Accesso rapido:

Vai direttamente al contenuto (alt 1) Vai direttamente al primo livello di navigazione (alt 2)

Vita di Thomas Mann
Premio Nobel per la letteratura e democratico “tardivo”

Foto in bianco e nero di Thomas Mann, in giacca e cravatta, alla scrivania
Foto (dettaglio): © picture alliance/United Archives | 91050/United_Archives/TopFoto

Thomas Mann, autore di grandi opere nell’arco di tutta la sua vita, è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura il 10 dicembre 1929 per “I Buddenbrook”, suo romanzo d’esordio, a quasi trent’anni dalla pubblicazione.

Di Stefanie Grossmann

Thomas Mann, secondogenito di quattro figli, nasce il 6 giugno 1875 nella città anseatica di Lubecca da genitori estremamente diversi tra loro: il padre è un patrizio anseatico, un rappresentante della borghesia di Lubecca che, come commerciante, gestisce con successo l’azienda di famiglia, oltre a diventare console e infine senatore. La madre, che Thomas descrive come “straordinariamente bella, dall’inconfondibile portamento spagnolo”, è all’esatto opposto: il suo temperamento mediterraneo e il grande interesse per la musica e la letteratura contrastano nettamente con l’immagine del marito, legata al commercio.

L’avversione per la scuola

Thomas Mann definisce la propria infanzia “serena e felice”, ma come il fratello Heinrich non ama la scuola: «Già in seconda media ero improduttivo come i monti del Westerwald: pigro, ostinato e carico di disprezzo per tutto, odiato dagli insegnanti della venerabile istituzione...». Come suo fratello Heinrich, abbandona la scuola prima di conseguire la maturità, dimostrando anche così la propria distanza nei confronti della borghesia di Lubecca. Thomas percepisce come angusti i cupi edifici gotici, ricorrenti nei suoi romanzi, ma anche la scuola, che non lascia spazio all’ozio e alla lettura.

Il trasferimento a Monaco

Nel 1891, due anni dopo la morte del marito, la madre si trasferisce con i tre figli più piccoli a Monaco, la metropoli bavarese considerata “città delle arti”, mondana e luogo bohémien. Thomas raggiunge la madre nel 1893, inizia un tirocinio presso una compagnia di assicurazioni contro gli incendi e pubblica il suo primo romanzo breve. La rendita mensile dal patrimonio paterno, ottenuta una volta raggiunta la maggiore età, gli consente di non dover intraprendere una professione regolare e di dedicarsi invece esclusivamente alla scrittura.

“I Buddenbrook” nasce in Italia

Nel 1896 Thomas segue il fratello Heinrich in Italia ed è qui che inizia a scrivere il suo romanzo più letto, I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia, sfruttando conversazioni da salotto risalenti al periodo trascorso a Lubecca, ma anche ricette di cucina e storie vissute da familiari, amici e nemici: i tratti caratteristici di molti personaggi di questa “cronaca degli antenati”, infatti, ricordano membri della sua famiglia o altri cittadini di Lubecca.

A causa dell’ironia che serpeggia nella rappresentazione dei personaggi e nella descrizione particolareggiata della città di Lubecca, che tuttavia non viene mai espressamente menzionata, molti suoi abitanti vedono nel romanzo un’opera che “getta fango sul nido”, mentre altri considerano un affronto proprio il fatto che la città non sia mai direttamente nominata, e anche per questo i rapporti con il famoso poeta restano tesi per molto tempo.

Nel 1900 viene ultimata l’opera, che esce nel 1901 presso Fischer, inizialmente in due volumi che ottengono scarsa risonanza, mentre è con la seconda edizione in un unico volume, nel 1903, che il romanzo riscuote successo e Thomas Mann diventa famoso. Quando nel 1929 I Buddenbrook gli valgono il Premio Nobel per la Letteratura, la giuria motiva la decisione affermando che l’opera “nel corso degli anni si è sempre più consolidata come classico della letteratura contemporanea”.

Il matrimonio con Katia Pringsheim

Nel 1989 Thomas torna a Monaco e lavora per un anno per la rivista satirica Simplicissimus, godendosi la vita artistica del quartiere Schwabing e intrattenendo dal 1899 una stretta relazione con il pittore Paul Ehrenberg, per il quale prova pulsioni omoerotiche. L’artista rimarrà irraggiungibile, ma in seguito, la rielaborazione di queste esperienze gli fornirà l’ispirazione per Morte a Venezia. Nel 1905 sposa Katia, Katharina Pringsheim, proveniente da una rispettabile famiglia di Monaco. Il matrimonio è fondato più sulla forza di volontà che sul desiderio, ma gli permette di fare ordine nella propria vita e di avere una famiglia con sei figli.

“La montagna magica” dopo una lunga crisi creativa

Nonostante la famiglia e il successo letterario, Mann è instabile: mentre esternamente trasmette l’immagine del patriarca, i sentimenti restano confinati al diario e i dubbi che prova per sé e per le proprie capacità si riflettono anche sulla sua creatività. Per via delle elevate aspettative, riesce a concludere il successivo grande romanzo, La montagna magica (conosciuto anche come La montagna incantata), a ben vent’anni da I Buddenbrook, pubblicandolo con successo nel novembre 1924 (la data esatta è controversa: la serie Zeitzeichen dell’emittente WDR parla del 20 novembre, mentre la casa editrice S. Fischer considera come giorno di pubblicazione il 28 novembre).

Evoluzione democratica ed esilio

A livello politico, Mann prende posizione solo in un secondo momento: inizialmente, infatti, difende la Prima Guerra mondiale e accoglie con favore l’ascesa dei partiti di destra a partire dal 1920. Tuttavia, con l’assassinio di Walther Rathenau nel 1922 svanisce ogni suo dubbio e nel corso degli anni, da reazionario apolitico, si evolve in democratico “tardivo”, per poi consolidare posizioni antifasciste e socialiste alla fine degli anni Trenta. Dopo aver lasciato la Germania per un ciclo di conferenze nel 1933, su consiglio dei figli Erika e Klaus, non rientra nel Paese. L’emigrazione, tuttavia, mette a dura prova la famiglia, che perde la cittadinanza tedesca e quasi tutte le proprietà.

Negli USA, da Princeton alla California

Il suo percorso lo porta in Francia (a Sanary-sur-Mer, in Provenza), poi a Zurigo e infine, nel 1938, negli Stati Uniti. La prima tappa è Princeton, dove Mann tiene delle conferenze all’università; tre anni dopo si trasferisce in California, nel quartiere Pacific Palisades di Los Angeles, ottenendo nel 1944 la cittadinanza americana. In questi anni nasce al suo romanzo della maturità, Doktor Faustus, che simboleggia la rovina della Germania. È un periodo particolarmente prolifico, durante il quale l’autore pubblica numerosi scritti autobiografici, nei quali, come nei suoi discorsi radiofonici ai tedeschi, si schiera politicamente.

Discorsi ai tedeschi durante la guerra

A partire dall’ottobre 1940, Thomas Mann interviene a distanza nella Seconda Guerra mondiale: in quasi 60 discorsi radiofonici trasmessi con grande sforzo tramite dischi e telefono dalla California a New York e infine a Londra, la BBC britannica manda in onda circa una volta al mese i suoi interventi, della durata di cinque-otto minuti ciascuno, nei quali il Nobel per la letteratura si lancia con grande trasporto e pathos contro il nazismo, facendo appello alla coscienza dei tedeschi, affinché si impegnino per liberarsi dal regime nazista. Uno dei discorsi più significativi della serie Deutsche Hörer! è quello del 27 settembre 1942, nel quale lo scrittore parla per la prima volta in modo molto diretto dello sterminio sistematico degli ebrei europei, ponendo ai tedeschi domande incisive e martellanti al riguardo. La serie si conclude con la fine della Seconda Guerra mondiale: l’ultima puntata va infatti in onda il 10 maggio 1945.

Ritorno in Europa

Nel 1949 lo scrittore torna in visita in Germania , per la prima volta dalla fine della guerra. L’occasione è data dal conferimento da parte della città di Francoforte del Premio Goethe, il 28 agosto. Thomas Mann viene accolto con grande entusiasmo e da allora è considerato una figura simbolica di un nuovo inizio all’insegna della riconciliazione.

Questo ritorno trionfale viene però adombrato dal suicidio del figlio Klaus. Thomas non vede alcuna colpa di terzi in questa morte volontaria, motivandola piuttosto con una costrizione provata dal figlio stesso. Non partecipa al funerale e i problemi familiari, come il moltiplicarsi dei suicidi nella propria famiglia, restano nuovamente confinati al suo diario.

Quando nel 1952, durante il periodo di McCarthy negli Stati Uniti, viene sospettato di comportamenti filocomunisti. Decide allora di tornare definitivamente in Europa e di far pace con il vecchio continente, anche con la Germania. Durante un soggiorno di cura in Svizzera cerca un luogo nel quale stabilirsi, fermandosi inizialmente a Erlenbach e successivamente a Kilchberg, vicino a Zurigo, che gli è già familiare e dove lavora instancabilmente fino alla fine dei suoi giorni. Le Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull escono nel 1954 e nel 1955 tiene due discorsi su Schiller.

La cittadinanza onoraria

Il 20 maggio 1955, giorno in cui Lubecca gli conferisce la cittadinanza onoraria, viene descritto dal suo biografo Klaus Schröter come un “momento alto e commovente in una vita ormai al tramonto”. Lo scrittore, infatti, è ormai quasi ottantenne quando anche la sua città natale ne riconosce finalmente i meriti, con quello che Schröter definisce un importante gesto di riconciliazione, precisando che “egli ringraziò per questo ricongiungimento, che stabilì la pace definitiva con la sua patria”.

Thomas Mann si spegnerà poche settimane dopo, il 12 agosto 1955, all’ospedale cantonale di Zurigo.

_______________________________
Si ringrazia l’emittente NDR per aver messo a disposizione l’articolo originale, che qui pubblichiamo in versione leggermente modificata per esigenze redazionali. Aggiornamento: 10/12/2024

Top