Accesso rapido:

Vai direttamente al contenuto (alt 1) Vai direttamente al primo livello di navigazione (alt 2)

Cinema
Poliedrica e meravigliosa: ritratto di Sandra Hüller

Sandra Hüller alla 96ª edizione dell’evento di nomination agli Oscar
Sandra Hüller alla 96ª edizione dell’evento di nomination agli Oscar | Foto (dettaglio): © picture alliance / Sipa USA | Sipa USA

Negli ultimi anni ha guadagnato consensi a livello internazionale, oltre ad essere l’attrice tedesca più celebrata. Nel giro di un anno, ha interpretato per il grande schermo tre diversi personaggi e ora è in corsa per l’Oscar per il suo ruolo in “Anatomia di una caduta”.

Sandra Hüller calca le scene con successo da oltre vent’anni in Germania, tanto che ormai avrà fatto l’abitudine ad essere decretata “attrice dell’anno” dalla rivista specializzata Theater heute, l’ultima volta nel 2020 per il suo Amleto alla Schauspielhaus Bochum. Quando in autunno è stata la rivista americana Hollywood Reporter a dedicarle la copertina, chiedendo se fosse lei l’attrice dell’anno, si è trattato di un ulteriore, ma più raro onore, anche la sua comparsa sulla scena internazionale risale a qualche tempo fa con l’interpretazione di una donna sull’orlo di una crisi di nervi in Toni Erdmann (2016) di Maren Ade. Nel 2023 si è davvero superata, presentandosi in concorso a Cannes con due film: Anatomia di una caduta, che ha vinto la Palma d’Oro e le ha permesso la candidatura all’Oscar, e La zona d’interesse, in uscita ora nelle sale tedesche e vincitore a Cannes del Grand Prix.

Nel giro di un anno, Sandra Hüller si è presentata sul grande schermo in tre ruoli completamente diversi, in Sissi & I, Anatomia di una caduta e da ultimo La zona d’interesse. Nel primo film, interpreta quello piuttosto comico della contessa Irma a Corfù, che affianca l’imperatrice Sissi e se ne innamora. In Anatomia di una caduta della francese Justine Triet, vivisezione di un matrimonio in crisi, è una scrittrice di successo in posizione sovrastante rispetto al marito, coinvolta nella morte di quest’ultimo, per incidente o suicidio, forse agevolato da lei. Ne La zona d’interesse di Jonathan Glazer, in arrivo nelle sale cinematografiche tedesche, il suo personaggio è quello di Hedwig, algida moglie del comandante di Auschwitz Rudolf Höss (Christian Friedel), che vive con la famiglia accanto al lager, di cui si ha percezione mentre lei cura le piante del proprio giardino, restando ossessivamente concentrata su di sé, sulla propria vita, su un idillio borghese e le relative aspettative, incurante di tutto ciò che le accade attorno. Sandra Hüller sa trasformarsi in maniera magistrale e ama recitare in versione acqua e sapone, quasi nel timore che trucco e costumi possano ostacolarne le capacità espressive. L’Hollywood Reporter ha usato nei suoi confronti l’espressione tedesca “Mut zur Hässlichkeit”, il coraggio della bruttezza, ma è una valutazione che non calza, vista la capacità dell’attrice di infondere anche grande tenerezza e delicatezza.

Sandra Hüller è un’attrice particolare e nella sua carriera teatrale lo ha dimostrato subito. Nata nel 1978 a Suhl, in Turingia, ha iniziato a fare teatro già ai tempi della scuola. Ha poi frequentato l’Accademia teatrale berlinese Ernst Busch di Berlino, ha fatto parte di diverse compagnie teatrali e nel 2012 è entrata al Kammerspiele di Monaco. Si è fatta un nome anche sul grande schermo e nel 2006 ha ottenuto la prima parte importante: il ruolo di Michaela Klingler in Requiem di Hans-Christian Schmid, ispirato a un caso di esorcismo realmente accaduto in Franconia negli anni Settanta. Michaela, giovane studentessa proveniente da una famiglia strettamente cattolica, soffre di epilessia e comincia a credere di essere posseduta dal demonio. Il film, presentato in concorso alla Berlinale, ha aperto al meglio la carriera cinematografica di Sandra Hüller, premiata con un Orso d’argento come migliore attrice. Schmid ha dichiarato all’epoca di essere rimasto molto colpito durante il provino, perché “sul suo viso si poteva vedere tutto, fino alle lacrime. Già dal casting si capiva che aveva sempre nuove idee: chi ha meno talento resta più o meno uguale, in quattro riprese, mentre Sandra ha una grande fantasia e ogni volta è riuscita a mostrare diverse nuances”.

Chissà se la nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista le prometterà una carriera al di fuori dell’Europa. La domanda, ovviamente, le è stata posta nel reportage dell’Hollywood Reporter dello scorso autunno, e la sua risposta è stata meravigliosamente contenuta: sapeva già cosa si aspettavano da lei in America, ma non ha poi soddisfatto quelle aspettative: «Mi piacerebbe lavorare in America e avrei una lunga lista di persone straordinarie con cui sarebbe bello collaborare, ma sono un’attrice europea, un’attrice europea di lingua tedesca e sarà sempre questa la mia base». Ha inoltre aggiunto di essere madre e che questa è la sua priorità. «Ogni premio, ogni complimento, ogni offerta è una cosa meravigliosa, ma alla fine bisogna vedere se si concretizza».

Top