Radici coloniali strade decoloniali
L’inarchiviabile

L'inarchiviabile © Goethe-Institut Italien | Grafica: Massimiliano Emili

Introduzione

A cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi

La mostra

  • Mostra “L’Inarchiviabile” Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Mostra L’Inarchiviabile

  • Emeka Ogboh, Vermisst in Benin, 2021 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Emeka Ogboh, Vermisst in Benin, 2021

  • Camilla Casadei Maldini e Luca Capuano, Voyage data recorder, 2021 | Rumba, 2021 | Cercami tra le tue cose, 2021 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Camilla Casadei Maldini e Luca Capuano, Voyage data recorder, 2021 | Rumba, 2021 | Cercami tra le tue cose, 2021

  • Délio Jasse, Facciamo conto di vedere le pantere se no che Africa è?, 2021 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Délio Jasse, Facciamo conto di vedere le pantere se no che Africa è?, 2021

  • Délio Jasse, Facciamo conto di vedere le pantere se no che Africa è?, 2021 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Délio Jasse, Facciamo conto di vedere le pantere se no che Africa è?, 2021

  • Binta Diaw, Nero sangue, 2020 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Binta Diaw, Nero sangue, 2020

  • Leone Contini, Bel suol d’amore, 2021 Foto: © Goethe-Institut Rom / Francesco Cicconi

    Leone Contini, Bel suol d’amore, 2021

Artiste e artisti

Luca Capuano

Voyage data recorder, 2021 | Rumba, 2021 | Cercami tra le tue cose, 2021

Luca Capuano ha realizzato progetti di ricerca commissionati da musei, fondazioni, enti pubblici tra arte, fotografia e architettura. La sua ricerca artistica interroga lo spazio contemporaneo, la storia e la memoria collettiva attraverso l’osservazione e sperimentazione dei sistemi della rappresentazione. Insegna Progettazione per la Fotografia all’Isia di Urbino. Suoi progetti sono stati esposti gallerie, musei, fondazioni e istituti di cultura all’estero, tra cui: Il paesaggio descritto, The Architecture of Exile, Case Studio, 364, Il Museo Immaginario, Sembrava che preparassero il deserto.
 

Camilla Casadei Maldini

Voyage data recorder, 2021 | Rumba, 2021 | Cercami tra le tue cose, 2021

Camilla Casadei Maldini è architetta e la sua ricerca artistica è legata alle arti performative e allo studio del movimento in relazione allo spazio, che esplora attraverso una ricerca tra arti figurative e pratiche performative e partecipative. Dal 2018 lavora insieme a Luca Capuano a diversi progetti tra cui Un’altra storia, che riflette sul concetto di rimosso riferito al periodo coloniale italiano.
 

Leone Contini

Bel suol d’amore, 2021

La ricerca di Leone Contini si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico.
Mostre o interventi: Maxxi, Roma; SAVVY, Berlino; HKW, Berlino; IAC, Lyon; Manifesta, Palermo; Fondazione Sandretto, Torino; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Kunstverein Amsterdam. Nel 2018-2019 è stato fellow presso Akademie Schloss Solitude, Stoccarda. Nel 2017 ha collaborato con TRACES – Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts.
 

Binta Diaw

Nero sangue, 2020

Binta Diaw è nata nel 1995 e vive e lavora a Milano.
Sotto forma di installazioni, la sua ricerca plastica fa parte di una riflessione filosofica sui fenomeni sociali e porta ad esplorare molteplici livelli d’identità: la sua come donna nera in un mondo europeizzato, la nostra e quella di un continuo crocevia di storie e geografie. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’ÉSAD di Grenoble. Ha esposto presso: School of Water, (SMR, 2021); Galerie Cécile Fakhoury (SN, 2020); FSRR (IT, 2020); MA*GA (IT, 2020); Galleria Giampaolo Abbondio (IT, 2020); Savvy Contemporary (DE, 2019).
 

Délio Jasse

Facciamo conto di vedere le pantere se no che Africa è?, 2021

Délio Jasse, nato nel 1980 a Luanda (Angola), vive e lavora a Milano.
Tra le sue mostre ricordiamo Arquivo Urbano, Tiwani Contemporary, Londra (2019); The Other Chapter, PhotoESPAÑA (2019); An imaginary city, MAXXI, Roma (2018); La Cité dans le Jour Bleu, Dak’art Biennale (2018); Recent Histories, Walther Collection, Neu-Ulm e New York (2017); That, Around Which the Universe Revolve, SAVVY Contemporary, Berlino (2017); Afrotopia, Bamako Encounters, Bamako (2017) e On Ways of Travelling, Padiglione Angola, 56a Biennale di Venezia (2015).
 

Emeka Ogboh

Vermisst in Benin, 2021

Emeka Ogboh è nato a Enugu (Nigeria) nel 1977 e vive a Berlino.
Le sue installazioni affrontano le questioni dell'immigrazione, della globalizzazione e del post-colonialismo. Ha partecipato a molte mostre internazionali tra cui documenta 14 (2017), Skulptur Projekte Münster (2017), la 56a Biennale di Venezia (2015) e la Biennale di Dakar (2014).

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