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I negozi dove si “compra” gratis
In regalo!

“Umsonstladen” di Berlino, un negozio in cui si prendono prodotti senza spendere un centesimo.
“Umsonstladen” di Berlino, negozio in cui si prendono prodotti senza spendere un centesimo.

Comprare gratis... si può! È la formula che propongono i circa 25 “Umsonstläden” esistenti in Germania, negozi in cui tutta la merce è di seconda mano e può essere portata via da chiunque a costo zero. Una pratica che regala colore, senso della democrazia e soprattutto un alto grado di sostenibilità.

Di Petra Schönhöfer

Una persona così, alla periferia della tranquilla città anseatica di Greifswald, non passa inosservata, con il suo look colorato, un po’ punk, un po’ vintage, quasi alla Vivienne Westwood. Con quel borsone da spesa stracolmo di vestiti ancora più colorati, mostra il sorriso soddisfatto di una cacciatrice di occasioni, anche se il suo “bottino” non è il frutto di una serie di affaroni, ma tutto interamente regalato, o “comprato gratis”, come si fa nell’”Umstonstladen” [letteralmente “negozio di merce gratuita”] di Greifswald.

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In Germania esistono circa 25 negozi di questo tipo, una forma particolare di negozio dell’usato, dove nulla ha un costo e tutto si può portare via senza spendere un centesimo, dal giaccone alla coppetta di latta. Non c’è quasi nulla di introvabile, infatti, in queste sorte di “freeshop”: vestiario, calzature, libri, giochi per bambini, bicchieri e stoviglie, persino decorazioni natalizie e piccole opere d’arte, tutte cose di cui qualcuno vuole disfarsi, ma qualcun altro trova ancora utili.

È un concetto semplice che offre un sostegno ai poveri sempre più numerosi della nostra società, ma anche un’ottima occasione per incentivare la sostenibilità nel quotidiano. Aumentano infatti le persone che puntano esplicitamente al riciclo, allo scambio, alla condivisione per ridurre i consumi. Perché produrre montagne di nuovi capi di abbigliamento a condizioni disumane, quando tutto ciò che ci occorre già esiste? Perché bruciare abiti usati nelle discariche invece di continuare a utilizzarli?

Economia del dono più che mai in ascesa


Katrin Wanke ha trovato nell’”Umsonstladen” di Greifswald alcuni LP della DDR dell’etichetta AMIGA, tra cui uno con brani di Elton John. Katrin Wanke ha trovato nell’”Umsonstladen” di Greifswald alcuni LP della DDR dell’etichetta AMIGA, tra cui uno con brani di Elton John. Nell’”Umsonstladen” di Greifswald c’è grande abbondanza di vestiario. In un’era in cui alle nostre risorse dobbiamo pensare quotidianamente, il concetto di economia del dono è più attuale che mai. «Attualmente siamo così popolari che spesso dobbiamo contingentare gli ingressi, in modo che nel negozio abbiano tutti spazio a sufficienza», riferisce la presidente del consiglio di amministrazione Victoria Oertel, che ha già lavorato in negozi analoghi a Berlino. I cartelli all’interno sono in tedesco, inglese e ucraino, anche perché la guerra subita dall’Ucraina ha portato a Greifswald anche molti rifugiati.

Il viavai nel locale è gestito da una squadra di circa 12 volontari e l’intero funzionamento del negozio si basa esclusivamente sul volontariato. La stessa Victoria Oertel, ad esempio, lavora come assistente ricercatrice presso il dipartimento di filosofia dell’Università di Greifswald. Nel negozio, i volontari danno consigli e forniscono aiuto per il superamento delle barriere linguistiche, occupandosi anche del mantenimento dell’ordine e di un atteggiamento improntato al rispetto.

TUtti uguali Nel negozio dove non si paga

Diversamente da organizzazioni come “Die Tafel”, che offre un servizio di mensa, o come la Croce Rossa tedesca, che mette a disposizione vestiario, questi negozi non sono riservati a persone che dimostrino uno stato di bisogno, chiunque può entrare e servirsi e «la differenza è formale, ma anche emotiva: i nostri clienti vengono come utenti, non come persone bisognose, con tutti i benefici dell’autostima e dell’inclusione».

Status e condizioni sociali sono un fattore secondario: in un negozio di questo tipo entrano, per vedere che cosa possono trovare, persone che lavorano e disoccupati, ragazzi e pensionati, studenti delle scuole o già all’università. Riguardo ai prodotti a disposizione, i volontari che lo gestiscono trovano un po’ poco fornito il settore dell’elettronica e del pentolame: «Le pentole vanno subito a ruba», raccontano. Non c’è un limite massimo di articoli da poter prendere, anche se sul sito web del negozio si chiede amichevolmente di dimostrare il “senso della misura”. E di donare qualcosa, visto che tutte le spese per l’affitto e le utenze ci sono e vengono finanziate con le donazioni.

L’angolo dei bambini nell’Umsonstladen Greifswald L’angolo dei bambini nell’Umsonstladen Greifswald Movimento internazionale del dono

Il concetto di “Umsonstladen” esiste anche in versione digitale, ad esempio con la rete di donazione Freecycle.org, che con quasi 11 milioni di membri in tutto il mondo mira a costituire un movimento internazionale fondato sull’economia del dono allo scopo di ridurre rifiuti e risparmiare risorse. Dopo essersi registrati gratuitamente, gli utenti possono far capo a una città, per pubblicizzarvi i propri prodotti da cedere gratis, o fare “shopping” gratuito in prima persona. L’app del progetto statunitense Buynothing funziona in modo simile.

Il principio è che ciò che non apprezza una persona può diventare un tesoro per un’altra. Capita infatti che qualcuno regali inconsapevolmente qualcosa di prezioso e che qualcun altro lo porti via altrettanto inconsapevolmente, come sa bene Oertel per esperienza diretta. Di questi passaggi di proprietà, naturalmente, è ben contenta, «ma mi colpisce in particolare quando qualcuno ci lascia uno strumento musicale: sono regali molto personali». Come aggiunge la sua collaboratrice, «ognuno degli oggetti qui in negozio racconta una storia».

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