Intervista con Antonella Di Nocera
Cinema è incontrarsi
La produttrice è abituata a pensare in maniera visionaria. Il “dopo” è fatto di sorrisi del pubblico, dell’abbraccio di un ospite venuto da lontano appositamente per la proiezione. Teme che la pensosità che ci ha insegnato la crisi forse si perderà.
Di Maria Carmen Morese & Johanna Wand
Che spazio ha il suo lavoro nell'isolamento?
Sono tra i fortunati che vive a casa la quarantena, nel conforto familiare, un marito e due figli. Dunque, nonostante l’angoscia di quello che è accaduto e sta accadendo nel paese, ho lo spazio e la serenità di dedicarmi al lavoro, senza il quale non esisto. Ma subito dopo c’è la preoccupazione perché quello che si è costruito è molto a rischio, se la crisi perdura. Il mondo del cinema subirà un colpo gravissimo da questa emergenza e molte persone sono già in difficoltà. Questo mi addolora e non posso non pensarci.
Come tutti i momenti complicati, è anche fervido di possibilità, cosa ci insegna la crisi?
Di certo ci insegna a stare un po’ di più con noi stessi, a badare ai nostri pensieri senza lasciarli andare o schiacciare nella corsa del quotidiano. È banale dirlo, ma la crisi ci ricorda le cose che contano. Ma non sono così ottimista che questi insegnamenti rimarranno quando tutto questo finirà. Lo spero, ma credo che inizieranno nuovi modi di "correre", di inseguire obiettivi.
Le circostanze attuali ci sconvolgono e ci preoccupano, ma ci incoraggiano a pensare in maniera visionaria. Cosa sogna/immagina per il dopo?
In tutti questi anni dedicati alla promozione culturale ed alla socialità attraverso il cinema, mi sono abituata a pensare in modo "visionario", nel senso più semplice di immaginare cose che prima non esistevano. Il tratto comune di queste visioni, per me, è sempre l’incontro tra le persone: i sorrisi di una sala piena di persone per una proiezione, l’abbraccio di un ospite da un paese lontano per la rassegna, le riprese di un documentario in un museo o per le strade della città. Il dopo me lo immagino ancora così. Lo dobbiamo sperare.
Note biografiche
Antonella Di Nocera (*1970) è tra i più illustri cineasti italiani. Dagli anni Novanta ha influenzato la scena cinematografica italiana e soprattutto napoletana come produttrice, curatrice di numerosi eventi cinematografici e mediatrice culturale impegnata politicamente e socialmente. È particolarmente interessata al lavoro educativo cinematografico con i bambini e i giovani, soprattutto quelli provenienti da ambienti socialmente svantaggiati. Si dedica anche alla promozione dei giovani talenti. I cortometraggi e i documentari della sua casa di produzione Parallelo 41, fondata nel 2002, ricevono una grande attenzione internazionale e sono stati premiati con numerosi riconoscimenti.
Durante tutta la carriera ha sempre unito l'attivismo politico e sociale nella comunità con una forte idea di connessioni internazionali. È membro dell'organizzazione nazionale UCCA e del comitato internazionale del CIFEJ. Nel 2015 è una delle fondatrici del CLARCC, coordinamento dei professionisti del cinema in Campania che lotta per una legge di finanziamento regionale per il cinema (approvata nel 2016 e che ora finanzia i film). Dal 2019 è delegata della Campania di CNA cinema e audiovisivi. Attualmente sta sviluppando e producendo vari documentari tra cui 4 diretti da giovani registe donne.
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