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Gestione delle risorse idriche
La pioggia diventa un tesoro da tutelare

Il Piano-See, il laghetto di Potsdamer Platz, raccoglie l’acqua piovana e la fa defluire verso cisterne sotterranee.
Il Piano-See(*), il laghetto di Potsdamer Platz, raccoglie l’acqua piovana e la fa defluire verso cisterne sotterranee. | Foto (dettaglio): © Christoph Soeder/dpa

Berlino punta a trasformarsi in città-spugna e a non sprecare più una sola goccia di pioggia, diventando così pioniera, in Germania, nella gestione sostenibile dell’acqua piovana.

Di Wolfgang Mulke

Il canneto che circonda il Piano-See(*) si inclina docilmente al vento e assume i colori dell’autunno, mentre l’acqua scroscia nelle cascatelle che confluiscono nel letto di un fiume artificiale. Un piccolo idillio che ci fa dimenticare di essere nel cuore di Berlino, più precisamente a Potsdamer Platz, dove il terreno è talmente redditizio che si tende a non lasciare nemmeno un centimetro alla natura. Durante lo sviluppo dell’area, i progettisti hanno dovuto rispettare un vincolo che vige ormai per tutte le nuove costruzioni della capitale tedesca: l’acqua piovana dev’essere raccolta e non può più riversarsi nel sistema fognario, nelle canalizzazioni o nei fiumi. “Schwammstadt Berlin”, cioè “Berlino città-spugna”, è il nome di questo proposito che viene ormai messo in pratica in tutta la città.

“Otto anni fa abbiamo compreso che non potevamo più continuare come nel passato”, spiega Stephan Natz, portavoce dell’azienda locale dei servizi idrici. Allora, infatti, Berlino non si era ancora adeguata al cambiamento climatico, che non ha portato maggiori quantità di pioggia, ma piuttosto precipitazioni sempre più violente, che hanno ripetutamente causato un sovraccarico della vecchia rete fognaria, con conseguenze sempre più gravi come l’inondazione di interi isolati.

Un’abbondanza letale

Il centro di Berlino, come accade per la maggior parte delle metropoli, dispone di un sistema fognario combinato. Nel caso di violenti precipitazioni, l’acqua piovana defluisce attraverso i tombini e si unisce alle acque non trattate. Non appena le canalizzazioni straripano, l’insieme di queste acque non trattate finisce nel canale o nel fiume più vicino e provoca, fra le altre cose, una ricorrente moria di pesci, in quanto alcuni elementi raccolti durante il deflusso, ad esempio il polline, privano l’acqua dell’ossigeno. Se è vero che nelle periferie della città le acque reflue vengono separate, persistono tuttavia i canali di sfioro, che fanno defluire l’acqua piovana nei corpi idrici circostanti in caso di forti precipitazioni.

L’intento della “città-spugna” è quello di porre rimedio a quest’imponente inquinamento ambientale aspirando letteralmente le acque in eccesso, ma gli oneri sono considerevoli. Tanto per fare un esempio, sotto Potsdamer Platz l’acqua piovana viene raccolta in cisterne sotterranee, anche per non rendere troppo profondo il bacino del Piano-See, e viene usata per annaffiare le aree verdi, ma gli effetti si estendono anche più in generale sul clima urbano, con una “funzione compensatoria su temperatura, umidità dell’aria e concentrazione delle polveri”, come spiegano i promotori del progetto.

Dalla doccia all’itticoltura

Un centinaio di metri più in là, nel quartiere di Kreuzberg, troviamo il “Block 6”: qui gli scienziati della Technische Universität stanno sperimentando le modalità per trattare e riutilizzare nella produzione alimentare non solo l’acqua piovana, ma anche le cosiddette “acque grigie”, cioè le acque reflue delle cucine o delle lavanderie domestiche. Le acque grigie di 250 famiglie defluiscono verso uno stagno che si trova nel bel mezzo dell’isolato e all’interno del quale l’acqua viene purificata dalle piante. Non solo: i ricercatori coltivano piante e allevano pesci con acque ricche di nutrienti, ovviamente già depurate.
Non c’è più un solo tombino sull’intera area del Wissenschaftscampus. Al loro posto troviamo fossi, tetti e facciate verdi grazie ai quali defluisce e si depura l’acqua piovana. Non c’è più un solo tombino sull’intera area del Wissenschaftscampus. Al loro posto troviamo fossi, tetti e facciate verdi grazie ai quali defluisce e si depura l’acqua piovana. | Foto (dettaglio): © picture alliance/Britta Pedersen/dpa-Zentralbild/ZB/Britta Pedersen A Berlino interi quartieri vengono ormai progettati e costruiti in maniera tale da riciclare ogni singola goccia d’acqua piovana. Nel campus scientifico Adlershof, così come nella zona residenziale Karow Nord, sono spariti tutti i tombini. La pioggia viene conservata o utilizzata in loco per le zone verdi sui tetti o fra gli edifici. Anche il nuovo quartiere previsto nell’area dell’ex aeroporto Tegel adotterà un imponente sistema di gestione dell’acqua piovana.

Una gigantesca cisterna sotterranea

Le aziende dei servizi idrici realizzano sempre più cisterne, sotterranee o di superficie. Passeggiando attorno al nuovo campo da calcio, non ci si rende conto che a 30 centimetri di profondità c’è un impianto di raccolta dell’acqua piovana che entra in funzione al bisogno. Da un’altra parte si è in procinto di realizzare una cisterna sotterranea della capacità di 300.000 metri cubi d’acqua, equivalenti a un cubo di circa 67 metri di lato. “In Germania Berlino vanta il primo posto in questo settore,” afferma Natz, “e ogni singola goccia di pioggia non dispersa nelle canalizzazioni è una goccia valorizzata.”

La situazione, tuttavia, non è così rosea come sembrerebbe: l’agenzia per la gestione delle acque piovane impiega solo cinque persone in questa ristrutturazione che riguarda l’intera megalopoli. Bisogna poi aggiungere che gli obblighi di legge per costruire in conformità con la neutralità idrica riguardano solo una parte del settore edilizio, e anche in questo caso le cisterne sono in diretta concorrenza con i “preziosi” posti macchina dei garage sotterranei. Per non parlare poi degli edifici preesistenti, per i quali non è ancora prevista alcuna forma di gestione sostenibile dell’acqua piovana. “In questo ambito non abbiamo ancora individuato una soluzione”, ammette il portavoce Natz. Ci vorrà dunque altro tempo prima che la spugna riesca davvero ad assorbire tutta l’acqua, sempre più preziosa, e a riutilizzarla in maniera ecologica.
 Un aereo decolla sorvolando il lago Tegel: il nuovo quartiere residenziale che sorgerà sull’area dell’ex aeroporto Tegel prevede un complesso sistema di gestione dell’acqua piovana. Un aereo decolla sorvolando il lago Tegel: il nuovo quartiere residenziale che sorgerà sull’area dell’ex aeroporto Tegel prevede un complesso sistema di gestione dell’acqua piovana. | Foto (dettaglio): © Adobe _______________________
(*) N.d.T.: Il Piano-See è un bacino artificiale situato nel Potsdamer Platz, completamente ristrutturato dopo la caduta del Muro da architetti di fama mondiale, tra cui Renzo Piano, il “masterplaner” dell’intero complesso DaimlerChrysler, che consta di 19 edifici, 10 strade e 2 piazze. Il laghetto ha preso il nome dell’archistar.

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