Hito Steyerl
La regista sperimentale

È difficile attribuire Hito Steyerl a un genere artistico specifico: è regista, artista visiva nonché autrice e ha raggiunto una fama internazionale grazie alle sue opere con le quali critica la società.
Di Romy König
Fin dal suo percorso accademico Hito Steyerl dimostra di essere una persona artisticamente e tematicamente aperta e complessa: l’artista ha studiato cinematografia e regia del documentario all’Academy of Visual Arts di Tokio e alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco di Baviera e si è laureata in filosofia all’Akademie der Bildenden Künste di Vienna. Oggi insegna new media art all’Universität der Künste Berlin (UdK).
I suoi primi passi nel cinema li ha fatti accanto a Wim Wenders collaborando con il regista a Fino alla fine del mondo (Bis ans Ende der Welt, 1990-1991). Oggi si esprime con preferenza attraverso cortometraggi e film documentari, nei quali affronta argomenti come il razzismo o l’antisemitismo in Germania dopo la caduta del muro di Berlino o rappresenta cinematograficamente il processo di ristrutturazione urbana basandosi sull’esempio di Potsdamer Platz di Berlino (Die leere Mitte, 1998).
ANALISI INTELLIGENTI DELLA SOCIETÀ
Nelle sue opere cinematografiche e nelle installazioni più recenti, molte delle quali hanno partecipato a festival del cinema e a mostre d’arte (come la documenta di Kassel o la Biennale di Venezia), affronta la globalizzazione, le interferenze fra economia e politica o le condizioni di produzione e del lavoro, mettendo in evidenza immagini della società in maniera intelligente e chiara senza rinunciare alla provocazione.
“UNA DELLE VOCI PIÙ IMPORTANTI”
Da ultimo il K21 di Düsseldorf (una delle sedi della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen) ha onorato l’artista, che vive attualmente a Berlino, con una grande mostra personale nell’ambito della quale sono stati proposti i suoi film creati fra il 1994 e il 2020, fra i quali anche brevi videoclip della durata di qualche minuto, opere di un’ora oppure l’installazione multimediale SocialSim, creata appositamente per la mostra. L’installazione vuole, fra le altre cose, prendere posizione sui rifiuti sociali e le condizioni di produzione durante la pandemia e analizzare criticamente come il digitale, la simulazione e l’intelligenza artificiale influenzano la creatività artistica. Secondo Susanne Gaensheimer, direttrice della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Steyerl è, non per ultimo grazie ad opere come questa, “al momento una delle voci più importanti nella riflessione sul ruolo sociale dell’arte e dei musei, nella sperimentazione con le modalità di presentazione dei media e nell’analisi critica dei dati e dell’uso dell’intelligenza artificiale”.