Accesso rapido:

Vai direttamente al contenuto (alt 1) Vai direttamente al primo livello di navigazione (alt 2)

Spiccatamente... socievoli
1,5 gradi di distanza

23.9.2022: I partecipanti allo sciopero globale per il clima Fridays for Future (FFF) manifestano nel centro di Amburgo.
Manifesti di cartone: una peculiarità delle manifestazioni dei Fridays for Future | Foto (dettaglio): Marcus Brandt; © picture alliance/dpa

C’è stata un’altra manifestazione per il clima. Maximilian Buddenbohm era presente e ha osservato molte cose: dai manifesti in cartone all’atmosfera.

Di Maximilian Buddenbohm

Le crisi continuano a infuriare. Quando si parla di energia, la guerra e il clima giocano un ruolo importante, ma c’è ancora anche il Covid. Le connessioni tra tutti questi aspetti sono estremamente complicate e sempre più ingarbugliate. Alla grande manifestazione sul clima dei Fridays for Future ad Amburgo, una delle organizzatrici commette una gaffe quando invita i presenti, circa 17.000 persone in piedi davanti a lei, a distanziarsi, se possibile, a causa della pandemia: “Per favore mantenete una distanza di 1,5 gradi l’uno dall’altro”, dice per sbaglio. Un bel lapsus a cui seguono risate e applausi amichevoli: sembra un remix delle crisi, delle richieste e delle soluzioni.

Molti i gruppi professionali

In passato, solo pochi anni fa, il grande sciopero globale per il clima era una manifestazione di studenti: dalla scuola materna alla scuola superiore, l’età media dei partecipanti era bassa. Un aspetto che è cambiato completamente. Oggi si vedono molti cartelli di gruppi professionali tra le fila della protesta: Teachers for Future, Scientists for Future, Doctors for Future, Students for Future e così via. Sulla schiena dell’anziano signore accanto a me c'è scritto: Nonno for Future. Avrei dovuto dipingere un manifesto anche per me. Questi cartelli colorati fatti in casa sono ancora un segno distintivo di queste manifestazioni, ce ne sono così tanti qui. Avrei dovuto scriverci sopra “Editorialista per il clima”. Beh, per lo meno sono qui e per il momento basta questo.

I cartelli che mi circondano sono spesso divertenti, alcuni sono anche illeggibili in modo commovente, scritti da persone molto giovani che evidentemente non avevano voglia di scrivere l’ultima lettera, lo si vede chiaramente. Su un cartello c’è scritto “Senza un pianeta, niente biscotti”: non è forse decisamente convincente? “Basta soffiatori di foglie”, questo è ciò che chiede una donna sul suo cartello. Certo, si tratta solo della sua opinione personale, ma riceve una quantità cospicua di pollici in su mentre passa, anche altri lo avrebbero quindi potuto proporre. Essere contrari ai soffiatori di foglie: anche questo può unire. Potrebbe essere persino un’opinione maggioritaria. In fondo solo chi possiede un soffiatore di foglie è a favore del soffiatore di foglie.

“Svolta!”

Sei persone siedono in cerchio per terra e dipingono rapidamente un grande cartello di cartone prima che inizi la manifestazione, ma sembrano avere difficoltà a mettersi d’accordo, discutono animatamente e non mi sembra che stiano arrivando a qualcosa. La volontà c’è, ma sono in sei e qui iniziano i problemi. “Oh, andrà bene così”, dice una rassicurante, “andrà bene”. Il giovane accanto a lei sgrana gli occhi e scuote la testa.

Molti chiedono una svolta sui loro cartelli di cartone, tutto deve cambiare presto. Si richiede una svolta energetica, una svolta edilizia, una svolta nei consumi, una svolta politica, una svolta anche nei trasporti, a un certo punto ho smesso di prendere nota: la parola svolta va a braccetto praticamente con tutto.

Atmosfera positiva

L’atmosfera di base è positiva, questo comunque si nota. Non si tratta di ciò che si potrebbe fare al proprio avversario politico una volta sconfitto, non vedo niente di simile. Nessuno deve essere messo in prigione, nessuno deve essere mandato al patibolo, nessuno deve essere esiliato, non si tratta di vendetta. Non è una manifestazione di odio, a differenza di altre contestazioni. Questa è forse l’informazione aggiuntiva più importante che si possa dare, dato che già molto sullo sciopero del clima è stato riportato dai media. Il numero di partecipanti, le richieste principali, le sedi, sono tutte cose che sicuramente tutti sanno, tutti ne hanno scritto e parlato. Ma, nel caso in cui non foste presenti o la prossima volta vi venisse impedito di partecipare, si tratta di dimostrazioni sicure, piuttosto simpatiche e amichevoli. Penso che questo sia importante.

D’altra parte, una bambina vestita di rosa tiene alto un cartello, con aria determinata: “Sciopero del balletto per il clima”. Nonostante la sua cordialità e la sua gentilezza, la bambina è seria e sarebbe sbagliato sorriderne. Mai sottovalutare le preoccupazioni dei bambini, lo sappiamo per averli cresciuti noi stessi.

Un breve blocco

Per molti la strada che porta alla manifestazione per un momento viene bloccata, il che porta a una gamma sorprendente di reazioni. Ci sono diversi steward che, con il nastro rosso e bianco, bloccano alcuni passaggi pedonali e alcune strade, per far sì che gli innumerevoli nuovi arrivati facciano altri percorsi e l’enorme processione si formi a metà strada in modo uniforme. Una procedura rapidamente comprensibile: bnon da questa parte, per favore andate di là. Gli steward salutano in modo amichevole, indicano i percorsi, si congedano con un sorriso e ripetono: “Da quella parte! Da quella parte!”.

Quasi tutti coloro che accorrono alla manifestazione li seguono senza dire una parola. Senza pensarci troppo, senza obiezioni o lamentele. Camminano rapidamente per un altro isolato perché gli viene chiesto di farlo, il problema non sussiste e così la cosa si risolve da sola, proprio come accadrebbe in qualsiasi altro grande evento, anche di diverso orientamento politico.

“Devo passare di qua! Ora!”

Arriva però un ragazzo, già arrabbiato, davanti a questo nastro svolazzante rosso e bianco che sembra allarmarlo e stranamente farlo scattare: “Devo passare di qua!”. Lo grida in modo enfaticamente ostile, prepotente, esigente e subdolo: cosa pensano di fare contro di lui, questi giovani pazzi? Rimanere lì a intralciargli la strada? Ma stanno bene? Una hostess gli spiega la situazione, in tono cordiale e attento. L’uomo, già rosso in viso e con un tono di voce sempre più alto per far sentire alle persone intorno quanto sia arrabbiato, e anche alla polizia lì dietro, alla quale fa cenni frenetici: “Devo passare di qua! Ora!” La hostess continua a spiegare la situazione e l’uomo prova a lanciarsi direttamente contro il nastro, dicendo: “E se ci passo attraverso? Eh? Allora? Che fate? Eh?" La hostess si limita ad abbassare il nastro in modo che lui possa passarci sopra: “Bene, allora passi pure”. Lo stupore sul suo volto. La delusione forse anche: una lite così bella, un motivo valido per arrabbiarsi davvero una volta tanto, per averla vinta, per farla vedere a qualcuno, e poi tutto svanisce di colpo, con un solo movimento.

Una donna si avvicina al nastro e chiede gentilmente: “Posso passare, per favore? Per una volta?” Certo che può, non è un problema. Uno scambio di due secondi, poi è passata ed è andata via.

Un altro uomo, sorridendo, si ferma davanti al nastro: “Con quale scusa posso passare di qui?”. Lo steward dice bonariamente: “Vai, fatti venire in mente qualcosa. Mi va bene una buona scusa qualsiasi.”

Volantini e altri foglietti

Alla manifestazione vengono distribuiti molti volantini. Volantini con contenuti politici, con descrizioni di iniziative e gruppi, con riferimenti ad azioni politiche, partiti, programmi e così via. Non ho mai partecipato a una manifestazione in cui sono stati distribuiti così tanti volantini, un vero e proprio profluvio di informazioni. Pile di carta ovunque, portate in giro. Due persone che fanno volantinaggio si avvicinano l’un l’altro e si porgono reciprocamente i loro pezzi di carta, poi entrambi li sventolano: No grazie, non vogliamo leggere nulla, vogliamo solo distribuirli.

Un uomo anziano, più vecchio di me, prende un volantino da un giovane e legge quello che c’è scritto. Indossa una maglietta dell’AKW-Nee, forse dei primi tempi del movimento, un vero pezzo da museo, inconsistente, vecchia e ingiallita. Ha delle spille sulla giacca, anzi molte spille, è riccamente decorato: spille contro il nucleare, contro la guerra, contro gli armamenti, contro le corporazioni, contro gli accordi commerciali, contro i siti di stoccaggio definitivo, contro tutto ciò a cui si è potuti essere contrari negli ultimi decenni. È un veterano della cultura della protesta, ricoperto di metallo come un generale. Non lascia passare il ragazzo che distribuisce i volantini, ma discute immediatamente con lui di ciò che legge sul dépliant. Il ragazzo si guarda intorno per capire come scappare.

Sventolare un cartello di cartone come i grandi

Tra la folla c’è un bambino. Probabilmente non aveva con sé un cartello, anche se ovviamente qui si viene proprio per sventolare un cartello di cartone, come anche lui può facilmente vedere che molti intorno a lui stanno facendo. Tutti gli adulti lo fanno, i suoi genitori lo fanno, quindi ovviamente anche lui vuole partecipare. I bambini sono spesso disposti a collaborare, è così che imparano. Quindi cosa fa? Prende un cartone della pizza vuoto e lo tiene in mano. È una normale scatola di cartone che si trova sul ciglio della strada, senza slogan, c’è solo il nome di un servizio di consegna pizze. Non proviene nemmeno da un’azienda particolarmente attenta all’ambiente, è praticamente solo spazzatura. O almeno lo era fino a poco fa, perché d’ora in poi è un manifesto, come tutti gli altri cartoni qui presenti.

E quello che stiamo vedendo in questo momento è probabilmente una di quelle storie di famiglia che verranno raccontate tra vent’anni in occasione di grandi celebrazioni, forse al matrimonio di questo ragazzo: vi ricordate quella volta in cui ha tenuto in mano il cartone della pizza vuoto alla manifestazione, e poi ha camminato per tutta la manifestazione con quello in mano attraverso la città. E qualcuno che era presente all’epoca ne mostra ancora una foto.

Sono queste le storie che forse riusciranno a superare tutte queste crisi: Pizza for Future. Perché no.
 

“SPICCATAMENTE…”

Per la nostra rubrica “Spiccatamente…” scrivono, alternandosi settimanalmente, Maximilian Buddenbohm, Susi Bumms, Sineb El Masrar und Şeyda Kurt. Per “Spiccatamente… socievoli” Maximilian Buddenbohm racconta di quel grande complesso che è la società e delle sue più piccole componenti, ossia la famiglia, le amicizie, le relazioni.

Top