Alki Alki
Il migliore dei mondi possibili?

Alki, Alki © Sehr gute Filme

Regia: Axel Ranisch
Germania 2015, 102 min.
Con Heiko Pinkowski, Christina Große, Peter Trabner


Quando Tobias Zach, architetto, abbraccia la moglie Anika a letto c’è anche un altro uomo con loro; lo stesso accade durante i pasti, mentre parla con i figli, al lavoro o durante le spensierate scorribande notturne in discoteca. Thomas Bakowski, il suo socio, sembra essersi abituato già da molto alla presenza perseverante di Flasche, così come pure Anika e i loro tre figli. Tobias è inseparabile da Flasche. Ben presto diventa chiaro che lo strano compagno altro non è che la “canaglia interiore” di Tobias, il suo alter ego debole e la personificazione della sua dipendenza dall’alcol, profondamente radicata. Spesso i due si abbracciano: ormai da tanto fanno coppia fissa.

Alki Alki è una commedia tragica sulla dipendenza, che racconta della perdita ineluttabile del libero arbitrio. “Lo so cosa significa essere in preda a una volontà esterna. E so anche cosa sia la dipendenza, che nel mio caso non è quella dall’alcol ma dipende chiaramente da un problema di alimentazione”, ammette il regista Axel Ranisch. Il tema deve averlo tormentato a lungo: “Ci abbiamo messo due anni a terminare i lavori, a ricostruire un passato per le figure. Poi abbiamo cominciato con le prove, ad esempio con la vita di famiglia a colazione. Oppure con le reazioni nei confronti di Tobias che torna a casa ubriaco… La vera storia, i dialoghi sono nati direttamente davanti alla cinepresa, per questo è stato importante girare le scene in ordine cronologico, per restare vicino alla storia, ai sentimenti. Con me gli attori non recitano, possono veramente impersonare le figure.”