’on Chiroq. Più recentemente, ha curato l’esposizione Bruce Nauman presso la Tate Mordern di Londra (2020-2021), mostra itinerante che verrà successivamente esposta presso il Museo Stedelijkdi Amsterdam e all’Hangar Bicocca di Milano).
CHIARA PARISI
“L’Atelier Panormos è un po’ un luogo che si fa opera, un punto di domanda nella città di Palermo, per intercettare le tendenze contemporanee sfidando l’ortodossia dei “luoghi deputati”. Un luogo a prova di ogni pubblico, mettendo gli artisti al centro: un cantiere perenne, una baia dedicata all’edificazione di quell’architettura interminabile e indefinibile che è l’arte.”
Chiara Parisi dirige il Centre Pompidou-Metz da dicembre 2019. Storica dell’Arte, ha ottenuto un dottorato di ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma, dove ha insegnato Storia dell’arte moderna e contemporanea, Storia dell’architettura e del design industriale. Dal 2004 al 2011 dirige il Centre internazionale d’Arte e di Paesaggio dell’isola di Vassivière, dando vita a una serie di progetti inediti e realizzando le prime mostre monografiche mai esposte in Francia di una serie di artisti. Nel 2011 è nominata Direttrice dei Programmi Culturali presso la Monnaie di Parigi, dove nel 2014 cura l’esposizione inauguratriceChocolate Factorydi Paul McCarthy, presentata in concomitanza con la scultura monumentaleTree, esposta in Place Vendôme. Nel 2015 seguono le esposizioni di Marcel Broodthears,Take Me (I’m yours)di Christian Boltanski e Hans Ulrich Obrist. Nel 2016, le sale del Settecento della Monnaie presentano le opere di Jannis Kounellis, poi quelle di Bertrand Lavier e di Raymond Hains. La sua direzione artistica si conclude con la personaleNot Afraid of Love, la più vasta esposizione di Maurizio Cattelan mai presentata in Europa, che segna la ripresa della produzione dell’artista. Nel 2017 è nominata curatrice presso Villa Medici, dove inaugura un ciclo di esposizioni personali dedicate a Annette Messager, Claire Tabouret e Yoko Ono,Elizabeth Peyton e Camille Claudel, Tatiana Trouvé, Katharina Grosse e Anne Patrick Poirier. È membro di numerosi comitati scientifici, tra i quali quello per il Ministero della Cultura, il Museo Nazionale di Montecarlo e il FRAC (Fondo regionale d’arte contemporanea) Franche-Comté.
Contatto
Bianca Bozzeda
ReferenteKultur Ensemble Palermo
Cantieri Culturali alla Zisa
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