Fondi europei
Il piccolo Stato e il mare
La Lettonia ha beneficiato del sostegno economico come nessun altro Stato membro dell’UE. Che sarebbe successo se il Paese baltico non avesse ricevuto quei fondi?
Di Eric Bonse

Ma cosa sarebbe accaduto senza queste sovvenzioni, o addirittura senza l’Unione Europea? La Germania probabilmente non ne avrebbe sofferto troppo, visto che l’economia tedesca è comunque florida da anni, ma per i Paesi UE più piccoli come la Lettonia, dipendenti da impulsi esterni e vitali grazie ai flussi di denaro che arrivano da Bruxelles, sarebbe un vero e proprio problema.
Gli aiuti europei avevano avuto effetto in Lettonia già prima dell’insediamento di Juncker: tra il 2007 e il 2013 sono stati 123 i nuovi progetti sviluppati con il sostegno di Bruxelles, 160 le aziende che hanno implementato la produzione di nuovi prodotti o tecnologie, 146 gli edifici residenziali che hanno potuto incrementare l’efficienza energetica ed è arrivata a 389,1 km la tratta rinnovata nella rete stradale e dei trasporti lettoni.
Il FEIS ha aiutato le imprese lettoni a rimanere competitive o a diventarlo e a impiegare le nuove tecnologie in maniera redditizia.
È stata la prima sovvenzione FEIS a favore di un’impresa privata in Lettonia, mentre in precedenza erano stati approvati diversi incentivi con intermediari finanziari o istituzioni pubbliche. Alla fine del 2018, il piccolo Stato baltico si è classificato al 6° posto nell’UE – in relazione al PIL – in termini di investimenti sostenuti dal FEIS.
Anche lo sviluppo rurale beneficia degli aiuti europei e i risultati sono notevoli: nel primo trimestre del 2018 la Lettonia ha fatto registrare il più alto tasso di crescita economica dell’UE, ben il 5,1%, superando addirittura quello tedesco. Un successo difficile da realizzare senza l’Unione Europea.