Fiamme d’amore - Berlinale, 73a edizione | 16–26/2/2023 - Goethe-Institut Italia

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Fiamme d’amore

Marlene Burow in “Irgendwann werden wir uns alles erzählen” (Someday We’ll Tell Each Other Everything). Regia: Emily Atef
Marlene Burow in “Irgendwann werden wir uns alles erzählen” (Someday We’ll Tell Each Other Everything). Regia: Emily Atef | Foto (dettaglio): © Pandora Film / Row Pictures

Trotta e Petzold, Schanelec, Atef e Hochhäusler: sembra incredibile eppure ben cinque dei 19 contributi in concorso provengono dalla Germania, ma le novità non sono finite. Dobbiamo aspettarci fuochi d’artificio erotici?

Di Philipp Bühler

Che nessuno dica che Carlo Chatrian non ha concesso una possibilità al cinema tedesco: ben cinque film girati esclusivamente o in parte in Germania sono in concorso alla prima edizione post-Covid della Berlinale. I nomi sono noti: Christian Petzold, Angela Schanelec e Christoph Hochhäusler - la cosiddetta “Scuola di Berlino” - possono essere definiti più o meno degli habitué, l’ottantenne Margarethe von Trotta addirittura una veterana. Se questo indichi un’annata buona o cattiva è questione di fede.

Il film che meno ci aspettavamo di vedere alla Berlinale è Afire di Christian Petzold. A quanto pare, il regista de La scelta di Barbara (2012) e La donna dello scrittore (2018) ha mantenuto il massimo riserbo sulle riprese, girate, vista la presenza di diverse scene erotiche anche omosessuali, sicuramente dopo la pandemia, quindi senza mascherine - ovviamente. Ciononostante il film è diventato un dramma sull’isolamento: quattro giovani si incontrano in una casa vacanze sul Mar Baltico e sperimentano l’amore, mentre nei boschi intorno a loro infuriano gli incendi. A quanto pare, le cose si infiammano anche in Till the End of the Night di Christoph Hochhäusler, presentato come un film noir con un investigatore sotto copertura e una donna trans. Si tratta del primo film di Hochhäusler dopo The Lies of the Victors, presentato a Cannes nel 2014. In questi anni il regista tedesco ha lavorato principalmente come docente di cinema.

Relazioni fatali

Music di Angela Schanelec, girato in parte in Grecia, pare sia un nuovo adattamento del mito di Edipo. Ci porta attraverso mezza Europa - Berlino, Zurigo, Roma - la particolarissima storia d’amore di Margarethe von Trotta: Ingeborg Bachmann - Journey into the Desert racconta la drammatica relazione della scrittrice austriaca con il collega svizzero Max Frisch. Che abbia padronanza delle biografie, Trotta l’ha dimostrato con Hannah Arendt (2012). Protagonisti di questo dramma interpersonale, la cui corrispondenza è stata pubblicata solo di recente, sono Vicky Krieps e Ronald Zehrfeld.

È vero che il direttore del festival Chatrian ha sottolineato più volte ultimamente di non attenersi a nessuna quota nella selezione dei film, ma un forte impulso verso l’amour fou non si può negare. Nell’adattamento letterario Someday We’ll Tell Each Other Everything di Emily Atef (nel 2018 in concorso con il biopic 3 Days in Quiberon su Romy Schneider), che si svolge all’epoca della riunificazione tedesca del 1990, una ragazza diciannovenne incontra un uomo con il doppio dei suoi anni. Questo film in particolare è stato scelto, dice Chatrian, “perché l’erotismo fa parte della vita”. Per la Berlinale, questa è una novità, almeno per quanto riguarda la sezione Concorso. Emozionante!

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